Il 15 ottobre 2005 gli iracheni hanno approvato la loro Costituzione, recandosi per oltre il 61% ai seggi e votando quasi per il 78% a favore. Con qualche sorpresa in ambito sunnita: nella provincia di Ninive i “no” non hanno raggiunto i due terzi necessari che, affiancati ai previsti due terzi dei “no” di altre due province sunnite, avrebbero fatto fallire il progetto. Presentiamo di seguito due contributi, uno di tipo filosofico-giuridico e uno di tipo giornalistico, all’analisi di questo evento. Nel primo, l’Autore svolge un’analisi del testo della Carta irachena, sottolineando la legittimitā di quest’esperienza costituzionale e sostenendo la compatibilitā della cultura islamica con il costituzionalismo. Vengono, tuttavia, evidenziati alcuni nodi da sciogliere: l’assetto federale, che richiede un’ulteriore razionalizzazione, e il sindacato di costituzionalitā, che non viene previsto nel testo votato dagli iracheni. Nel secondo articolo, si mostrano i possibili sviluppi della transizione irachena, tenendo presente la complessitā dello scenario geopolitico. In questo senso, le incongruenze interne al testo possono rivelarsi gravemente destabilizzanti. D’altra parte, un costituente sciita ha commentato: “Se non altro nell’assemblea costituente non ci siamo sparati”. Non č poco, a patto di considerare - conclusione su cui i due Autori convergono - la Costituzione non come un punto d’arrivo, ma come un punto di partenza nella costruzione del nuovo Iraq.
Shari’a ed equilibrio politico il miracolo possibile di Bagdad di Ciro SBAILO'
La Costituzione irachena ovvero conciliare gli opposti di Giuseppe ZACCARIA