Dibattito nel mondo arabo-musulmano Il Marocco diviso tra oscurantismo e progresso |
Anna BARDUCCI MAHJAR |
La produzione artistica di un paese racconta molto delle evoluzioni sociali e politiche che quel territorio sta affrontando. L'arte è lo strumento attraverso cui, nei secoli, le posizioni più evolute, spesso delegittimanti i poteri costituiti, hanno potuto trovare un terreno di espressione efficace e penetrante, sebbene dietro il velo del linguaggio delle immagini o della prosa letteraria, meno temuto dagli apparati. Un fenomeno che ben è rappresentato dalle vicende legate alla produzione, in Marocco, di una pellicola che descrive l'impeto di una giovane donna che si ribella agli stili ed ai dogmi dettati dai canoni sociali di un paese musulmano. Il film, sebbene sia stato fortemente contestato, è già stato proiettato in alcune sale marocchine riscuotendo un discreto successo e determinando un dibattito acceso tra conservatori e progressisti. Al di là delle considerazioni che ciascuno potrà fare al termine della lettura di questo articolo, va rilevato, come dato inequivocabilmente positivo, che in quella terra una esperienza del genere sia stata comunque possibile. Ciò ci dice già molto di quanto sta avvenendo nel paese maghrebino che, grazie alla politica del giovane Mohammed VI, sta attraversando una delicata ed interessante fase di trasformazione sociale. da www.ciai-s.net In Marocco, si é aperto un acceso dibattito tra progresso e oscurantismo. La disputa è stata portata alla luce dal nuovo film, Marock (1) – un gioco di parole tra la parola francese Maroc e la musica rock – della giovane regista, Leila Marrakshi. Il film, a prescindere dalla sua qualitá cinematografica, rompe ogni tabú non soltanto della societá marocchina, ma anche di quella araba-musulmana in generale, riuscendo a riprodurre la divisione e la lotta interna tra “coloro che guardano all’avvenire e coloro che hanno le allucinazioni del passato (gli islamisti, ndr) (2) ”. Il dibattito tra oscurantismo e modernismo-progressismo non si riferisce pertanto soltanto al Marocco, ma riflette una disputa che in modo piú o meno aperto, in maniera particolare da dopo gli attentati dell’11 Settembre negli Stati Uniti, si sta protraendo dal Nord Africa al Medio Oriente. Marock - Il Film Il film, Marock, che accompagna lo spettatore con una colonna sonora americana, è stato presentato al Festival di Casablanca nel luglio 2005 e successivamente al Festival nazionale del film di Tangeri lo scorso dicembre 2005. La pellicola è uscita nelle sale marocchine soltanto il 10 maggio 2006 (3) , giá con un coro di critiche. Il cinema Megarama – l’unico cinema ad aver accettato fino a ora di proiettare la pellicola (4) - di Casablanca, in un solo fine settimana, peró, ha battuto i record d’incasso, immediatamente preso d’assalto da spettatori, per di piú ragazze, per potere vedere la pellicola del momento (5) : l’irriverente Marock. Il film prende spunto dalla storia personale della regista trentenne, Leila Marrakshi, che ha vissuto durante un’estate di dieci anni fa in Marocco (6) . La protagonista della pellicola si chiama Rita (7) , 17 anni, ed ha appena terminato gli studi liceali (8) . Il luogo dove si sviluppano gli eventi è la cittá di Casablanca. Rita indossa jeans e magliette attillate. Ha l’irriverenza della teenager: vuole divertirsi con gli amici e trascorre un’estate spensierata, dopo gli esami di maturitá, tra alcool e amori. Non ha voglia di sentire parlare di religione e tantomeno di precetti da rispettare. Come molti ragazzi e adulti marocchini, inoltre, non ritiene necessario il rispetto del Ramadan (mese di digiuno e uno dei cinque pilastri dell’Islam), ma preferisce avere il diritto di scelta sulla propria identitá religiosa. Rita è provocatoria e non nasconde le proprie frustrazioni nemmeno ai suoi familiari. Uno dei momenti piú scioccanti, per il pubblico, è quando Rita prende in giro il fratello che - dopo aver ucciso accidentalmente un passante mentre guidava la propria auto – inizia a pregare e a osservare i precetti dell’Islam. Rita, infine, si innamora di un giovane ragazzo ebreo-marocchino (9) , Youri (10) . La giovane ragazza appartiene alla Casablanca bene, ma - nonostante il suo status economico non rappresenta le condizioni sociali della maggioranza della popolazione marocchina – la voglia di rompere i tabú del Marocco e il desiderio di scegliere la propria identitá sono condivisi dal blocco liberale del paese, che tenta di emergere contro la classe islamista. da www.marock-lefilm.com Il direttore, Ahmed Benchemsi, del settimanale francofono piú letto in Marocco, Tel Quel, ha definito la pellicola “realista” e rappresentante delle “frustrazioni” giovanili nel paese (11) , nonostante il suo lato, spesso, troppo da film commedia. Estratti del Film - Il rispetto della preghiera (12) : Rita e suo fratello Mao. Rita:Mao, dove sono i jeans che.. Rita si ferma. Vede suo fratello, Mao, in ginocchio sul suolo in procinto di pregare. Rita: Ma che cosa ti succede? Ti sei fatto male alla testa? Ti sei rincretinito? Pensi di essere in Algeria? Per caso diventerai anche barbuto? Mao ignora la sorella e continua a pregare. Rita:Papá! Mamma! Vostro figlio è diventato matto! (…) Ad ogni modo, ti sei sbagliato di direzione. La Mecca è dall’altra parte! Il contrasto visuale tra il fratello che prega e la ragazza in pantaloncini corti che lo provoca è forte per lo spettatore (13) . L’inconprensione tra i due personaggi è mutuale. Rita, da un lato, rifiuta in modo quasi esasperato ogni precetto religioso. Mao, dall’altro, non vuole capire che un individuo puó scegliere la laicitá. - Il periodo del Ramadan (14) : Rita e la donna di servizio, Moui Fatma. Moui Fatma: Non ti vergogni a mangiare davanti a tutti durante il Ramadan? Rita (con la bocca piena): Ho il ciclo. Moui Fatma: "Ho il ciclo". Da quando è che il ciclo dura per trenta giorni? L’obiettivo della regista, Leila Marrakshi, è di rompere il tabú della societá nei confronti del rispetto del Ramadan. Molti ragazzi e persone adulte in Marocco mangiano durante il periodo del digiuno, nascondendosi dagli indiscreti come se fosse un peccato di cui essere puniti. Marrakshi racconta la frustrazione di non potere scegliere la propria fede e gli ostacoli posti dalla societá per una convivenza tra spirito laico e religioso. - L’amore tra una musulmana e un ebreo (15) : Rita e Youri. Rita: Vorrei che tu venissi con me a Parigi… Non avremmo piú bisogno di nasconderci…Ci potremmo vedere tutti i giorni. Potremmo anche vivere insieme. Youri: Che cosa direbbero i tuoi genitori? Rita: Non ce ne importa, saremo lontani da qui. Youri: Non è cosí semplice. Rita: Se lo vogliamo veramente, lo puó diventare (....). Youri sorprende Rita mentre osserva la stella di David che porta al collo. Senza dire niente, si toglie la catenina e la mette indosso a Rita. Questa scena è stata criticata, facendo valere al film l’accusa di essere una “pellicola sionista”, da parte di gruppi islamisti. Il dibattito Il film, Marock, è stato giudicato dal regista marocchino, Nabil Ayouch - realizzatore di Une minute de soleil en moins (Un minuto di sole, per lo meno), che rischia di non uscire a causa delle pressioni dei gruppi islamisti – come una storia banale, una cronaca molto leggera di una banda di giovani che ama ballare e diverstirsi e nient’altro (16) . A prescindere, peró, dalla storia e dalla qualitá del film – che in ogni caso ha attratto migliaia di spettatori – è inequivocabile che la pellicola abbia aperto, o meglio reso pubblico, il dibattito sulla libertá di espressione e sulla libertá di scelta in Marocco e nel mondo arabo-musulmano. Tra la storia di Rita, ambientata a Casablanca, e quella di migliaia di ragazze in Libano che sognano di diventare cantanti come la sensuale pop star, Haifa (17) , non c’è molta differenza. Cosí come le critiche del partito islamista PJD (Parti de la Justice e du Développement, Partito della Giustizia e dello Sviluppo), che richiede la censura del film Marock, non sono diverse da quelle del movimento fondamentalista sciita, Hizbollah, contro gli innumerevoli video clip di canzoni con ragazze un po’ scollate in atteggiamenti provocatori, trasmessi dall’emittente musicale di proprietá saudita, Rotana (18) . - 1. Libertá di espressione e di scelta: Marock è stato vietato ai minori di 12 anni. La scelta è stata presa da una commissione, cui hanno preso parte il Ministero della Cultura e della Comunicazione, il Centro cinematografico marocchino (CCM) e i delegati per la distribuzione dei film (19) . Il tentativo del PJD e delle fazioni islamiste è peró quello di censurare dalle sale la pellicola. Per adesso, i cinema marocchini sono divisi sul proiettare o meno il film, in attesa di vedere l’impatto sugli spettatori (20) . Il quotidiano islamista, Attajdid, ha dedicato un suo editoriale al film, intitolandolo: “Che cosa cercano coloro che hanno autorizzato la diffusione del film che mette in cattiva luce i marocchini e prende in giro la loro religione?” (21) . Lo stesso giornale ha pubblicato un comunicato della commissione del Sindacato del Teatro marocchino, che denuncia la proiezione della pellicola e di qualsiasi film dello stesso genere, che rovinano la “reputazione del paese” (22) . La scena, definita piú “rivoltante”dalle fazioni islamiste, è il momento in cui i protagonisti del film decidono di parlare di religione, sdraiati sul letto, atto considerato come un’offesa “ai sentimenti marocchini (23) ”. foto ansa - 1.1 Motivazioni per la censura di Marock: Le motivazioni contro il film da parte delle fazioni islamiste hanno tutte un denominatore comune: la paura del cambiamento. Alcuni commentatori si esprimono con il timore della rottura delle tradizioni e della perdita della propria identitá, legata alla fede islamica. Come se non si potesse essere marocchini senza essere musulmani. Appare pertanto esplicita la paura di accettare un pluralismo religioso nella societá e, tantomeno, la scelta laica di un individuo-arabo. I critici di Marock, inoltre, accusano l’occidente di essere il colpevole per l’esportazione di valori da non imitare, perché troppo corrotti. Il modello occidentale è comunque un leit motiv presente nel film. Marrakshi, infatti, vuole rappresentare il Marocco che - come buon parte del mondo arabo e musulmano - è in conflitto con se stesso. Un Marocco, in lotta tra la sua anima liberale e quella conservatrice, alla ricerca della propria identitá, che tenta da un lato - anche la parte liberale del paese - di rimanere attaccato al proprio paese e dall’altro guarda all’occidente come modello di progresso. Se quel “modello” sia ideale o meno non è al centro della questione, perché in ogni caso è percepito come tale, per lo meno dai giovani, dall’èlite che preferisce esprimersi in francese e da tutta la classe operaia che continua a emigrare in Europa. La Francia, in particolare, la potenza che ha colonizzato il paese, dopo tutto è ancora vista come un modello sociale e di educazione. Mohammed Hassan El-Joundi (24) , segretario generale del Sindacato del Teatro marocchino: - Marock non rispetta le tradizioni - Marock danneggia il paese. Il quotidiano islamista, Attajdid (25) , con una vendita di cinque mila copie al giorno: - Marock incita alla diffamazione dell’Islam. Nabil Lahlou, regista marocchino (26) : - Marock serve il colonialismo culturale. Mohamed Asli, regista di A Casablanca les anges (27) : - Un insulto ai marocchini e ai musulmani. 2. La risposta liberal-marocchina: Alcuni artisti si sono sollevati contro le critiche delle fazioni islamiste, respingendo la censura e ogni restrizione della libertá e della espressione artistica (28) . Cosí come Mohamed Merhari, una delle figure prominenti dell’underground di Casablanca, che si è espresso contro i “guardiani del tempio”, criticando gli islamisti di volere giudicare quello che i giovani “devono amare, dire, consumare, etc (29) ”. Benshemsi, in un suo editoriale su Tel Quel (30) , analizza un articolo di due pagine uscito su Attajdid contro Marock, definendolo “antisemita, xenofobo e pieno di insulti”. Il giovane giornalista, peró, si sofferma sulle parole del quotidiano islamista che descrive “Rita la musulmana irrispettosa dell’Islam”. Benchemsi, pertanto, porta la sua analisi verso la libertá di culto, partendo dalla protagonista del film, nata da famiglia musulmana. “La legge puó forzare a essere ipocriti, e questo è il caso di milioni di noi, che pretendono di essere qualcosa che non sono. Allora, diciamolo chiaramente una volta per tutte: non possiamo nascere musulmani (né ebrei, né cristiani). Siamo noi a scegliere se diventarlo o non diventarlo (31) ”. Conclusione Il Marocco ha preso come pretesto il film Marock per portare alla luce il dibattito sul modernismo, che va avanti dalla sua indipendenza (32) e forse da ancor prima. Dopo tutto, le voci dell’opposizione come Mehdi Ben Barka (33) ci sono sempre state. Soprattuto in Nord Africa, culla della cultura riformatrice nel mondo arabo, che ha visto fiorire la poesia di Abu Nawas sull’amore bisessuale, e la crescita del sociologo Ibn Khaldun. Il Marocco, dopo anni di repressione interna, ha visto aumentare la libertá di espressione dopo la morte del Re Hassan II, e la presa di potere del figlio, Mohammed VI, che in questi ultimi anni ha dato la sua approvazione anche per riforme concernenti lo status femminile (34) . Le libertá civili e di espressione continuano comunque a essere minacciate sia dalla monarchia sia dalla nuova ondata islamista. Nel 2007, il Marocco dovrá andare alle urne e la vittoria del PJD, se la popolazione non andrá in massa a votare alle urne, sembra essere annunciata. Il PJD ha infatti come base di propaganda le moschee del paese, in cui potere indottrinare l’elettorato. I quotidiani marocchini liberali si chiedono pertanto quale Marocco la popolazione vuole: se quello del progresso o quello dell’oscurantismo (35) . Fouad Laroui, uno dei piú noti scrittori marocchini, racchiude il dibattito in una sola frase: “Esiste il Marocco che sogna e quello che ha ancora le visioni” (36) . foto ansa |
(1) Sito ufficiale del film Marock: http://www.marock-lefilm.com/ (2) Fouad Laroui, Mon Maroc, Jeune Afrique, 07-05-2006. (3)Casablanca saisie par la fiévre "Marock ", Le Monde, 25-05-06. (4)Quotidiano saudita, Al Watan: http://www.alwatan.com.sa/daily/2006-06-01/socity/socity15.htm (5)Ibid. (6)Karim Boukhari, Tel Quel Online, n. 223. (7) Rita è interpretata dall'attrice, Morjana Alaoui. (8)In Marocco, come in Francia, le Scuole superiori durano quattro anni. (9)La regista, Leila Marrakshi, è sposata con Alexandre Arcady, di religione ebraica. (10) Youri é interpretato dall'attore francese di religione ebraica, Matthieu Boujenah, nato da genitori marocchini. (11) Casablanca saisie par la fiévre "Marock ", Le Monde, 25-05-06. (12) Karim Boukhari, Tel Quel Online, n. 223. (13) La scena é stata scelta dal settimanale, Tel Quel, come copertina, dedicando il numero 223 della rivista alla pellicola Marock: "Il film di tutti i tabú". (14) Ibid. (15) Ibid. (16) Jouad Mdidech, La polémique sur Marock met en lumière le culte du non-débat, La vie éco, 20-01-2006. (17) http://www.lebanonlinks.com/website.asp?id=7961&name=Haifa%20Fansite&cat=not%20specified. (18) Sito ufficiale : http://www.rotana.net/ (19) Karim Boukhari, Tel Quel Online, n. 223. (20) Quotidiano saudita, Al Watan: http://www.alwatan.com.sa/daily/2006-06-01/socity/socity15.htm (21) Ahmed R. Benshemsi, Vous avez la choix, Tel Quel online, n. 224. (22) Oumnia Guedda, Marock still sparking controversy, Morocco Times, 11-1-2006. (23) Ibid. (24) Ibid. (25) Ibid. (26) Ibid. (27) Jouad Mdidech, La polémique sur Marock met en lumière le culte du non-débat, La vie éco, 20-01-2006. (28) Ibid. (29) Karim Boukhari, Tel Quel Online, n. 223. (30) Ahmed R. Benshemsi, Vous avez la choix, Tel Quel online, n. 224. (31) Ibid. (32) Il Marocco é diventato indipendente il 2 marzo 1956. (33) Oppositore politico sparito a Parigi negli anni Sessanta. (34) La riforma della famiglia, La Moudawana. (35) Fahd Yata, Quel Maroc Voulons-Nous?, La Tribune, n. 501, 25-05-2006. (36) Fouad Laroui, Mon Maroc, Jeune Afrique, 07-05-2006. |