recensioni e segnalazioni 1/2023
Enrico Testa
Sofocle
La solitudine di Filottete il Mulino 2021 pp. 173 - euro 14,00 di Jordanus
La solitudine di Filottete il Mulino 2021 pp. 173 - euro 14,00 di Jordanus
Enrico Testa ci porta nel cuore del Filottete, l’enigma più radicale di Sofocle, messo
in scena nel 409 a.C. Di alcune premesse della vicenda abbiamo notizia nell’Iliade
(II, vv. 965-975), dove si parla di Filottete che, in preda a violenti dolori per la
«piaga maligna di serpente funesto», è costretto su un’isola dove lo lasciarono i
figli degli Achei. L’arciere sciancato giace nell’isola di Lemno, abbandonato nove
anni prima da Odisseo e dagli atridi, Menelao e Agamennone, perché i suoi lamenti
impedivano la celebrazione dei sacrifici e turbavano i guerrieri impegnati
nella presa di Ilio. Con sé Filottete ha solo un paio di stracci e l’arco avuto in ricompensa
per aver accolto la preghiera di Eracle di appiccare il fuoco alla sua
pira. È un’arma magica, che non manca un colpo. Dopo tanto tempo dal suo esilio,
Eleno, un indovino troiano catturato dai greci, rivela che senza di lui e il suo arco
Troia non potrà essere conquistata. Allora il povero eroe torna utile. Ulisse e
Neottolemo arrivano sull’isola per condurlo a Troia. Da qui i dialoghi che portano
in scena, come nella vita, l’esclusione del malato e la sua drammatica solitudine,
il conflitto tra interessi e la pietà; a ben vedere, i medesimi temi che, secoli dopo,
pure caratterizzeranno le vicende del “negro del Narciso”, il marinaio turbercolotico
frutto della fantasia di Joseph Conrad, per la sua infermità confinato nel cassero
della nave dal suo stesso capitano, in nome di un bene superiore (la sopravvivenza
dell’equipaggio). Odisseo afferma di agire per conto di Zeus e di essere colui che
«rema al suo servizio». Insieme a lui Neottolemo, che nel corso dei dialoghi acquisterà
una sua coscienza autonoma. In questa tragedia non muore nessuno.
L’unico sangue che scorre è quello che sgorga dal piede in cancrena di Filottete,
uomo dei dolori. Giusto tra i giusti, sperimenta una «amara, nuda vita» che per 10
anni lo ha privato finanche di un sorso di vino. Vede navi partire senza portarlo a
bordo, eppure è l’uomo che desidera ascoltare il suono della voce dei nuovi arrivati,
perché è phoné umana. Odisseo spiega che «a governare il mondo è la lingua,
non l’azione» e «ogni occasione richiede certi uomini / e lì ci sono io: opportunamente». Filottete, invece, sta in silenzio o si affida. Neottolemo pone la domanda
di senso: «Dov’è che vogliamo arrivare?». «Sbrigarsi al momento giusto porta, svanita
la fatica, sollievo e sonno», dice Filottete al giovane a cui è scesa addosso una
«pietà terribile» per l’abbandonato. Per guarire il suo male, a Troia l’eroe stanco
potrà trovare i figli di Asclepio. E la gloria, uccidendo Paride. Lascia Lemno e ritorna
dunque in campo, portato dal «divino demone che domina su ogni cosa e
su tutti noi». Così la sua storia diventa mito, «il pensiero sognante di un popolo».
Alberto Pagani
Manuale di intelligence e Servizi segreti Rubettino 2019 pp. 454 - euro 28,00 di Maria Antonietta Calabrò
Manuale di intelligence e Servizi segreti Rubettino 2019 pp. 454 - euro 28,00 di Maria Antonietta Calabrò
È dedicato alla memoria di Vincenzo Li Causi, Nicola Calipari, Lorenzo
D’Auria e Pietro Antonio Colazzo, e al lavoro di tutte le donne e gli uomini
dell’intelligence che operano per la sicurezza della Repubblica Italiana, senza che nessuno possa
saperlo o ringraziarli. E proprio questo fa comprendere meglio di ogni altra cosa che il Manuale
di intelligence e Servizi segreti scritto da Alberto Pagani, con la presentazione di Andrea Manciulli
e Marco Minniti, è utilissimo per la gente comune, l’opinione pubblica più vasta, politici, militari
e civili che siano. La guerra in Ucraina ha riportato alla ribalta l’importanza dell’intelligence.
Questa considerazione è oggi possibile anche grazie alla trasformazione sostanziale del modus
operandi dell’intelligence, in particolare americana e inglese. Cioè l’accentuata condivisione
pubblica dei risultati di conoscenza dei Servizi segreti. Ma negli ultimi anni anche in Italia è stato
fatto un enorme sforzo di comunicazione istituzionale. Questo è stato possibile grazie a una
legge dello Stato del 2014, ma chi vuole potrà trovarne documentazione nel sito del comparto
«Sicurezza nazionale». Per tornare all’attualità, consiglio la lettura del capitolo 4 sui Servizi segreti
nei principali Paesi e in particolare il paragrafo sui Servizi segreti russi perché, come scrive l’autore,
non si può comprenderne la specificità odierna «senza conoscere la storia di quelli sovietici,
perché sono legati da un filo conduttore che non si è mai sciolto». E, quanto ai Servizi italiani,
come fu un ufficiale di Marina, nome in codice “Ulisse”, il futuro capo del Sismi, Fulvio Martini,
ad assicurare un contributo fondamentale per “risolvere” la crisi missilistica di Cuba, allorché si
sfiorò un’altra guerra mondiale.
Federico Prizzi
Cultural intelligence ed etnografia di guerra
Edizioni Altravista 2021
pp. 217 - euro 25,00
di Konrad
Lo scopo che si propone il volume è triplice. Ovvero, quello di presentare
un nuovo metodo di analisi antropologica sul campo di battaglia a supporto
dell’intelligence militare, al fine di studiare gruppi sovversivi, terroristici e insorgenti: la Cultural
Intelligence. Si è voluto, inoltre, definire una nuova figura professionale nell’ambito degli staff e
delle unità militari, l’Etnografo di Guerra, e infine conformare l’innovativo approccio analitico
alla comprensione dell’information warfare di al Shabaab, noto gruppo jihadista somalo. Un caso
studio, questo, ritenuto importante perché incentrato su come, nel XXI secolo, un attore insorgente
possa manipolare la comunicazione mediatica durante un conflitto al fine di mantenere
l’iniziativa a livello tattico e strategico. Un libro che ha, di conseguenza, l’ambizione di fornire
un contributo ai tecnici del settore con la consapevolezza che, per affrontare le guerre del futuro,
ci sarà sempre più bisogno di uno sguardo antropologico. Federico Prizzi ha coniugato la dimensione
di polemologo e storico militare con i suoi trascorsi di ricerca sul campo in zone di
guerra e ha centrato l’obiettivo, trattandosi di una tematica articolata e complessa, di fornire uno
strumento di lettura esauriente e conciso in grado di favorire un’osservazione partecipante.
Antonio Musarra
Medioevo marinaro
il Mulino 2021
pp. 303 - euro 22,00
«Il mare restava un luogo sconosciuto, fucina di leggende, foriero di grandi
paure: allegoria, metafora, contrassegno d’un Altrove irraggiungibile; un
luogo capace d’incutere reverenza e timore». Nel Medioevo, il Mediterraneo era un mare malnoto
e inquietante. Nondimeno, gli uomini ne costeggiavano le sponde e lo attraversavano in
ogni direzione. Un mondo viveva su e per il mare. Ma come? Antonio Musarra riporta in luce
ogni aspetto di quel Medioevo marinaro: la rete diffusa dei porti – «brecce lungo la costa, zone
ibride fra terra e mare, aree di scambio di merci e culture, varchi di comunicazione aperti verso
il mondo» – e degli attracchi; i mestieri centrati sull’attività portuale, pesca compresa; i diversi
tipi di naviglio, come la galea per la guerra e numerosi altri intermedi, quali la barca, il palischermo,
la gondola, il gatto, il lembo, il leudo, lo schiffo, per citarne alcuni, destinati al piccolo
commercio, alla pesca o al trasporto veloce di uomini lungo la costa; la formazione in pace e in
guerra degli equipaggi, uomini senza volto, «autentici naufraghi della storia dimenticati dalla
storiografia»; l’organizzazione della non facile vita quotidiana a bordo, i cui ritmi erano dettati
dalle concrete necessità della navigazione; le tecniche di navigazione e gli strumenti per orientarsi;
la legislazione marittima; le battaglie, la pirateria. Per concludere con una panoramica della
conflittualità mediterranea e un approfondimento sulle navigazioni esplorative compiute nell’Atlantico.
Benedetta Craveri
La contessa
Virginia Verasis di Castiglione Adelphi 2021 pp. 452 - euro 24,00
Virginia Verasis di Castiglione Adelphi 2021 pp. 452 - euro 24,00
«Io non credo nell’amore, è una malattia che passa com’è venuta... prendetemi
oggi, non contate di avermi domani» scrive Virgina Verasis di
Castiglione a uno degli innumerevoli amanti, palesando la sua esigenza più radicata e insopprimibile:
non avere padroni. Una necessità che emerge prepotente dal racconto che della sua vita
ci propone l’autrice. Tutti noi crediamo di sapere chi sia stata la contessa di Castiglione: una “seduttrice
seriale” d’incomparabile bellezza che, dopo aver conquistato (secondo le istruzioni ricevute
dal conte di Cavour) Napoleone III e abbagliato la corte del Secondo Impero, si chiuse in
una casa senza specchi nascondendo ai propri occhi e a quelli del mondo l’inarrestabile decadenza.
Ma colei che Robert de Montesquiou consacrò come «la divine comtesse» è stata molto
di più, e Benedetta Craveri, che ha rintracciato negli archivi italiani e francesi un’ingente mole
di lettere inedite, ce lo fa scoprire lasciando che sia Virginia a parlarci di sé: degli amori e delle
ambizioni, delle paure e delle ossessioni. Vengono così alla luce aspetti sorprendenti di una
donna che seppe usare il fascino, l’intelligenza politica, l’audacia, la volontà di dominio, l’abilità
di commediante e una buona dose di cinismo per raggiungere un traguardo all’epoca inimmaginabile:
disporre liberamente della propria esistenza. Una ribellione alle regole imposte dalla
morale del secolo borghese che, scrive Craveri, «ha mantenuto intatta la sua forza incendiaria e
che ancora oggi disturba, sconcerta, scandalizza».
Valerie Hansen
La scoperta del mondo
Mondadori 2021
pp. 336 - euro 23,75
Per convenzione, l’“età delle scoperte” ebbe inizio nel 1492, con l’impresa
di Colombo. Eppure merci, persone, religioni e microbi viaggiavano lungo
rotte marittime tracciate molti secoli prima: nell’anno Mille gli scandinavi avevano raggiunto le
coste del Nord America, si erano addentrati fino allo Yucatán ed erano stati catturati dai Maya.
L’autrice sostiene che furono proprio le esplorazioni di quell’epoca a innescare l’avvio della globalizzazione:
come i vichinghi in cerca di legname arrivarono in Canada, così i cinesi si spinsero
fino in Australia e oltre le Filippine per soddisfare la brama di lumache di mare e piante aromatiche.
Ovunque, popoli animati da bisogno o avidità intrecciarono relazioni commerciali e fondarono
empori. Questo giro del mondo fa tappa negli imperi mesoamericani, nella Cina delle
stirpi Song e Liao, nei califfati dell’Asia centrale e nell’Africa delle dinastie arricchite dall’estrazione
aurifera, senza dimenticare i mari del Sud, dove i polinesiani identificarono Rapa Nui,
Nuova Zelanda, Samoa e Hawaii ben prima di Magellano. Certo, le differenze con la globalizzazione
attuale sono notevoli, ma le genti dell’anno Mille affrontarono molte delle sfide con cui
abbiamo a che fare anche noi. Perciò, quando ci chiediamo se cooperare o rivaleggiare con i
nostri vicini, il mondo dell’XI secolo può farci intuire che l’apertura di vie globali offrì un arricchimento
economico e intellettuale per avventurieri e per chi, rimasto a casa, conobbe l’alterità
grazie alla circolazione di prodotti e idee, a dimostrazione che accogliere con curiosità quel che
sembra insolito e distante porta a risultati condivisi e vantaggiosi.
Alessandro Aresu
Il dominio del XXI secolo
Feltrinelli 2022
pp. 254 - euro 20,00
Siamo in guerra, anche se in pochi lo sanno. È una guerra invisibile che si
combatte fra la Cina e gli Stati Uniti, eppure riguarda da vicino ciascuno di
noi. Ha fatto entrare nella nostra vita quotidiana temi oscuri come i semiconduttori, il litio e il
cobalto. Taiwan è diventata l’isola più importante del Pianeta, mentre Washington impedisce
alle sue aziende di vendere prodotti a Pechino attraverso sanzioni sempre più sofisticate. Il territorio
che deciderà il destino di questo secolo è la tecnologia. Dalle comunicazioni all’energia,
il digitale pervade tutti gli ambiti sui quali sono concentrati gli investimenti dei maggiori attori
globali. Ogni smartphone, sensore e auto dipende proprio dall’evoluzione continua e avveniristica
dei semiconduttori. Contemporaneamente, lo stoccaggio delle energie rinnovabili e l’ascesa
della mobilità elettrica, la cui componente principale è la batteria, avranno conseguenze su numerosi
settori, soprattutto quello automobilistico, essenziale per l’economia e la società di molti
Paesi. Già oggi il baricentro industriale del mondo è l’Asia, il centro manifatturiero della Terra.
Chi sono i protagonisti di questa guerra? Uomini di governo, certo, ma anche ingegneri, ricercatori,
assemblatori, imprenditori: persone che plasmano la vita non visibile del Pianeta. L’autore
ne racconta le storie, avventurose, ciniche e geniali, e ci guida attraverso una mappa fatta di dipendenze
e ricatti, strategie e colpi di scena. Chi conquisterà l’egemonia sul XXI secolo?
Javier Marías
Tomás Nevinson
Einaudi 2022
pp. 600 - euro 22,00
Tomás Nevinson, marito di Berta Isla, cede alla tentazione di rientrare nei
Servizi segreti dopo esserne uscito: gli viene infatti proposto di andare in una
città del nord-ovest della Spagna per identificare una donna che 10 anni prima aveva preso parte
ad alcuni attentati dell’Ira e dell’Eta. Siamo nel 1997 e l’incarico reca la firma del suo ambiguo ex
capo Bertram Tupra che, in precedenza, con l’inganno, aveva condizionato la sua vita. «Ho avuto
un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere
una donna». Due uomini, uno nella finzione e uno nella realtà, ebbero la possibilità di uccidere
Hitler prima che questi scatenasse la Seconda guerra mondiale. A partire da qui, l’autore esplora
il rovescio del comandamento «non uccidere». Quegli uomini avrebbero fatto bene a sparare al
Führer: è forse lecito fare lo stesso contro qualcun altro? Forse «uccidere non è un gesto così
estremo se si ha piena nozione di chi si sta uccidendo». Questo romanzo è una profonda riflessione
sui limiti di ciò che è lecito fare, sulla macchia che quasi sempre accompagna la volontà di
evitare un male peggiore e, soprattutto, sulla difficoltà di determinare quale sarà quel male. Sullo
sfondo di episodi reali del terrorismo europeo, Tomás Nevinson è la storia di un uomo costretto a
guardarsi allo specchio e confrontarsi con la propria vita, un uomo cui è già accaduto di tutto e
al quale, apparentemente, non poteva succedere più nulla. La storia di un uomo. Ma, finché la
vita non finisce, tutto può avvenire…
a cura di Guido Davico Bonino
Il libro del mare
Rizzoli 2021
pp. 230 - euro 17,00
Da sempre l’uomo vive un legame profondo con il mare, un “personaggio”
che nei millenni ha assunto molteplici volti. In questa evocativa raccolta,
l’autore naviga attraverso i simboli e i significati del mare schiusi dai più grandi autori di tutti i
tempi: dagli ignoti del Libro dell’Esodo a Omero, da Marco Polo a Dante Alighieri, da William
Shakespeare e Michel de Montaigne fino a Giacomo Leopardi, Robert Louis Stevenson, Rudyard
Kipling e Marcel Proust, per finire con Grazia Deledda, Filippo Tommaso Marinetti e Federico
García Lorca. Tuffandosi in capisaldi della letteratura quali Paradiso perduto, Robinson Crusoe e
Il conte di Montecristo, Davico Bonino ci guida in un’incredibile traversata che tocca le corde più
intime dell’animo umano, alla scoperta delle varie incarnazioni di Poseidone. Accogliente o minaccioso,
romantico o giocoso, mortale o fecondo, il mare in tutte le sue sfumature anima poesie,
novelle, resoconti di viaggio e romanzi indimenticabili, spesso incarnando le sfide interiori che
gli uomini di ogni tempo si trovano ad affrontare, così come la sete di conoscenza e il bisogno di
avventura che animano lo spirito di tanti letterati e delle loro storie immortali.