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GNOSIS 2/2006
A 20 anni dagli accordi di Oslo

La parabola dell'Olp
da Fatah ad Hamas


Anna BARDUCCI

In questo numero della Rivista si è ritenuto di dover approfondire la conoscenza di quanto sta accadendo in Palestina. Coerenti alla linea editoriale adottata sin dal primo numero offriamo punti di vista diversi e l’analisi della situazione secondo varie prospettive. Oltre al ‘forum’, dunque, diamo ai lettori un ulteriore strumento per disegnare lo scenario in quell’area. Spesso ci si confronta con analisi degli eventi mediorientali dalle quali ricaviamo la sensazione che, evidentemente, quella civiltà è molto diversa dalla nostra e segue dinamiche sue proprie, che gli esperti si sforzano di rendere ancora più ermetiche e complesse. Meno di frequente, invece, si ottiene una visione di quegli stessi eventi ricca di una intelligente semplicità. In questo articolo, infatti, l’esame della situazione ‘politica’ palestinese e degli equilibri tra le varie fazioni viene proposto svelando aspetti del tutto simili a quelli a cui siamo abituati osservando quanto accade nelle vicende occidentali. E’ un processo reso possibile dall’abilità dell’autrice che arricchisce il percorso logico offerto al lettore di tutte quelle informazioni necessarie a disegnare il quadro complessivo della situazione e lasciando così liberi di riconoscere quegli aspetti, quelle strategie che è possibile interpretare e ’leggere’ senza l’ausilio di alcuna peculiare expertise.


foto ansa


Introduzione

Le elezioni legislative dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) - tenutesi il 25 gennaio 2006 - e la successiva vittoria del movimento islamista, Hamas, hanno segnato un punto di svolta significativo nell'evoluzione politica dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp). Il 18 febbraio 2006, il giorno dell'apertura del neo Parlamento palestinese, il Presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas (nom de guerre Abu Mazen) - indirizzandosi ai nuovi deputati - ha reso pubblico la nuova strategia. "Ci dobbiamo tutti impegnare a continuare l'attivazione e il rafforzamento dell'Olp come unica e legittima rappresentante del nostro popolo" (1) .
Le parole del rais palestinese palesano che la vittoria di Hamas ha reso necessario l'adozione di una politica di destabilizzazione da parte della leadership di Fatah, per mantenere salda la propria autorità.
L'Olp torna pertanto in scena come unica chiave per la sopravvivenza dell'attuale opposizione al gruppo islamico.
Sembra comunque singolare che questo discorso sul rafforzamento dell'Organizzazione sia stato pronunciato proprio da Abbas, nonostante sia il Presidente in carica dell'Olp. Dopo gli Accordi di Oslo (2) , infatti, la politica della leadership di Fatah nei Territori palestinesi era stata quella di indebolire l'Organizzazione.
L'Olp era il simbolo della vecchia guardia rimasta a Tunisi (3) , che si era opposta ai negoziati con Israele, firmati dall'ex Presidente Yasser Arafat, e che pertanto non riconosceva l'Anp come rappresentante dell'intero popolo palestinese. Farouq Qaddoumi (nom de guerre Abu Lutof), segretario generale di Fatah, assieme a coloro che avevano scelto di rimanere al suo fianco in Tunisia - e alla Siria - erano i promotori del rafforzamento dell'Olp e anche i principali antagonisti della politica di Arafat.


L'Olp dopo gli Accordi di Oslo

Gli accordi di Oslo avevano segnato una profonda divisione interna a Fatah (4) : i favorevoli, tra cui Abbas, e i contrari, capeggiati da Qaddoumi.
Si trattava però più di una lotta di potere tra l'ex rais e Abu Lutof, dato che lo stesso Arafat aveva dichiarato che gli accordi di Oslo erano una mera tregua (hudna) - che per definizione ha un termine - per riarmarsi (5) . Qaddoumi temeva comunque che la presa di posizione di Arafat trasformasse Fatah da movimento di liberazione a un semplice partito politico. Dall'altro lato, l'ex rais aveva paura che Abu Lutof potesse marcare la linea ideologica da seguire, estromettendolo dalla propria posizione di leader indiscusso. Arafat si era autoproclamato pertanto capo dell'Olp per indebolire lentamente l'Organizzazione al fine di impedire il sopravvento di Abu Lutof su di essa. Questa strategia aveva permesso all'ex rais di avere l'intera situazione sotto il suo controllo e poteva così rafforzare attorno ai propri poteri l'Anp, da lui creata con Oslo, relegando così in un angolo i suoi antagonisti.


foto ansa

Dopo la morte di Arafat, Abbas ha preso il comando dell'Organizzazione. Nelle prime settimane del suo mandato, ha usato l'Olp per rafforzare la sua posizione come Presidente non soltanto dell'Anp (6) , ma anche di un'istituzione che rappresenta l'intero popolo palestinese nei Territori e nella diaspora. Questo per far fronte alle accuse di delegittimazione da parte della corrente di Qaddoumi. Dal giorno della sua investitura fino al giorno del risultato delle elezioni legislative, comunque, Abbas ha seguito la stessa politica del suo predecessore: indebolire l'Olp e di conseguenza i propri oppositori. In quel periodo, le interviste rilasciate dal segretario generale sulla necessità di rinvigorire l'Organizzazione sembravano pertanto vaneggiamenti (7) . La politica del Presidente era infatti diretta soltanto verso il rafforzamento dell'Anp. Questa volta, non più unicamente intorno a lui come aveva fatto Arafat, ma delegando parte dei propri poteri ai vari ministeri e aprendo - anche sotto pressione americana - a elezioni plurali.


Il punto di svolta:
le elezioni legislative dell'Anp


Il successo di Hamas però ha cambiato la situazione. E Abbas si è ritrovato catapultato di fronte a un bivio. Continuare a rafforzare l'Anp significa infatti dare maggiori poteri al nuovo governo di Hamas. Lasciare però che il movimento armato prenda il sopravvento e diventi il simbolo della causa e del popolo palestinese significa il disgregamento di Fatah. L'unica via è pertanto risuscitare l'Olp e seguire la strategia di rafforzamento, promossa da Qaddoumi dagli Accordi di Oslo. Abbas ha tolto al Ministero dell'Interno dell'Anp il controllo di una parte delle forze di sicurezza e ha ribadito che i negoziati con Israele continueranno a essere compito dell'Organizzazione (8) . Durante il suo discorso davanti al Parlamento, Abbas ha poi detto implicitamente ai deputati di Hamas di ringraziare gli Accordi di Oslo firmati dall'Olp, per aver potuto partecipare alle elezioni (9) . E, dopo un lungo elogio all'Organizzazione, ha sancito che questa è la sola e unica rappresentante dei palestinesi e non certo il movimento islamico. Dopo aver risuscitato Oslo - ormai definito morto con l'inizio della seconda Intifada - e l'Olp, Abbas deve ora trovare i partner per portare avanti la sua strategia. Al contempo, però, dovrà cercare di non perdere la propria autorità a causa delle lotte interne al partito e anche come eventuale conseguenza dell'indebolimento dell'Anp. Ma soprattutto dovrà convincere i palestinesi, ormai stanchi della corruzione della leadership dei Fatah, a credere nuovamente nell'Olp.


Il futuro dell'Olp

Il rais ha chiesto aiuto al suo rivale Qaddoumi, sperando però di potersene liberare al più presto. Sa di aver bisogno di lui per riattivare l'Organizzazione. Non solo, perché rappresenta il simbolo dell'Olp, ma anche per il potere gerarchico di anzianità che vige al suo interno. Uno degli adagi utilizzato dai membri dell'Organizzazione dice infatti che a quarant'anni una persona diventa un adulto, a sessanta inizia a prendere decisioni e a settanta è un leader. Una delegazione del Presidente è pertanto andata a Tunisi per discutere il nuovo piano politico. E Qaddoumi si è recato a Damasco per incontrarsi con varie fazioni palestinesi, unite nel nuovo programma di destabilizzazione del gruppo islamico. Nel suo discorso, Abbas ha anche menzionato la riattivazione del Consiglio nazionale (Cnp), il Parlamento che rappresenta i palestinesi nei Territori e nella diaspora, per delegittimare ulteriormente le elezioni legislative dell'Anp.
In questo scenario, il ruolo della nuova guardia che ha lanciato la corrente al Mustaqbal (il Futuro, in arabo) guidata da Marwan Barghouti, leader carismatico tanzim, e in particolar modo da Mohammed Dahlan - visto sempre più dalla maggioranza dei membri di Fatah come un ragazzino viziato - scompare. Barghouti continua a scontare la sua condanna a vita in un carcere israeliano e lo Stato ebraico non ha mostrato alcuna intenzione di rilasciarlo. Mentre Dahlan si è lasciato travolgere dall'ansia di potere. E ha approfittato della sconfitta di Fatah per attribuire la colpa non soltanto al Presidente dell'Anp, ma a tutta la leadership del partito. Ha mandato per le strade i suoi uomini a rivoltarsi per spaccare ulteriormente le fila del partito e convincere la popolazione che la vecchia guardia non ha più senso di esistere.


foto ansa

Questo punto di vista non è certo condiviso dal resto di Fatah. Hamas ha infatti ricevuto il 45 per cento dei voti e il loro successo è stato dovuto al sistema elettorale e alla frammentazione dell'opposizione, spaccata ulteriormente dalla creazione di al Mustaqbal e dall'iniziativa di alcuni membri di Fatah di presentarsi separatamente. Il partito di Abbas, diviso al suo interno, assieme ad altri quattro partiti laici hanno pertanto ricevuto il 55 per cento dei voti, ma hanno ottenuto il 41 per cento dei seggi contro il 56 per cento di Hamas (10) .


Conclusione

Ad Abbas potrebbe essere utile come alleata la corrente di al Mustaqbal, nonostante ora sia bistratta, per definire la linea politica da seguire di Fatah. Se essere un partito o un movimento di liberazione, come vorrebbe il braccio armato di Fatah e parte dell'Olp nella diaspora.
Un processo di trasformazione a cui il partito avrebbe dovuto già sottoporsi in accordo con i negoziati di Oslo.
La mancanza di una presa di posizione netta da parte di Abbas riguardo Fatah, all'inizio del suo mandato, a questo riguardo ha infatti reso e rende tuttora difficile il disarmo nei Territori.
Dopo la vittoria di Hamas alle legislative, Abbas vuole comunque cambiare strategia. Il rais palestinese sa di essere l'unica chiave per destabilizzare il gruppo armato.
Nei Territori, infatti, non esiste ancora una terza via che possa funzionare come opposizione efficace contro Hamas. E all'interno di Fatah non ci sono più leader credibili.
Il successo elettorale del movimento islamico, ha mostrato un Abbas determinato a lottare per le posizioni del proprio partito e per il proprio paese. Nonostante la comunità internazionale avesse scommesso sulle sue dimissioni, il presidente palestinese per ora ha infatti deciso di continuare la battaglia politica.


(1) PLO Negotiations Department, Speech of President Mahmoud Abbas, http://www.nad-plo.org/news-updates/PresidentAbbas_speech[4].pdf (versione tradotta in inglese), http://www.nad-plo.org/news-updates/arabic.pdf (versione originale in arabo).
(2) Il 13 Settembre 1993, il primo ministro israeliano, Yitzakh Rabin, e l'Olp, rappresentata da Yasser Arafat, firmano un primo accordo a Washington. Il 28 settembre 1995, è firmato Oslo II (o Accordi ad interim).
(3) L'Olp, nato nel 1964, si trasferisce nel 1982 a Tunisi, dopo essere stato mandato via dalla base in Libano da Israele.
(4) Movimento nazionalista nato nel 1958-59.
(5) Yasser Arafat, ex rais palestinese, aveva ripetutamente paragonato gli Accordi di Oslo alla hudna di Hudaybyia, firmata dal Profeta Mohammed. Nel 622 d.C., il Profeta Mohammed fu costretto ad abbandonare la città di Mecca a causa delle crescenti tensioni tra la tribù dei Quraysh e la nascente comunità musulmana. Il Profeta si trasferì pertanto a Medina. Nel 628 d.C., firmò con i Quraysh la tregua di Hudaybyia. Nei venti mesi che seguirono gli accordi, la comunità musulmana era diventata più forte, grazie anche a nuove alleanze. In seguito, l'uccisione di un musulmano da parte di un Meccano servì come casus belli per l'attacco finale del Profeta contro i Quraysh.
(6) Mahmoud Abbas è stato eletto Presidente dell'Anp, durante le elezioni presidenziali tenutesi il 9 gennaio 2005.
(7) Al Quds, 22 Febbraio 2006.
(8) I negoziati con Israele sono gestiti diplomaticamente da Saeb Erekat attraverso l'Olp.
(9) PLO Negotiations Department, Speech of President Mahmoud Abbas, http://www.nad-plo.org/news-updates/PresidentAbbas_speech[4].pdf (versione tradotta in inglese), http://www.nad-plo.org/news-updates/arabic.pdf (versione originale in arabo).
(10) Shikaki Khalil, Understanding the outcome of the Palestinian elections, Newsweek, 27 gennaio 2006.

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