Giorgio Scerbanenco
Uomini ragno
Sellerio, 2006
pp. 195 - euro 70,00 a volume
Quattro racconti portano la testimonianza su come fu vissuta una fase storica. Pubblicati nel 1946, in tempi feroci e fragili, sono storie di guerra. Il primo è centrato sul periodo in cui sta maturando l’alleanza con Hitler, e del nuovo clima di complicità è vittima un giovane capitano del controspionaggio italiano che scopre un complotto nazista e viene abbandonato dai suoi superiori. Gli altri tre si svolgono quando l’Italia è occupata dall’Esercito tedesco: la caccia solitaria contro una spia nazista infiltrata a Napoli; una trappola contro una linea partigiana che aiuta esuli a fuggire; la vendetta contro un agente che deporta ebrei italiani attraverso la Svizzera. E sono racconti sull’angoscia, senza dubbi o reticenze, da parte di uno scrittore pessimista e allergico a qualsiasi ideologia, su chi questo sentimento ha seminato e ne porta la colpa, ovvero «gli uomini ragno» nazisti: «in tutto il mondo aleggiava in un modo o nell’altro, là mostruosa, qui più lieve, la paura e solo la paura». Si sente l’energia del narratore di avventure, anche se i suoi personaggi sono banali aguzzini e piccoli eroi per umanità e per puntiglio. Ma il desiderio che domina è quello di dire ciò che accadde nei recessi senza luci della storia, perché «i fatti narrati in questi racconti sono effettivamente accaduti» e l’autore se n’è servito solo come spunti. E sovrasta soprattutto, anche nella scrittura più dolce dello stile scabro e duro dell’autore, il sincero interesse per gli umili e la capacità di distinguere e sentire la sofferenza dei giusti.
Giorgio Scerbanenco
Le spie non devono amare
Garzanti, 2011
pp. 195 - euro 12,00