Hitler e Mussolini: grafie a confronto |
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Studi sulla psicologia di Hitler e Mussolini riempiono da tempo gli scaffali dei cultori di storia moderna. Con questo lavoro si tenterà di delineare alcuni tratti della personalità dei due soggetti non attraverso l'analisi del loro comportamento, sia pubblico che privato, ma esaminando l'"interazione psicologica" tra i due con lo strumento della cosiddetta "grafologia comparata". Si tratta di un approccio analitico - basato sul "confronto" tra le scritture - che sinora è stato scarsamente utilizzato nel mondo dell'intelligence in quanto (a torto) è considerato un metodo "ancellare", che sfrutta le conoscenze già estrapolate dall'indagine psico-biografica, e non una procedura svincolata e autonoma dall'analisi psicologica. In realtà la grafologia come scienza consente di delineare alcuni tratti della personalità (anche quelli d'interesse psicopatologico) pure in assenza di un’osservazione diretta e/o documentale. Sfruttando questo metodo si è provveduto a stilare un profilo sintetico di Hitler e Mussolini, studiando il singolo campione di scrittura; successivamente le due produzioni grafiche sono state poste a confronto in modo da evidenziarne similitudini e differenze (sul piano intellettivo/caratteriale). L’indagine è stata eseguita senza tener conto dei precedenti studi sulla personalità di Hitler e Mussolini in modo da rendere, per quanto possibile, l'esplorazione priva di condizionamenti metodologici tali da inficiare la "genuinità" dell'analisi grafologica dei due protagonisti. foto redazionale Adolf Hitler Foto di grafia tratta dal sito internet: www.grafologiamorettiana.it Elementi grafologici: scrittura rigida, angolosa ed appuntita. Dimensioni letterali talmente piccole da renderla di fatto illeggibile. Strettezze negli ovali, tra lettere e tra parole; forte aderenza al rigo di base 'immaginario' con evidenti cadute in fine di rigo. Grafia poco inchiostrata nel tratto sebbene marcata nella pressione, molto inclinata verso destra, spasmodica, ricca di forme a gancio, uncino ed arpione. Lettere 'affettive' - le o e le a - contratte nella forma e completamente annerite dall'inchiostro Adolf Hitler: breve profilo di personalità su base grafologica La personalità di Hitler si caratterizza, nelle sue manifestazioni più evidenti, per sete di potere, austerità, spietatezza (1) , acume intellettivo e grandi doti oratorie (2) . La sua affettività si distingue per la marcata "freddezza del sentimento" (3) , la grande energia vitale e la reattività "irosa" e spesso incontrollabile (4) . Hitler - la cui struttura di personalità non è priva di elementi psicopatologici e conflittuali (5) - appare come un soggetto estremamente "arido nei sentimenti" ma, nel contempo, bisognoso di esigere dagli altri manifestazioni di affetto e considerazione. Secondo la scienza grafologica egli risulta un individuo "incapace di amare" e che pretende dal "prossimo" proprio quello che lui stesso nega agli altri. La conseguenza di questi tratti non può che tradursi, secondo gli psicologi, in un profondo e lacerante "squilibrio" interiore che investe anche gli aspetti comportamentali dell'individuo (6) . L'anaffettività lo porta ad una sorta di 'isolamento affettivo autoindotto', dal quale emerge - con forte "convinzione" - una visione distorta della realtà. Essa si esprime in un sistema personale di valori e di riferimenti dove l'intero universo ruota intorno al proprio ego (7) . Si tratta, secondo gli studiosi della psiche umana, di un 'sistema ideale' di tipo "narcisistico" che (basandosi su principi estremamente saldi e regole inflessibili) permette al soggetto di raggiungere un obiettivo 'assoluto' ed inderogabile: il dominio incondizionato dell'ambiente e delle relazioni interpersonali (secondo gli storici tutto ciò è alla base del bisogno "dispotico" del controllo delle masse) (8) . Per raggiungere tale obiettivo Hitler è portato ad operare scelte cognitive autoreferenti, a considerare ogni minimo ostacolo come una difficoltà da superare senza eccessivi scrupoli, anche se queste scelte possono portare danni alla sua stessa persona (9) . Dal punto di vista intellettivo Hitler appare dotato sia sul piano della capacità d'osservazione, che sul piano strettamente analitico (caratteristiche tipiche dei soggetti con intelligenza superiore alla norma) (10) . Nel momento in cui però la componente intellettiva si rapporta con quella emotiva egli, in realtà, emerge per la limitata oggettività del giudizio, la poca ponderazione delle critiche elaborate e la scarsa verifica dei "ragionamenti" prodotti (11) . Si evidenzia, infine, un'elevata capacità di argomentare in maniera trascinante le tesi proposte e di sostenerle con foga ed aggressività negli scontri verbali (12) . Conclusivamente la personalità di Hitler, in base agli elementi emersi dall'analisi grafologica, si presenta come complessa, ricca di contraddizioni, orientata sul versante nevrotico ossessivo, rigida, diretta in maniera "univoca e tassativa", volta a sostenere le sue percezioni di una realtà costruita a volte (come altri esami psicologici hanno evidenziato) su basi deliranti. Il soggetto arricchisce la sua struttura cognitiva ed ideologica con costrutti mentali dogmatici e cerca con le sue scelte di porre in essere strategie prive di tentennamenti che lo inebriano e lo dominano. Girolamo Moretti, il padre della grafologia italiana, paragona - sin dal 1966 - molto efficacemente Hitler "…ad una auto da corsa che corre, sia pure precipitando, con una destrezza meravigliosa sicché supera gli altri nella corsa e di conseguenza si trova vincitrice, senza dubitare del contrario e pur meravigliandosi di esserlo da essere intontita per la vittoria riportata" (13) . Benito Mussolini Foto di grafia tratta da: Archivio di Stato, Carte della cassetta di zinco, Autografi del Duce, scatola 1 Elementi grafologici: scrittura acuminata ed angolosa, parzialmente illeggibile, dalle dimensioni letterali in prevalenza grandi ma con improvvise e vistose riduzioni, dalla pressione notevolmente marcata e dal tratto ben inchiostrato, con gesti ampi ed 'esuberanti', con notevoli allunghi inferiori e superiori, con un buon grado di aderenza al rigo di base ‘immaginario’. Tratti grafici vergati con forza verso il basso od in avanti in maniera stroncante, tagli delle t pronunciati e lanciati con impeto verso destra, m ed n a forma di ‘arco’ e di ‘ghirlanda’ stretta ed angolosa. Presenza di forme grafiche originali e talvolta eleganti. Benito Mussolini: breve profilo di personalità su base grafologica L'analisi grafologica dello scritto di Benito Mussolini evidenzia che il soggetto possiede un "orgoglio" fuori del comune (caratteristica dell'Io ipertrofico) che, in determinati contesti, lo può indurre a momenti di irrealistica esaltazione (14) . Egli emerge per una struttura di personalità poliedrica e camaleontica, capace di audacia e determinazione, dotata di un'intelligenza brillante, alti livelli di autostima, bisogno di mettersi alla prova e di non fallire, in modo da sembrare, rispetto all'ambiente di riferimento, "eccezionale ed unico" (15) . Mussolini ha necessità di apparire un brillante uomo d'azione, sicuro di quanto asserisce, generoso verso i deboli, tempestivo nelle iniziative e nelle decisioni, abile nel confronto con gli altri ed instancabile nel lavoro (16) . Prova soddisfazione nell'imporsi sugli altri, ed in questo enfatizza la sua capacità di esprimere energia vitale (17) . Il soggetto persegue gli obiettivi con determinazione cercando d'imporre le sue idee e stroncare quelle altrui, specialmente quelle che egli percepisce come una minaccia alla propria identità (18) . Soggetti di questo tipo tendono a manipolare la realtà nel momento in cui la stessa non si allinea alle proprie aspirazioni esistenziali (confronto realtà/ambizione). Quindi essi sono disposti alla continua "ridefinizione della realtà" in chiave Iocentrica pur di non vedere messa in discussione la propria affermazione rispetto al mondo che li circonda (19) . L'esame grafologico evidenzia una certa tendenza alle "alternanze umorali": euforia (fase in cui il passaggio dal pensiero all'azione è piuttosto repentino e frenetico) seguita da una condizione depressiva di fronte agli insuccessi non calcolati (fase, quest'ultima, che non sempre il soggetto riesce a dominare) (20) . Complessivamente la personalità di Mussolini, per quel che emerge dal saggio grafico esaminato, appare ben sostenuta da un buon livello intellettivo (intelligenza piuttosto intuitiva e dallo spiccato senso pratico ed organizzativo) ma rischia tuttavia di essere inficiata sul piano della prudenza, della riflessione e della valutazione obiettiva, in quanto emerge una tendenza alla sottovalutazione delle difficoltà da affrontare e degli ostacoli da superare. da www.geocities.com Approfondimento grafologico della scrittura allegata di Adolf Hitler In un contesto grafico molto rigido, caratterizzato da forte tensione nervosa, spasmi, notevole illeggibilità, strettezze nelle forme, pressione marcata e tratto poco inchiostrato, i seguenti segni grafologici - contraddistinti dai colori - indicano i relativi tratti di personalità di Hitler: Colore rosso:forte aderenza al rigo di base 'immaginario'. -Difficoltà d'adattamento sociale, durezza caratteriale, intransigenza, tenacia fino alla testardaggine, determinazione estrema. Colore verde:dimensioni letterali molto piccole e vistosamente sproporzionate rispetto agli allunghi inferiori e superiori, lettere affettive - o ed a - contratte nella forma e completamente annerite dall'inchiostro -Profonda aridità ed avidità affettiva, freddezza del sentimento, intelligenza analitica ma carente di obiettività nei giudizi. Colore azzurro: allunghi letterali rigidi, paralleli tra loro ed inclinati verso destra. -Insensibilità nei confronti del prossimo per mancanza di 'calore umano'; persona priva di scrupoli ed aliena da sensi di colpa; tendenza a sfruttare ed a manipolare gli altri a proprio vantaggio. Pensiero alquanto schematico ed unilaterale. Colore blu: tracciato grafico molto angoloso. -Aggressività, irritabilità, suscettibilità, egoismo, difesa esagerata dei propri diritti ed interessi con tendenza a ledere quelli altrui. Colore viola : fine delle righe di scrittura 'a tuffo'. -Tendenza ad instabilità sul piano umorale, conflitti interiori legati ad un'alterazione dell'equilibrio psichico. Approfondimento grafologico della scrittura allegata di Benito Mussolini In un contesto grafico caratterizzato da pressione notevolmente marcata, tratto ben inchiostrato, dimensioni letterali in prevalenza grandi, parziale illeggibilità e rigidità, variabilità nelle larghezze degli elementi grafici, disomogeneità nella gestione dello spazio, i seguenti segni grafologici - contraddistinti dai colori - indicano i relativi tratti di personalità di Mussolini: Colore giallo:forte aderenza al rigo di base 'immaginario'. -Orgoglio, ambizione, desiderio di primeggiare, teatrale esibizionismo, notevole vitalità e sensualità, tendenza a forme di fanatica esaltazione. Colore bianco:: tratti grafici vergati con forza verso il basso in maniera stroncante. -Passionalità, intransigenza con tendenza a reazioni violente non sempre controllate, assertività e decisionismo, atteggiamenti e comportamenti improntati a modalità brusche ed essenziali. Colore verde: evidenti riduzioni nella grandezza delle lettere.. -Emotività pronunciata sebbene repressa, umore lunatico, oscillazioni nell'autostima. Colore blu: tracciato grafico alquanto angoloso.. -Aggressività, permalosità, scatti d'ira, individualismo esasperato, carattere combattivo e non privo di asperità. Colore rosso : buon grado di aderenza al rigo di base 'immaginario'. -Forte determinazione e perseveranza, una certa inflessibilità. Colore viola :tagli delle t pronunciati e lanciati con foga verso destra. -Indole impetuosa ed impulsiva che - per impazienza, fervore entusiastico, slancio idealistico - può facilmente cadere nell'imprudenza e nella superficialità. Grafie a confronto: similitudini e differenze tra le due personalità La comparazione fra le scritture di Hitler e Mussolini - proprio per il fatto di mettere in evidenza le similitudini e le differenze reciproche - consente sia di descrivere più accuratamente la loro personalità, sia di delineare (sempre tenendo conto dei limiti dello strumento d'indagine) l'interazione e le dinamiche psicologiche occorse tra i due. Similitudini - In generale, entrambe le personalità sono complesse e contraddittorie, autoritarie e dispotiche ma, comunque, carismatiche. Esse si rapportano spesso in modo brusco e risultano aggressive e determinate, accentratrici e decisioniste. I due personaggi sono inoltre inclini all'inflessibilità ed all'intransigenza, all'esaltazione del proprio Io, orgogliosi ed ambiziosi oltre misura, animati da protagonismo e da forte desiderio di "dominio e di conquista sociale". Sia Hitler che Mussolini sono in possesso di una grande abilità sia nella comunicazione, congiunta ad una notevole capacità di persuasione sull'ambiente, sia nel favorire un rapporto di dipendenza in chi si relaziona con loro. Ambedue sono dotati di una intelligenza superiore alla norma, brillante ed acuta, alimentata da un pensiero dinamico, rapido, sorretta da una capacità mnemonica nettamente superiore alla media. Tutto questo non sembra però garantire ad entrambi una costante efficacia ed il dovuto equilibrio nella valutazione cognitivo/emotiva degli eventi. Chiaramente, questi tratti caratteriali ed intellettivi non sono posseduti in ugual misura dai due soggetti in esame, ma si "personalizzano e polarizzano" (attraverso toni e sfumature psicologiche diverse) nel momento in cui si rapportano con le altre componenti della personalità. Differenze sul piano intellettivo -- Hitler e Mussolini posseggono entrambi ottime capacità di analisi e di sintesi, grande intuito, spirito di osservazione, inventiva e gusto per l'originalità. Tuttavia, il primo tende a privilegiare il piano dell'analisi rispetto a quello della sintesi (dimostrando una profondità ed un'accuratezza analitica nonché una capacità di introspezione psicologica di gran lunga superiori a quelle di Mussolini) con una marcata spinta alla meticolosità, minuziosità, precisione e cura del particolare che in alcuni contesti può sfociare nel modello compulsivo ossessivo. Viceversa, Mussolini possiede maggiore attitudine per la visione d'insieme, il quadro globale, la capacità di sintesi. Nel complesso, all'inclinazione ed al sottile compiacimento di Hitler per un certo 'sofismo intellettivo', Mussolini contrappone una forma mentis meno astratta e più concreta, meno teoretica e speculativa ma più realista, capace di unire il fervore dello slancio idealistico e la spinta propulsiva dell'immaginazione ai dettami del pragmatismo e dell'opportunismo.Per quanto concerne poi la dinamica mentale dei due personaggi, quella di Hitler risulta essere estremamente ferrea e consequenziale nei suoi processi logici, fino a scadere con facilità in una 'fredda iperlogica' (data l'assenza dell'opera mediatrice dell'affettività) e pertanto lega strettamente la teoria alla prassi, le premesse alle conclusioni senza porsi il dubbio dell'errore per le conseguenze delle proprie azioni e decisioni. Dinanzi ad un pensiero così rigido, schematico ed unilaterale, quella di Mussolini appare - pur nei suoi limiti - una dinamica mentale più flessibile, variegata e adattabile. Sotto l'aspetto cognitivo, Hitler dimostra di avere maggiori capacità di attenzione, concentrazione ed assimilazione rispetto a Mussolini. Il possesso di tali facoltà appare però il risultato di un notevole sforzo di autodisciplina, di un controllo rigoroso imposto dalla forte volontà. I due personaggi risultano assai versati nell'arte della retorica, nella quale si caratterizzano per toni imperiosi ed espressioni dogmatiche. Da questo potrebbe derivare il giudizio che gli osservatori hanno più volte riferito ad Hitler circa la sua oratoria quasi da 'invasato', dalla ritmica martellante ed ossessiva, prolissa fino a diventare logorroica, dai connotati spregiudicati, polemici ed aggressivi. Quella di Mussolini appare, in questo contesto analitico, piuttosto "pomposa e ridondante", marcatamente teatrale, intrisa di frasi d'effetto ed improntata ad un lessico altisonante. Differenze sul piano caratteriale- I personaggi in esame hanno due nature di base molto diverse: Hitler così ombroso ed oscuro, grigio e cupo, inquietante ed enigmatico, dal carattere urtante, imprevedibile nelle azioni e reazioni, imperscrutabile nei pensieri, calcolatore freddo e spietato, capace di passare da un'apparente calma 'glaciale' a crisi di repentina e furibonda collera. Mussolini, viceversa, può sembrare (e l'esame della grafia lo conferma) "genuino" ed impetuoso, iperattivo ed esuberante, dall'animo 'caldo' e passionale (elementi, di certo, non presenti nella personalità di Hitler), dai modi, dagli atteggiamenti e dalle espressioni che risultano, a volte, anche grossolani e brutali ma comunque non pregni di quell'aggressività che emerge dalla scrittura di Hitler. Inoltre, sebbene entrambi intransigenti, determinati e tenaci, Mussolini sembra - in linea di massima - meno inflessibile e più incostante rispetto ad Hitler. I due soggetti si differenziano anche nello spirito d'iniziativa che, insieme alla notevole capacità di organizzazione, possiedono in grado elevato. Difatti, mentre l'iniziativa di Hitler è fin troppo meticolosa (e, secondo gli psicologi che l'hanno studiato, rasenta la nevrosi ossessivo-fobica con spunti di tipo paranoideo che viene scambiata come eccesso di metodicità e di oculatezza nella pianificazione), Mussolini si caratterizza invece per un'intraprendenza che, di frequente, si orienta al "gusto dell'improvvisazione ed alla superficialità". L'analisi grafologica evidenzia, comunque, che i due personaggi hanno una personalità al confine tra l'area della cosiddetta normalità e quella ove è presente un disomogeneo disturbo della personalità. Disturbo che si manifesta in fasi altalenanti e talora acute. In Hitler, nello specifico, si ravvisano tratti isteroidi, elaborazioni paranoidi, cenni di una scissione della personalità. Un complesso psicopatologico che lo porta a: "…intense fasi di eccitazione accompagnate da prodigiosi dispendi di energie, che si alternano con fasi di scoraggiamento e di prostrazione." (21) . In queste fasi "negative" nel soggetto potrebbero emergere sentimenti d'inferiorità non sempre compensati dall'assunzione di comportamenti collerici, violenti, aggressivi. Di contro, il disagio psicologico di Mussolini appare di minore interesse psicoclinico, di fatto assimilabile ad una sindrome di tipo Ciclotimico con la tipica oscillazione fra euforia e depressione, con il conseguente innalzamento dell'autostima seguito da significativi sentimenti di inadeguatezza. Considerazioni psicologiche sul confronto grafico Dal confronto tra le scritture dei due dittatori scaturiscono alcune considerazioni: - prescindendo dal legame politico-ideologico tra Hitler e Mussolini emergono, sostanzialmente, più differenze che similitudini. Del resto, applicando con rigore la scienza grafologica, l'esito finale della comparazione ha riscontrato una marcata prevalenza delle difformità rispetto alle analogie; - i due personaggi, e le altre analisi psicologiche lo hanno confermato, sono entrambi straordinari animali da palcoscenico (secondo qualcuno incontrastati e trascinanti dominatori delle platee). Tale caratteristica però - viste le differenze emotive e culturali - si esprime in modo qualitativamente diverso: Hitler, come la sua scrittura ha evidenziato, predilige l'uso di un "linguaggio" (sia del corpo che nell'eloquio) ipnotico, mistico, trascendentale. Mussolini, viceversa, cerca di ‘manipolare’ le folle utilizzando un "linguaggio teatrale, camaleontico ed istrionico", con toni che enfatizzano la propria vitalità, esuberanza e virilità. Conclusioni Le indicazioni psicologiche poste in luce dall'esame grafologico di Hitler e Mussolini, e specialmente dal reciproco confronto, rappresentano più che un contributo alla già ricca bibliografia sulla personalità dei due personaggi, una conferma sperimentale delle apprezzabili potenzialità introspettive e conoscitive offerte dalla grafologia. A riprova di ciò appare emblematico quanto riportato dallo storico Antonio Spinosa in merito al profilo psicologico del giovane Adolf Hitler stilato nel 1914 da un grafologo tedesco: "Sentiva di possedere un animo irruento, e volle sottoporsi al giudizio d'un esperto di grafologia, essendo egli stesso un appassionato cultore di questa scienza". Dalla perizia del grafologo, che non sapeva a chi appartenesse lo scritto in esame, emersero alcuni tratti caratteristici della sua personalità: 'un'irrequietezza tormentosa' e 'un'estrema irritabilità'; un comportamento 'prevalentemente aggressivo che, per mancanza di bontà d'animo e di riguardi, poteva sfogarsi senza freni sul prossimo'; un 'altissimo grado d'intelligenza… di scaltrezza, abilità…'. La sua personalità era 'tutt'altro che mediocre e incolore', anzi si rivelava 'potente, pur con molti aspetti negativi', peraltro fornita di 'un'aggressività che avrebbe potuto condurlo a un bellicoso contrasto col mondo circostante'." (22) Un profilo del giovane Hitler (a quel tempo ancora lontano dall'evoluzione del suo percorso storico) che induce a non tralasciare lo strumento dell'indagine grafologica dal complesso lavoro dell'analisi d'intelligence. |
(1) Elementi grafologici: scrittura rigida, angolosa ed appuntita con pressione marcata.
(2) Elementi grafologici: grafia appuntita, dalle dimensioni letterali piccole, molto inclinata verso destra. (3) Elementi grafologici: grafia poco inchiostrata nel tratto, angolosa, con strettezze negli ovali e tra lettere. Le cosiddette lettere 'affettive' - o ed a - sono contratte nella forma e completamente annerite dall'inchiostro. (4) Elementi grafologici: scrittura angolosa, appuntita, molto inclinata verso destra, spasmodica, dalla pressione marcata, con strettezze tra parole. (5) Elementi grafologici: scrittura illegibile, spasmodica, con evidenti cadute delle parole in fin di rigo. (6) Elementi grafologici: grafia poco inchiostrata nel tratto, angolosa, con strettezze negli ovali e tra lettere. Scrittura molto inclinata verso destra, con lettere 'affettive' - o ed a - contratte nella forma e completamente annerite dall'inchiostro. Contesto grafico illegibile, con evidenti cadute delle parole in fin di rigo. (7) Elementi grafologici: scrittura poco inchiostrata nel tratto ma marcata nella pressione, rigida, con strettezze negli ovali e tra lettere, forte aderenza al rigo di base 'immaginario'. (8) Elementi grafologici : scrittura illegibile, rigida, con forme a gancio, uncino ed arpione, forte aderenza al rigo di base 'immaginario', pressione marcata. (9) Elementi grafologici: grafia spasmodica, angolosa, appuntita, marcata nella pressione, con forme a gancio, uncino ed arpione, con una forte adesione al rigo di base 'immaginario'. (10) Elementi grafologici: scrittura appuntita e dalle dimensioni letterali piccole. (11) Elementi grafologici: scrittura rigida, con strettezze negli ovali, tra lettere e tra parole. (12) Elementi grafologici: scrittura angolosa, spasmodica, molto inclinata verso destra, marcata nella pressione, con forte aderenza al rigo di base 'immaginario'. (13) Girolamo Moretti, I grandi dalla scrittura, Ed. S. Francesco delle scale, Ancona, 1966, pag. 99. (14) Elementi grafologici: scrittura angolosa, dalla pressione notevolmente marcata e dal tratto ben inchiostrato, dai gesti ampi ed 'esuberanti', dalle dimensioni letterali in prevalenza grandi, con tagli delle t pronunciati e lanciati con impeto verso destra. (15) Elementi grafologici: dimensioni letterali in prevalenza grandi ma con improvvise e vistose riduzioni, gesti ampi ed 'esuberanti', pressione notevolmente marcata e tratto ben inchiostrato. Grafia angolosa, con tagli delle t pronunciati e lanciati con impeto verso destra, con forme grafiche originali con un buon grado di aderenza al rigo di base 'immaginario'. (16) Elementi grafologici: scrittura angolosa, pressione notevolmente marcata, tratti grafici vergati verso il basso od in avanti con forza ed in maniera stroncante, buon grado di aderenza al rigo di base 'immaginario', forme grafiche originali, m ed n a 'ghirlanda'. (17) Elementi grafologici: scrittura angolosa, pressione notevolmente marcata e tratto ben inchiostrato,con gesti ampi ed 'esuberanti'. (18) Elementi grafologici: scrittura angolosa ed acuminata, con un buon grado di aderenza al rigo di base 'immaginario', con tagli delle t pronunciati e lanciati con impeto verso destra, con tratti grafici vergati verso il basso od in avanti con forza ed in maniera stroncante. (19) Elementi grafologici: scrittura dalla pressione notevolmente marcata, con notevoli allunghi inferiori e superiori, con un buon grado di aderenza al rigo di base 'immaginario'. Grafia talvolta illeggibile, alternanza di m ed n a forma di 'ghirlanda' stretta ed angolosa con altre a forma di 'arco'. (20) Elementi grafologici: dimensioni letterali in prevalenza grandi ma con improvvise e vistose riduzioni. (21) M. Moracchini, Il Manuale della Grafologia, Ed. Hobby & Work, Milano, 1996, pag. 226. (22) A. Spinosa, Hitler Il figlio della Germania, Ed. Oscar Storia Mondadori, Milano, 1991, pag. 44. |