GNOSIS 3/2006
DALL'ARCHIVIO ALLA STORIA Italia - Montenegro monopolio e contrabbando |
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da www.montenegro-canada.com Le mafie, si sa, tendono a specializzarsi, scegliendo o ritagliandosi settori di attività nei quali possono agire in posizione dominante. Come ogni altra “industria”, anche quella del crimine basa le proprie strategie imprenditoriali su una serie di fattori e contingenze che spesso hanno origine in un passato lontano. Così può accadere che un rapporto confidenziale sul Montenegro redatto dal Ministero dell’Interno nel 1908 possa fornire alcune chiavi di lettura sullo sviluppo di un traffico transnazionale del quale la criminalità montenegrina e quella pugliese detengono ancora oggi il controllo. La storia che ci raccontano i documenti che qui presentiamo è quella di un paese la cui popolazione viveva in uno stato di “patriarcale felicità”..., fumando del buon tabacco, cosa che, per quanto oggi possa apparire assurda, era considerata necessaria “come il pane”. L’istituzione del monopolio dei tabacchi, nella quale una società italiana svolse un ruolo di primo piano, pose bruscamente fine a questa vita idilliaca e provocò indirettamente la nascita del contrabbando di sigarette. Oggi, invece, la criminalità italiana detiene un vero e proprio monopolio su un altro fronte, quello dei traffici illegali tra le due sponde dell’Adriatico, un affare che frutta centinaia di milioni di euro. Il documento è custodito presso l'Archivio Centrale dello Stato 20 settembre 1908 La Istituzione del monopolio dei tabacchi del Montenegro nell’anno 1903 per parte di una Società Italiana, che si trasformò in montenegrina con sede a Podgoritza nel 1905, cominciò a suscitare vivo fermento in tutto il Principato, fermento che sussiste tuttora. La Società in parola che esiste sotto la ragione di “Regia Cointeressata dei tabacchi del Montenegro” ha, come si è detto, sede apparente a Podgoritza, ma reale a Venezia, campo s. Provolo, palazzo Vianelli, ove esiste la Direzione Generale e il Consiglio di Amministrazione. La istituzione del Monopolio dei tabacchi in Montenegro è semigovernativa e, per dimostrarlo, basta il fatto che quell’amministrazione non gode, neppure per l’interno, della franchigia postale e telegrafica come tutti gli altri uffici dello Stato. Il popolo montenegrino, prima della istituzione del Monopolio, viveva in uno stato di patriarcale felicità, si può dire, in adorazione del Principe. Povero per la natura dei luoghi, si nutriva e si nutre di pane di granoturco e di latte, fumando buon tabacco che poteva liberamente coltivare e commerciare. Per il popolo montenegrino il tabacco è necessario come il pane. L’istituzione del Monopolio dei tabacchi, avendo monopolizzata la vendita interna e di esportazione, sia dei generi grezzi che lavorati, ha tolto al popolo la possibilità di fumare tabacco buono, gratis o a prezzo vile. Da qui l’odio profondo, implacabile contro gli istitutori di questa azienda, che disgraziatamente sono italiani. Quest’odio si è venuto generalizzando e per chi vive tra il popolo può notare facilmente quanto sia radicato quest’odio nella sola pronuncia del nome “talijanaki” “italiano”, col più vivo disprezzo. Il Governo italiano nel 1903 prestò a questa Società privata funzionari del Ministero delle Finanze per un certo periodo di tempo necessario per la organizzazione della istituenda azienda: fra questi funzionari, uno permane ancora nella persona del dott: B. La vita sfarzosa, in contrasto colla povertà della popolazione tutta, che questo funzionario conduce, fa sì che l’odio vada gradatamente aumentando e non impossibile, se fatti gravi dovessero succedere, il massacro della colonia italiana di Podgoritza. Nel 1907, al suo compleanno, il B. invitò le autorità e un discreto numero di persone private a partecipare ad un pranzo all’aperto, in una lunga tavola imbandita all’albergo Savo Rogosich a Podgoritza stessa. Tutti i posti degli invitati montenegrini, salvo due, quello del capo della polizia e del presidente del comune intervenuti per dovere, rimasero vuoti. Le numerose interpellanze che si discutono al Parlamento contro i sistemi del Monopolio, la notizia di numerose commissioni che si recano annualmente dal Principe e al Ministero a protestare pel cattivo pagamento ai coltivatori del tabacco greggio e il rifiuto da parte del direttore B. di permettere ad una commissione nominata nel 1907 dal Parlamento e composta di Deputati al Parlamento stesso coll’incarico di esaminare sull’affare delle interpellanze e sul cattivo pagamento dei coltivatori, di eseguire il il proprio compito, non fanno diminuire certamente il disprezzo per gli italiani. I continui conflitti armati, con relativi morti, che avvengono quasi giornalmente ai confini (ultimamente i gendarmi di Antivari uccisero un inerme suddito ottomano in quel di Mrcojevic, nel settembre i gendarmi del Monopolio a Podgoritza uccisero due cittadini montenegrini presi per errore per contrabbandieri, donde la conseguente vendetta compiuta contro quattro gendarmi del Monopolio, uccisi vero l’otto settembre a Kakarickagora e l’uccisione da parte dei gendarmi del Monopolio ad Antivari la notte del 14 settembre in quel di Mrcojevic di un giovane contrabbandiere mentre fuggiva) mantengono in viva agitazione tutto il paese. I fatti qui sopracitati non sono che quelli avvenuti in questo breve periodo di tempo. Essi sono sintomatici data anche la piccolezza del paese. Vista la mala piega che prendono gli affari nell’interno del Principato e al solo scopo di rimediare ad uno stato di cose insopportabile, il Governo del Montenegro, conscio del proprio dovere, nell’agosto u.s. invitava la società del Monopolio ad accordarsi col Governo stesso per la rescissione del contratto. La SOCIETA’ MONTENEGRINA ha fatto pressioni presso il GOVERNO ITALIANO perchè questa rescissione non avvenga e il popolo sa che la REGIA LEGAZIONE a Cettigne ha fatto le più vive pressioni presso il Governo del Montenegro perchè non dia ulteriore corso alla cosa. Ciò che a malincuore ha dovuto fare. Queste notizie che circolano nel Principato e che si discutono animatamente non servono altro che ad acuire il disprezzo per il popolo italiano in genere perchè i montenegrini calcolano come rappresentanti dell’Italia gli otto o dieci avventurieri che disgraziatamente manipolano la politica italiana nel Montenegro. Il documento è custodito presso l'Archivio Centrale dello Stato Ringrazio V.E. di avermi trascritto, colla nota N° 21724 del 28 settembre u°s° (direzione generale della P.S. - Ufficio riservato), il rapporto confidenziale pervenutoLe circa le condizioni dello spirito pubblico nel Montenegro, verso l’Italia, per la questione del Monopolio dei Tabacchi. In merito alle cose riferite in quel rapporto, conviene riconoscere che il monopolio dei tabacchi è inviso ai montenegrini, che lo considerano gravoso per essi e quasi mezzo di sfruttare una delle poche risorse del paese, a vantaggio degli stranieri. Il malumore dei Montenegrini, che, perciò, si riversa effettivamente contro gli Italiani, è stato, poi, anche alimentato, per scopi politici, da persone avverse al regime politico attuale. Non è esatto che la Società del monopolio paghi male il tabacco greggio ai coltivatori, i quali, al contrario, sono i soli che non si lagnano del monopolio che è per essi un sicuro compratore dei loro prodotti, a prezzi che non possono essere arbitrari, venendo fissati d’accordo col Governo. Per quanto concerne il B., non consta che abbia i demeriti che gli sono attribuiti. Sul suo conto si esprimono con riguardo varie persone imparziali e disinteressate; tra le quali anche alti funzionari del Governo Principesco. I suoi dipendenti lo amano. Non si parla al Montenegro della pretesa sua vita troppo sfarzosa. Certo è, però, che , quale rappresentante di un’azienda impopolare, di cui è tenuto a far gli interessi, egli si trova in una difficile posizione, verso al pubblico e le autorità. Se egli si oppose, nel 1907, ad una visita di ispezione all’azienda del Monopolio, da parte di una Commissione parlamentare, ciò fu perché, effettivamente, la Camera non aveva nessuna competenza di inquirere nell’amministrazione di un’azienda privata. E’ esatto che vi furono conflitti al confine turco-montenegrino per la pressione del contrabbando, e con vittime umane: ma la responsabilità di quei dolorosi fatti deve ascriversi alla gendarmeria montenegrina. Infine, è vero che il Governo Principesco ha proposto alla Società la rescissione del contratto: ma non che questa vi abbia opposto un rifiuto: essa ha soltanto messo delle condizioni che sembrarono eque e ragionevoli in base alle quali le trattative sono ora in corso. |