Questo numero di Gnosis propone una riflessione a più voci sul tema dei demoni che abitano le faglie critiche di una modernità sempre più accelerata e ambiguamente volta a un futuribile privo di angoli, con gli occhi aperti oltre le caverne di Platone: la violenta e dispersiva corrente della globalizzazione insieme al naturale e reattivo bisogno di ‘porto’ disegnano l’immagine di un uomo sospeso, in bilico tra angosce e speranze, fra tradizione e innovazione, tra passato e futuro mentre risuonano i versi di Montale: «Il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco». In questo quadro, il Punto di vista di Sergio Romano recupera il clima contraddittorio di attesa e disincanto della Rivoluzione di Praga del 1968, turbine ribelle nel cuore del Patto di Varsavia, disorientamento sanguinoso nell’ordine precostituito della Guerra fredda. Più a ritroso e in profondità, con le tinte rapite di Goya, Tito Marci ci accompagna nelle regioni notturne dell’ignoto e dell’angoscia di un uomo disumanizzato in massa, dove il sonno / sogno della ragione partorisce mostri pronti a danzare anche nei nostri giorni, scorrendo le stratificate dimensioni storico-culturali dell’inquietudine umana di cui Alessandro Guerra coglie i topoi dolorosi, le vertigini del progresso che sbilanciano, l’attesa di potenze taumaturgiche, il terrore robespierriano che proceduralizza la paura e le sfide della modernità che lasciano bava di stelle cadenti. È dei lumi il cercare di risolvere quei conflitti sociali che separano e frammentano in nuove soggettività, propongono illusioni tra ordine e passione mentre dispensano soluzioni che, come sottolinea Andrea Marchili, lasciano macerie irrisolte e nuove contraddizioni. Il senso di smarrimento alligna nella ricombinazione del rapporto tra geopolitica e sicurezza, si libera da muri e da blocchi ma si espone a nuove incognite, come dimostra il cruento dissolvimento della Jugoslavia nell’ordalia di nazionalismi che proprio dello smarrimento sono origine ed effetto (Paolo Sellari), nell’asimmetrica voluttà di morte del terrorismo globale che tocca le intime corde emotive della collettività e verso cui lo stato, non più vestfaliano, deve inventare nuove risposte e forme di rassicurazione (Matteo Marconi). Il duc in altum della globalizzazione alimenta lo stato d’incertezza della nuova società, sempre più inquieta davanti a minacce percepite ancor più laceranti e catastrofiche, come quelle legate al terrorismo islamico (Stefano Valente), che alimentano una distopia accolta da tempo anche nella retorica letteraria (Elena dell’Agnese), evitando derive di radicalizzazione nei luoghi più esposti al disagio dello straniero, come l’ambito carcerario (Carolina Antonucci). Infine, conclude la riflessione l’originale contributo di Raffaele Mauriello sul cambiamento di pista interpretativa del martirio nell’Iran moderno, da imitativo a encomiastico. La rivista amplia le sue riflessioni a temi cari alla redazione, con i contributi di Stefano Bonino sul vincente modello scozzese d’integrazione della comunità musulmana; di Dario Antares Fumagalli sull’importanza di una più adeguata gestione dei Big Data ai fini della sicurezza nazionale, economica e finanziaria; di Antonio Teti, sull’ambigua opportunità offerta dall’evoluzione del Cloud Computing e dell’Intelligenza Artificiale, su cui convergono gli appetiti delle multinazionali a danno della già fragile tutela della privacy; di Massimiliano Sala e Michele Elia sull’importanza della crittoanalisi, come nel noto caso Enigma, quale prodotto di fattori tattici, strategici e di contesto sociale e scientifico; di Marco Erriquez e Vittorio Marchis sull’importanza dell’apporto tecnologico allo sviluppo industriale che alimenta un nuovo modello di competizione e impone un più diffuso impegno dello spionaggio; di Andrea Carobene sulla dirompente capacità innovativa di talune invenzioni tecnologiche che mutano gli stili di vita di una società, come per la sintesi dei materiali bidimensionali; di Filippo Aragona sugli approcci filosofici ed empirici alla devianza e, soprattutto, alla corruzione, nell’ambito di un contrasto ormai internazionale; di Paolo Bertinetti sull’esperienza spionistica dello scrittore William Maugham, dai periodi della Rivoluzione d’Ottobre al Secondo conflitto mondiale, che riversò in gran parte nella sua opera; di Federico Moro sul profilo dello stratega veneziano Leonardo Foscolo che seppe sfruttare la certezza dell’intelligence ma non l’audacia di riconoscere la fortuna e cogliere un’opportunità incognita di vittoria. In conclusione, Gnosis, augurando ai lettori un’estate di meritato riposo, rimanda alle rubriche con i tradizionali bozzetti: sulla stampa di curiose monete in epoche iperinflattive (Roberto Ganganelli); sulle modalità di comunicazione adottate dalle Poste francesi durante l’assedio prussiano del 1870-1871 (Domitilla D’Angelo); sullo straordinario sceneggiato spionistico russo Seventeen Moments Of Spring, voluto da Andropov a fini di propaganda e ormai un cult per gli amanti del genere (Giancarlo Zappoli); sulla produzione fumettistica degli anni Settanta, tra cui «Secret» e «Super Thrilling» (Giuseppe Pollicelli) e sui nuovi lemmi del vocabolario umoristico dell’intelligence (Melanton).