recensioni e segnalazioni 3/2023
Gastone Breccia
Il demone della battaglia
Alessandro a Isso il Mulino 2023 pp. 213 - euro 16,00 di J. A.
Alessandro a Isso il Mulino 2023 pp. 213 - euro 16,00 di J. A.
Novembre 333 a.C., Isso, confine tra Cilicia e Siria. Alessandro Magno affrontava Dario III di Persia al culmine di un’epocale avventura militare destinata ad abbattere il potere degli Achemenidi e a conquistare l’intero Impero persiano. Il giovane re macedone aveva condotto il primo anno di campagna in Asia Minore in maniera assai accorta: dopo aver sconfitto l’esercito raccolto dai satrapi locali sulla riva del Granico, a poca distanza dalla costa settentrionale, aveva infatti lottato duramente per il controllo delle città costiere. Consapevole della propria inferiorità sul mare, dopo la conquista di Mileto aveva proseguito verso la Fenicia, sempre nell’intento di togliere all’avversario le basi navali e gli arsenali della costa del Levante. Dario III era stato così costretto a intervenire alla testa di un grande contingente per difendere il proprio potere marittimo; aveva anche manovrato abilmente, riuscendo a interrompere le linee di comunicazione terrestri delle truppe macedoni con la madrepatria, finendo però per cacciarsi nella valle del Pinaro, a sud della cittadina di Isso, dove lo spazio relativamente angusto tra il mare e la dorsale dell’Amano non gli avrebbe permesso di sfruttare la propria superiorità numerica. Le fonti confermano come Alessandro fosse rimasto sorpreso dalla mossa del re di Persia, strategicamente efficace ma tatticamente imprudente; appena avuta certezza della presenza di Dario alle sue spalle, non ebbe comunque alcuna esitazione: come scrive Diodoro Siculo, «si rese conto che quella era un’occasione mandata dagli dèi per distruggere la potenza persiana in un singolo scontro», e tornò immediatamente indietro per dare battaglia. Lo scontro durò poche ore, e rimane un esempio di perfetta condotta tattica delle operazioni: Alessandro seppe calcolare il rapporto tempo-spazio necessario a spezzare l’ala sinistra nemica coi suoi squadroni di cavalleria pesante appoggiati dalla fanteria scelta degli hypaspistai, mentre al centro – non senza grosse difficoltà dovute all’attraversamento del Pinaro – le massicce taxeis della falange avanzavano per «fissare» il grosso dell’armata persiana, e sulla sinistra l’esperto Parmenione, al quale era stato affidato il compito più difficile e meno glorioso, doveva cedere terreno il più lentamente possibile di fronte alla superiorità numerica della cavalleria avversaria. La sera della battaglia Alessandro si impadronì dell’accampamento persiano. Si comportò con grande generosità, non come il nemico che li aveva catturati, ma come il loro nuovo legittimo sovrano e protettore per diritto di guerra. Il giovane re di Macedonia non soltanto aveva inferto un colpo mortale alla Persia: aveva combattuto come posseduto da un demone, dando forma a un mito che sarebbe durato nei secoli. I testimoni lo avevano visto lanciarsi a volto scoperto verso il carro di Dario alla testa dei suoi hetairoi, i “compagni”. Il suo modo travolgente di conquistare la vittoria era già leggenda, e sarebbe stato poi immortalato in una pittura celeberrima, di cui possediamo una copia grazie al mosaico conservato a Napoli, che ancora oggi costituisce la sola spettacolare “istantanea” di una battaglia antica.
David Omand
Lo Stato al sicuro Luiss University Press 2021 pp. 340 - euro 35,00
Lo Stato al sicuro Luiss University Press 2021 pp. 340 - euro 35,00
Che cosa fa la differenza tra buon e cattivo governo? Nella Siena del XIV secolo, a rammentare ai membri della Giunta dei Nove i principi cui ispirarsi nel proprio operato e i risvolti sulla società civile di un agire politico alternativamente virtuoso o dissoluto provvedevano gli affreschi delle pareti della Sala della Pace, la camera del Palazzo Pubblico ove gli stessi si riunivano: sulla facciata centrale, le allegorie della giustizia, della sapienza e del bene comune richiamavano al rapporto ideale tra le varie componenti di un’amministrazione assennata, in grado di garantire condizioni di armonia, sicurezza e prosperità; ai lati, contrapposte tra loro, raffigurazioni di creature mostruose, a indicare i terribili effetti del Cattivo Governo e i collegati pericoli per l’incolumità della popolazione, o più rassicuranti rappresentazioni di paesaggi lussureggianti, a celebrazione dei benefici legati al Buon Governo. Dunque, in quel mondo, come nel nostro, il benessere dei cittadini dipendeva dalla presenza di una guida saggia, di un’azione giudiziaria imparziale e di una sintonia sociale. E il governo, allora come oggi, veniva giudicato anche sulla base della sua capacità “intelligence” di prevedere i problemi, evitarli o mitigarne le conseguenze, preservando il consenso pubblico. La profonda analisi di Omand è presentata con l’intento di aiutare a comprendere più chiaramente dove si trova il miglior equilibrio tra i diversi interessi in gioco in fatto di sicurezza nazionale.
Thomas Fingar
Ridurre l'incertezza
Luiss University Press 2022
pp. 201 - euro 25,00
di Tom Tom
L’analisi d’intelligence a supporto del Decisore si prefigge di ridurre l’incertezza relativa alle aspirazioni, intenzioni e azioni di nemici e, talora, anche di alleati. Alla Intelligence Community americana sono richieste precisione e velocità nel fornire gli sviluppi dei dossier ritenuti d’interesse, sì da scongiurare o limitare prontamente possibili scenari esiziali per la sicurezza nazionale. Nel tempo, la minaccia è cambiata e sono di conseguenza mutati gli obiettivi informativi, gli ambiti di ricerca e i metodi di raccolta operativa. Invariate, invece, rispetto alla fluidità dei contesti: la richiesta di notizie «migliori e in numero maggiore»; l’esigenza di elaborazione di valide ipotesi con cui colmare eventuali vuoti d’indagine; l’importanza di disporre di risorse umane qualificate e affidabili. Guardando all’esperienza statunitense, Fingar lumeggia talune delle modifiche intervenute negli ultimi 20 anni sulla portata e il contenuto della funzione d’analisi e sugli elementi indispensabili a produrre pareri accurati e lungimiranti. Quindi, descrive il “mestiere” dell’analista, indagando su tecniche e modalità di lavoro e sull’influenza esercitata dagli ambienti politici. Enumera, infine, alcuni insegnamenti appresi durante la sua lunga carriera, soffermandosi a illustrare la ratio di alcune scelte da lui stesso compiute nel periodo 2005-2008, nel ruolo di vicedirettore dell’intelligence nazionale per l’analisi e di presidente del National Intelligence Council.
Arturo Pérez-Revert
L'italiano
Rizzoli 2022
pp. 416 - euro 20,00
Gibilterra, 1942. In questa terra di confine, covo di spie e nemici sotto ogni bandiera, si combatte una guerra occulta e silenziosa. Dalla costa la contraerea alleata taglia il cielo con la luce dei suoi fari, mentre nelle profondità del Mediterraneo un’unità di sommozzatori della X Mas, dotati di siluri a lenta corsa, conduce azioni di sabotaggio ai danni della flotta britannica. Tra questi militari c’è il sottufficiale Teseo Lombardo. È lui che Elena Arbués, libraia gibilterriana ventisettenne, trova una mattina passeggiando sulla spiaggia: una massa nera, immobile, riversa sulla battigia color ambra, che lo schiarirsi del giorno trasforma in un uomo ferito e privo di sensi. Ed è a lui che ripensa incessantemente, dopo averlo assistito e riconsegnato ai suoi camerati, nei mesi successivi, come a un Ulisse uscito dal mare. Elena è una donna forte sul cui carattere il mondo non fa breccia, Teseo un soldato coraggioso e fedele. Avvicinati dal destino, possono cambiare le sorti della guerra. Appunti, monografie, diari, testimonianze dirette e indirette: partendo da una foto appesa alla parete di una libreria di Venezia, Arturo Pérez-Reverte ha scandagliato le acque della Storia per riportare a galla vicende realmente accadute, quelle del gruppo Orsa Maggiore, rimaste ai margini dei grandi eventi della Seconda guerra mondiale. Vicende scomode per il nostro passato, dove il mito non arriva, ma che il grande autore spagnolo ha voluto restituirci, raccontando di uomini e donne che le vissero realmente.
Franco Bernabè - Massimo Gaggi
Profeti, oligarchi e spie
Feltrinelli 2023
pp. 320 - euro 22,00
Sono molti i Paesi irretiti dai produttori di tecnologia. All’inizio in virtù di servizi attraenti e apparentemente gratuiti, poi è nato un mondo proprietà delle Big Tech, ricco di opportunità ma anche di distorsioni potenzialmente fatali per la democrazia. A stravolgere pesi e contrappesi su cui si basano i sistemi democratici è il modo in cui la tecnologia e il web vengono manipolati da enormi concentrazioni di potere economico. Abbiamo ora tre montagne da scalare: definire i rischi di uno sviluppo senza controlli della tecnologia; concordare le regole che si applicano agli operatori; introdurre un freno allo strapotere dei monopoli. Per procedere, l’Europa ha la volontà politica ma forza insufficiente, e gli Stati Uniti hanno la forza ma manca la volontà politica. La Cina mette la museruola ai grandi capitalisti dell’economia digitale ma con l’obiettivo di rafforzare il potere autoritario. Se il mantenimento dell’ordine e la sorveglianza sociale verranno affidati alle macchine senza controlli, se l’intelligenza artificiale sarà in grado di sostituire l’uomo anche nella creatività, sarà sempre più difficile difendere gli spazi di libertà dal grande Leviatano tecnologico. Non possiamo permetterci di cedere alla logica che vede nella presunta saggezza dell’algoritmo il fattore che rende obsoleto il dibattito democratico. È questa la deriva che dobbiamo arrestare. Non respingendo la tecnologia ma governandola. Quale deve essere la risposta dei governi? E le democrazie sono abbastanza forti da resistere a questa tempesta?
Philipp Blom
La natura sottomessa
Marsilio 2023
pp. 352 - euro 22,00
Prona al volere dello spietato dominatore o grembo materno di cui l’essere umano non è che uno dei figli: qual è il vero volto della natura? E gli sconvolgimenti che stiamo vivendo sono una seconda cacciata dal Paradiso o un’occasione per liberarci da ideologie e falsi miti che ci hanno condotti alla situazione attuale? Blom risale alle origini delle grandi narrazioni e creazioni artistiche che hanno modellato la nostra visione del mondo, mostrando come «ogni volta che distinguiamo tra cultura e natura, economia ed ecologia, ogni volta che la virtù sembra coincidere magicamente con il proprio tornaconto e i privilegi appaiono giustificabili è all’opera un pensiero di matrice teologica». Dalla convinzione che esistano gerarchie naturali sono scaturite infatti forme sempre nuove di sottomissione: dell’uomo sulla donna, di una nazione sulle altre, della cultura occidentale su immaginari e tradizioni differenti. Se gli illuministi hanno elevato il dominio a vocazione suprema del genere umano, il capitalismo e il comunismo hanno dichiarato guerra alla natura, confondendo la sopraffazione con la ragion di Stato. Ripercorrendo gli snodi fondamentali che hanno segnato il nostro rapporto con il Pianeta, l’autore rimette in questione riti e rappresentazioni simboliche, dalle pitture rupestri ai dipinti di William Turner alle interpretazioni del volo di Icaro e intuizioni di Alexander von Humboldt. In questa indagine sulle tracce di un’idea, l’invito ad andare oltre il catastrofismo e a usare l’immaginazione per «rendere il mondo nuovamente abitabile, anche in senso filosofico».
Greta Cristini
Geopolitica.
Capire il mondo in guerra Piemme 2023 pp. 224 - euro 12,90
Capire il mondo in guerra Piemme 2023 pp. 224 - euro 12,90
Prima del 24 febbraio 2022, la guerra era esclusa dagli orizzonti dell’uomo occidentale, se non come fenomeno storico lontano nel tempo o nello spazio. L’attacco russo all’Ucraina ha reso inevitabile il confronto quotidiano con parole dimenticate come “esercito, intelligence, escalation, armi nucleari”. Per orientarsi negli inquietanti sviluppi bellici di questa nuova epoca viene in soccorso la geopolitica. Greta Cristini, analista emergente e firma di «Limes. Rivista italiana di geopolitica», ha girato in lungo e in largo le città e le campagne ucraine invase dai russi, studiando sul campo le storie di tanti individui e comunità da Kiev a Mykolaïv, da Odessa a Kharkiv, da Dnipro a Kherson, da Leopoli all’intero Donbass. Ma è proprio dall’osservazione diretta delle tragedie del conflitto che nasce l’esigenza di uscire dalla cronaca “in tempo reale”. Per capire il mondo in guerra è necessario spogliarsi delle proprie convinzioni etiche e ideologiche e rivestire i panni degli attori in gioco, per cogliere l’intreccio fra dinamiche militari e retaggi storici e antropologici, cultura strategica, vincoli geografici, recondite paure collettive e interessi politico-economici che muovono le nazioni sullo scacchiere mondiale. La prospettiva geopolitica adottata dall’autrice ricostruisce con esemplare chiarezza il quadro più ampio dei nuovi (dis)equilibri internazionali, senza mai trascurare il fattore decisivo, quello umano. Ci attendono nuovi sconvolgimenti: con questo libro, almeno, potremo arrivare preparati.
Sergio Valzania
Le guerre dell'oppio
Mondadori 2023
pp. 288 - euro 22,00
L’incontro avvenuto nell’Ottocento tra la società europea, guidata dalla Gran Bretagna, e l’Impero cinese Qing non fu un idillio. Per secoli il Celeste Impero aveva gestito intense e redditizie esportazioni di rabarbaro, tè, seta e porcellane, limitando le importazioni a esigue quantità di cotone e lana. Per gli scambi con l’Occidente era aperto il solo porto di Canton e ogni trattativa passava attraverso pochi mercanti locali autorizzati. Agli stranieri era proibito entrare in città, aggirarsi per la campagna, studiare e insegnare il cinese, e terminate le contrattazioni dovevano ritirarsi. Le navi partivano dai porti inglesi con le stive cariche del solo argento necessario agli acquisti. La situazione mutò quando la Compagnia delle Indie iniziò a importare in Cina oppio in grande quantità, una merce nota da lungo tempo e utilizzata in Europa e India sia come medicinale sia per le doti euforizzanti. Il tentativo di Pechino di proibirne il commercio portò a due guerre (1839-1842 e 1856-1860), la prima combattuta dai soli inglesi, la seconda unitamente ai francesi. In entrambe le circostanze, la Cina fu sconfitta e costretta ad accettare trattati di pace che prevedevano cessioni territoriali e l’apertura del mercato alla penetrazione commerciale e ideologica occidentale. L’eco della lunga stagione di conflittualità interna che ne seguì risuona ancora nella storia attuale della potenza asiatica. L’autore indaga il corso di quegli eventi, che rappresentano una pagina fondamentale per comprendere gli equilibri odierni, tanto sul piano culturale quanto su quello economico.
Consuelo de Saint-Exupéry
Memorie della rosa
Love Edizioni 2023
pp. 268 - euro 17,50
Nel 1930, a Buenos Aires, dove era stato nominato direttore operativo della Compagnia Aeroposta Argentina, Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944), incontra Consuelo Suncìn de Sandoval (1901-1979). Lei è una ventottenne di ricchissima famiglia, bella ed esuberante, artista e scrittrice. È amore a prima vista e matrimonio l’anno dopo. Consuelo e Antoine si muovono tra l’alta borghesia ma, soprattutto per la vita e gli interessi di lui, sono spesso separati e non mancano i momenti di depressione. La nascita del mito di Saint-Exupéry dopo il successo del Piccolo Principe e la morte del suo autore, hanno relegato nell’ombra la figura di colei che ispirò il capolavoro letterario (Consuelo è la “rosa”). Ma la rivelazione al pubblico mondiale di un inedito manoscritto conservato dagli eredi di Consuelo, scritto dalla donna negli anni della Seconda guerra mondiale, ha cambiato la visione che abbiamo di Saint-Exupéry. Consuelo scrive con il cuore e narra la vita di due enfants terribles, che non possono fare a meno l’uno dell’altro, benché la vita si ostini a dividerli. Sono due le figure che si contendono la scena in queste pagine: l’uomo Saint-Exupéry, con i suoi rapporti contrastanti con l’universo femminile, il suo desiderio di morte, la sua costante angoscia di non poter servire la propria Patria, la sua natura di scrittore “notturno”, lunare; e Consuelo, donna di cuori e di tempeste, dalla femminilità forte e delicata al tempo stesso, il suo controcanto intenso ed efficace alla vita dell’eroe e alle sue imprese.