recensioni e segnalazioni 4/2020
Virgilio Ilari
Clausewitz in Italia e altri scritti di storia militare
Postfazione di Luigi Loreto Aracne, 2019 pp. 292 - €18,00 di Franz
Postfazione di Luigi Loreto Aracne, 2019 pp. 292 - €18,00 di Franz
Il libro raccoglie i saggi sulla storia militare pubblicati nell’ultimo decennio da Virgilio Ilari. Ne citiamo alcuni. Il primo è dedicato a von Clausewitz e alla sua accoglienza in Italia. Durante il XIX secolo egli fu solitamente ignorato dai pensatori militari, che gli preferirono il più appetibile Jomini, e così fu nel secolo seguente, malgrado l’appoggio di Benedetto Croce. Lo Stato Maggiore tradusse On War come sorta di omaggio all’alleanza con la Germania negli anni Quaranta e solo con la rinascita degli studi strategici negli anni Ottanta i riflettori si riaccesero su di lui. Nel XXI secolo, la riscoperta di Sun Tzu e il fascino per il pensiero strategico cinese hanno reso ancora una volta la vita infelice per i seguaci del prussiano. D’interesse per il pubblico americano è poi la storia della Guerra del Peloponneso. Ne erano lettori sia Padri Fondatori sia ufficiali britannici durante la guerra d’indipendenza sia élite confederate. Non a caso il filologo B. Gildersleeve identificava il potere terrestre della Confederazione con Sparta e quello marittimo dell’Unione con Atene. L’influenza del potere del mare sulla storia di Mahan e l’aggiunta, nel 1884, dell’opera di Tucidide tra le letture del Naval War College, ha fatto dell’ateniese un riferimento per gli strateghi statunitensi. La rinascita di Tucidide, tuttavia, è giunta con la Guerra fredda grazie ai neorealisti (Halle, Fliess, Kissinger) mentre, tra i tanti, D. Kagan ha pubblicato il primo volume di The Outbreak of the Peloponnesian War (1969); K.N. Waltz ha posto il pensiero tucidideo al centro del suo sistema in Theory of International Politics (1979); R. Gilpin, partendo da Tucidide ha sviluppato il concetto di ‘guerra egemonica’ (1981) e lo stesso ha fatto John Mearsheimer in The Tragedy of Great Power Politics (2001); G. Allison, infine, in Destined For War (2017) profila l’ultimo parallelo ispirato allo storico greco: Usa e Cina possono sfuggire alla ‘trappola di Tucidide’? ‘Guidare e capire’ è un altro saggio sulle radici del pensiero strategico occidentale, con un’enfasi sulla nascita ed evoluzione del concetto di strategia. Più in generale, pensatori dell’età dell’illuminismo hanno iniziato a definire le differenze tra strategia e tattica dell’arte della guerra. La strategia di Clausewitz, figura immanente nel volume, si trova alla congiunzione tra politica e tattica e definisce il rapporto tra l’obiettivo politico e quello militare. Da qui lo sviluppo del ‘livello operativo della guerra’, a partire da von Moltke e, passando per la Scuola russa / sovietica, fino alla dottrina dell’Esercito americano come definita a partire da C. Zarate (The Coming Financial Wars, SWJ Parameters, Winter 2013-2014, 1976). Ilari marca il crescente divario tra politica e condotta della guerra che l’introduzione del livello operativo sembra implicare. La Network Centric Warfare, attraverso la superiorità dell’informazione, avrebbe dovuto disperdere la clausewitziana ‘nebbia di guerra’ e la continua ‘trasformazione’ dell’Esercito americano avrebbe dovuto garantire ‘il dominio a tutto spettro’. Dopo l’11/9 si è invece assistito alla ricomparsa di conflitti non convenzionali a bassa intensità, con il ritorno di termini che definiscono la vecchia-nuova sfida di Petite Guerre, Klein Krieg, Small War. Meno operazioni e più guerra politico-economica per perseguire gli obiettivi generali, tutti elementi del nuovo panorama strategico di fronte alla cinese Unrestricted Warfare (1999), noto libro di due colonnelli del People’s Liberation Army.
Paolo Preto
a cura di Walter Panciera e Andrea Savio Falsi e falsari nella Storia
Dal mondo antico a oggi Viella, 2020 pp. 620 - euro 30,40 di Vada Seriano
a cura di Walter Panciera e Andrea Savio Falsi e falsari nella Storia
Dal mondo antico a oggi Viella, 2020 pp. 620 - euro 30,40 di Vada Seriano
L’ultimo decennale lavoro postumo di Paolo Preto si occupa di falsi e falsari nella Storia. Dal mondo antico a oggi. I falsi percorrono la storia come un filo rosso, a volte impalpabile, a volte capace di modificare il corso degli eventi. Solo a distanza di anni, se e quando vengono svelati, rivelano la loro efficacia: così la Donazione di Costantino per la storia della Chiesa o i Protocolli dei savi anziani di Sion nel diffondere l’antisemitismo. Si falsificano atti diplomatici, lettere, testamenti, documenti storici ma anche le antiche epigrafi, e non solo per denaro. Anche la letteratura e l’erudizione vengono coinvolte, come nel caso dei falsi ottocenteschi della poesia ceco-medievale. La falsificazione abbonda nell’arte: una legione di imbroglioni pratica una lucrosa professione, che fa il paio con quella dei falsari di merci e di monete. Dietro i falsi ci sono appunto i falsari, ora nascosti nell’ombra, ora proiettati verso una fama spesso ambiguamente ammirata, come nei casi di Annio da Viterbo, che riscrive una falsa storia antica, o di George Psalmanazar – verosimilmente di origini francesi – che offre agli inglesi una Formosa inesistente. Sono solo alcuni dei capifila di un esercito che, con alterna fortuna, ha conquistato la nostra civiltà fin dai tempi antichi.
Andrea Savio
Tra spezie e spie
Filippo Pigafetta nel Mediterraneo del Cinquecento Viella, 2020 pp. 169 - euro 22,80 di Vada Seriano
Filippo Pigafetta nel Mediterraneo del Cinquecento Viella, 2020 pp. 169 - euro 22,80 di Vada Seriano
Il volume racconta le vicende del nobile vicentino Filippo Pigafetta (1533-1604), parente del più famoso Antonio, a sua volta instancabile viaggiatore, figura emblematica tra politica, affari e cultura del Cinquecento. Lo si segue nelle peregrinazioni che compie nel decennio 1576-1587 tra Suez, Londra, Madrid, Lisbona, Roma, Gerusalemme e Venezia come esploratore, cartografo, informatore, poligrafo e diplomatico tra il mondo cristiano e quello ottomano. Lo si rincorre, un’udienza dopo l’altra, per le corti di Filippo II, Elisabetta I, papa Sisto V e Ferdinando I de’ Medici. Fino a scoprirlo, per un momento, perno di una possibile alleanza tra le potenze europee per il controllo dell’Egitto, in vista dell’apertura di un canale a Suez per il transito del pepe indiano dal Mar Rosso al Mediterraneo. Nel 1586 Pigafetta rielaborò dal greco un testo militare che si occupava anche di spionaggio: Trattato brieue dello schierare in ordinanza gli eserciti et dell’apparecchiamento della guerra, di Leone, per la gratia di Dio imperatore. Rispetto ad altri trattatisti della prima età moderna, che disputarono sul fatto se fosse una professione infame o, all’opposto, onorata, al servizio dello Stato, Pigafetta si concentrò sugli aspetti pratici. Le spie in una guerra erano necessarie e dovevano avere determinate caratteristiche, prima fra tutte la saggezza: «Una diligente spia potrà chiaramente discernere». Occorreva scegliere inoltre confidenti coraggiosi, arditi e soprattutto fedeli.
Antonino Vaccaro
Lo spionaggio aziendale
Rubbettino, 2020
pp. 246 - euro 15,20
di Arcana Continovo
Il volume propone un’inedita prospettiva organizzativa ed economico-finanziaria delle attività illecite d’intelligence nel mondo aziendale e industriale contestualizzandole nel panorama italiano e internazionale. È nuova e originale anche la metodologia di ricerca che combina approcci di analisi qualitativa innovativi (ad esempio, analisi abduttiva di casi di studio con elementi di variazione controllata) con analisi statistiche ed economiche. L’evidenza empirica è imponente: oltre cinquanta casi di studio italiani ed esteri che includono sentenze, interviste a funzionari di organismi d’intelligence governativa, esperti di sicurezza aziendale, soggetti e organizzazioni vittime di attività di spionaggio, investigatori privati ecc. La tesi di fondo dell’autore è chiara: all’interno di un contesto globale sempre più complesso e turbolento, l’Italia risulta essere, dati statistici alla mano, un Paese fortemente esposto allo spionaggio aziendale, sebbene la consapevolezza della comunità manageriale e di parte di quella istituzionale sia relativamente scarsa. Il libro, maturato dall’autore durante oltre vent’anni di attività scientifica e professionale, è scritto per il largo pubblico ma fornisce elementi utili agli addetti del settore proponendo strumenti concettuali innovativi (come ‘gli elementi di contatto’) e considerazioni che combinano puntuali analisi scientifiche con indicazioni utili per imprese e istituzioni.
Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte
Vivere a Mosul con l’Islamic State
Mursia, 2019
pp. 201 - euro 19,00
Che cos'è veramente l'Islamic State? Cosa vogliono i suoi uomini? Perché migliaia di giovani da tutto il mondo sono partiti per unirsi a esso nella costruzione del Califfato? Grazie ai racconti degli abitanti che restarono a Mosul, finalmente possiamo comprenderlo. L'Islamic State ha controllato per tre anni una zona tra Siria e Iraq abitata da milioni di persone. Escludendo le minoranze perseguitate, non abbiamo racconti sulla vita dei cittadini sunniti che hanno subìto loro malgrado questa esperienza vivendo nel Califfato autoproclamato da Al Baghdadi. In questo saggio alcuni coraggiosi abitanti di Mosul, mettendo a rischio la propria vita e quella delle loro famiglie, ci raccontano la realtà di un mondo fino a oggi a noi precluso, spiegandoci che cosa è davvero successo, descrivendo l'incredibile brutalità ma anche l'efficienza della sua amministrazione. Solo così possiamo comprendere l'Islamic State, le sue idee e i motivi che hanno spinto migliaia di giovani a unirsi alla lotta, combattendo nel teatro siro-iracheno, o semplicemente attaccando nel Paese in cui vivono (dalla Prefazione).