Per l’apertura del nuovo anno editoriale, Gnosis propone un numero che si tinge d’azzurro: l’azzurro del mare, elemento ancora una volta al centro della nostra ricerca a prosecuzione di un filone di studio introdotto nel 2022 che, per la varietà e complessità degli aspetti connessi al tema, appare meritevole di un ulteriore spazio di discussione; l’azzurro colore identitario dell’Aeronautica Militare, cui la Rivista dedica alcuni interventi in occasione del centenario dalla sua costituzione quale Forza armata autonoma. Illustra gli obiettivi del volume Alessandro Leto, il quale, ribaditi il rapporto ancestrale che lega l’uomo all’acqua e l’importanza di politiche di sviluppo sostenibile in grado di conciliare produzione di ricchezza e tutela del patrimonio naturale, invita a considerare il mare quale nuova frontiera di crescita economica e sociale. Egli pone quindi l’accento sulla necessità di ripensare la strategicità del bacino del Mediterraneo e, segnatamente, del “Mediterraneo allargato”, espressione coniata per la prima volta dalla Marina Militare italiana – come sottolinea il capo di Stato Maggiore, ammiraglio di squadra Enrico Credendino – a indicare un teatro geopolitico comprendente, oltre all’area mediterranea in senso stretto, tutte quelle contigue a est e sud-est (dal Mar Nero fino al Golfo Persico) che possono considerarsi sue propaggini in quanto a essa strettamente interconnesse dal punto di vista commerciale, militare e politico. Una zona d’influenza immensa, per l’ingente mole di scambi, di flussi migratori, di relazioni diplomatiche che vi si svolgono e che ne fanno un banco di prova elettivo per le sfide che i governi mondiali si apprestano a fronteggiare sul piano demografico, energetico, alimentare e del dialogo interpopoli (Domenico Giani). Per quanto riguarda l’Italia, si tratta di un quadrante prioritario della cooperazione internazionale. Tra i fronti più caldi v’è certamente quello ambientale, rispetto al quale il nostro Paese, fortemente dipendente dal mare, è chiamato a interpretare un ruolo di primissimo piano nel salvare il Mare Nostrum dalla sorte cui sembra tristemente avviato di Mare Mortuum. Auspicabili, in tal senso, iniziative di gestione responsabile delle risorse alieutiche, di recupero e riciclo dei rifiuti marini (Roberto Carlucci – Gianfranco D’Onghia – Porzia Maiorano) e di rilancio di un network di aree marine protette (Nicolò Carnimeo), da conseguirsi in collaborazione con altri Stati e facendo leva sulle innate attitudini istituzionali di diplomazia culturale, scientifica ed economica. Le stesse che, ad esempio, da sempre contraddistinguono la Marina Militare, la cui presenza vigile nel Mediterraneo allargato e le azioni di soft power realizzate nella macroregione assicurano da tempo un valido supporto nel conseguimento di obiettivi securitari e di politica industriale nazionali, a conferma della spiccata vocazione “intelligence” di questa straordinaria Forza armata (Credendino). Vocazione, peraltro, più volte emersa nel corso della nostra storia recente: lo ricorda bene Cosmo Colavito, che nel suo contributo rende giustizia alle peculiari capacità Humint e Sigint dei militari del mare soffermandosi a descrivere i più significativi sabotaggi condotti nel corso delle due guerre mondiali a danno di cavi sottomarini avversari, sistemi critici per il controllo di dati e informazioni oggi ancor più fondamentali nel gioco della competizione geopolitica e oggetto di crescenti investimenti da parte di tutte le maggiori potenze economiche. Emblematico è il caso della Cina, che nel piano China Manufacturing 2025 ha messo nero su bianco l’intenzione di arrivare a possedere, entro i prossimi due anni, almeno il 60% della quota di un mercato che attualmente vede il primato degli Stati Uniti, proprietari di più della metà dei cavi subacquei a livello globale e già strenuamente impegnati a difendere il business dalle mosse di Pechino. È uno scontro di cui si parla poco nonostante sia uno dei terreni di confronto più delicati tra i due Paesi, insieme a quello per il controllo delle infrastrutture portuali (Alessandro Aresu) e dei traffici commerciali nel sud Pacifico, area in cui negli ultimi due decenni è cresciuta l’influenza del Dragone che, squilibrato verso la terra e con un’altissima densità di popolazione “marina”, punta a espandervi la sua Zona economica esclusiva (Roberto Casati – Umer Gurchani) proprio per contendere l’egemonia statunitense. Una dualità, questa, destinata ancora a lungo a determinare gli equilibri mondiali, come quella che – volendo fare un parallelo – vide secoli fa protagoniste altre due grandi potenze, l’una talassocratica per eccellenza, il Regno Unito, l’altra tellurocratica ma con forti ambizioni al dominio marittimo, la Francia, poi definitivamente risolta a vantaggio della supremazia britannica dalla battaglia di Trafalgar, oggetto degli interventi di Ernesto Ferrero e Gastone Breccia, rispettivamente incentrati sul conflittuale rapporto di Napoleone con il mare e sull’esemplare azione di comando di Horatio Nelson nel corso del celebre scontro. Dunque, oggi come in passato, le distese marine sono il confine su cui si consumano alleanze, confronti, conflitti, così come pure grandi eroismi destinati a scrivere la storia dell’umanità (Paolo Caccia Dominioni). Un’umanità che nel mare riscopre la sua essenza, recuperando nella sua eterna instabilità, fatta di tempeste e bonacce, di vita e di morte, il senso primordiale dell’esistenza (Ginevra Leganza); nell’andirivieni delle onde, una fonte d’ispirazione letteraria e poetica (Paolo Bertinetti, Francesco Palmieri); nella sua oscurità, un pretesto per perdersi e subito ritrovarsi, orientarsi, con i fari che aiutano a seguire la rotta (Enrica Simonetti); nel suo essere misterioso, un’occasione per avvincenti e irripetibili esperienze (Luca Goldoni). Allontanandosi dall’orizzonte acquoreo, la ricerca approda a questioni più “terrestri”, come quelle recuperate da Gianluca Falanga che, scavando negli archivi, si sofferma sulle indagini interne al Servizio informativo della Repubblica Federale Tedesca condotte a metà degli anni Sessanta che portarono all’arresto di alcuni agenti ex nazisti, teoricamente anticomunisti, accusati di spionaggio in favore dell’Unione Sovietica. Dalla terra, l’analisi si sposta verso il cielo: la rubrica dedicata allo stemma dell’Arma Azzurra e quella Numismatica, in cui Roberto Ganganelli passa in rassegna alcune tra le più importanti medaglie commemorative della Forza armata, celebrano il glorioso centenario dell’Aeronautica. Chiude il volume il consueto appuntamento con il cinema curato da Elisa Battistini, incentrato sull’Operazione Mincemeat che, nella primavera del 1943, favorì lo sbarco degli Alleati in Sicilia.