recensioni e segnalazioni 1/2018
Ranieri Razzante – Matteo Bressan (a cura di)
Radicalismo, migrazioni e minacce ibride.
Analisi e metodologie di contrasto Pacini, 2017 pp. 162 - euro 18,00
Analisi e metodologie di contrasto Pacini, 2017 pp. 162 - euro 18,00
Il volume rappresenta un ottimo strumento per indagare il fenomeno terroristico e contestualizzarlo nel complesso scenario attuale. Grazie al contributo di professionisti operanti a vario titolo nel settore, il libro affronta tematiche attinenti la sicurezza internazionale, approfondendo temi di particolare attrattività. Attraverso una ricognizione delle aree di crisi oggi sotto osservazione, gli autori analizzano vari aspetti del fenomeno terroristico, trattando di questioni molto sentite da tutta la comunità internazionale, rappresentate in primis dalla situazione relativa allo stato islamico, dal fenomeno della radicalizzazione e da quello consistente nella trasformazione del terrorismo in un sistema statuale dalle caratteristiche molto particolari. Mediante un approccio metodologico e strutturato si affronta anche la questione riguardante i flussi migratori, con una analisi delle possibili connessioni tra questo tipo di fenomeno, la criminalità organizzata e il terrorismo. La parte finale è dedicata alla trattazione della minaccia cyber e agli strumenti, sia legislativi che operativi, posti in essere dall’Italia per contrastarla, nonché al ruolo dei media e della comunicazione quale strumento utilizzato dagli jihadisti per veicolare il loro messaggio e attirare giovani militanti. Con un linguaggio chiaro e comprensibile che non sacrifica il necessario tecnicismo richiesto dall’oggetto di studio, questo volume è in grado di far riflettere e stimolare l’attenzione su questioni che, indipendentemente dalla volontà di ognuno di noi, ci coinvolgono direttamente. Il dibattito rimane aperto a nuove considerazioni e approfondimenti che, attraverso l’unione di varie professionalità, non potrà che portare a ulteriori risultati nella comprensione e nel contrasto del fenomeno terroristico.
Domitilla Savignoni – Matteo Bressan
Siria.
Il perché di una guerra
Salerno editrice, 2017
pp. 136 - euro 12,00
Tanti confini dentro un solo stato, la Siria, su cui si concentrano gli occhi del mondo. Sgretolato da sette anni di conflitto che ha provocato più di 500.000 morti e oltre sei milioni di profughi. Con una frattura interna che si frammenta in ulteriori fazioni: i miliziani ribelli, le forze militari di Assad, i fronti islamici più radicali, i curdi e l’autoproclamato stato islamico che ne approfitta per avanzare. Sul campo anche le grandi potenze del mondo, le mediazioni saltate che rischiano di scatenare una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, e l’Europa, quasi assente. I due autori ripercorrono l’intricato contesto delle cosiddette primavere arabe e del Medio Oriente post-americano in cui si sono manifestate le prime proteste anti Assad divenute rivolte armate in cui hanno trovato sempre più spazio i gruppi jihadisti, al Nusra e l’allora nascente Isis. Raccontano come sia rimasta sullo sfondo la morte atroce dei civili, soprattutto dei bambini, e descrivono una guerra dell’informazione che è stata ancora più cruenta di quella militare. Nel libro trova spazio l’orrore che ha varcato ogni linea rossa immaginabile, anche con l’uso delle armi chimiche. Si parla anche di cos’è oggi la Siria: uno stato in frantumi che continua a essere un campo di battaglia in cui milizie armate e gruppi jihadisti si confrontano e si contendono il controllo del territorio nonostante il sedicente Islamic State sia stato dichiarato sconfitto. Assad è ancora al comando ma di un paese dilaniato e diviso in zone d’influenza. Approfittando del parziale disimpegno statunitense, la Russia, l’Iran, la Turchia e gli Hezbollah libanesi hanno riequilibrato i rapporti di forza del campo di battaglia, imponendo alla comunità internazionale le proprie regole del gioco. Un conflitto che è ancora lontano dall’essere concluso.
Antonio Teti
Cyber Espionage e Cyber Counterintelligence
Rubbettino, 2018
pp. 222 - euro 15,00
Secondo un’indagine svolta da Trend Micro nel 2017, lo spionaggio cibernetico rappresenta la principale minaccia mondiale alla sicurezza dei dati.
Nello scorso anno la società nipponica di sicurezza informatica ha intervistato 2402 IT Manager negli Stati Uniti e in Europa, rilevando che il 20% di loro considera il cyber spionaggio come la minaccia più grave del momento. Le organizzazioni civili, governative e militari di tutto il mondo hanno attivato dei processi di ammodernamento continuo dei propri organici, in termini di competenze e professionalità specifiche. L’adozione di nuovi ed efficaci strumenti difensivi / offensivi digitali si basa essenzialmente sulla capacità di ricercare e acquisire tutte le informazioni in rete riconducibili agli avversari. Lo spionaggio e il controspionaggio cibernetico assumono, pertanto, un ruolo fondamentale per la certezza che la quasi totalità dei dati in grado di produrre una cornice di conoscenza, utile per fronteggiare gli attacchi, è rintracciabile nel web e nei social network. In questo scenario, il volume può essere considerato come il primo testo in Italia che focalizza l’attenzione sulle tecniche e le metodologie impiegabili per la conduzione di attività di spionaggio e controspionaggio cibernetico, affrontando con meticolosità gli aspetti fondamentali inerenti alla ricerca, selezione e valorizzazione delle informazioni online grazie all’utilizzo di procedure di data mining, intelligence analysis e cyberspace profiling; inoltre, particolare attenzione è riservata alla Social Media Intelligence e Web Intelligence. Nel testo è possibile cogliere anche l’efficacia di nuovi strumenti, come le azioni di cyber deception, che mirano all’indebolimento degli attacchi informatici, e l’adozione di schemi psicologici, cognitivi e comportamentali finalizzati al condizionamento dei pensieri e degli atteggiamenti degli individui.
Edouard Cukierman – Daniel Rouach
Israël Valley.
Lo scudo tecnologico dell’innovazione Scuola di Palo Alto Srl, 2016 pp. 297 - euro 24,00
Lo scudo tecnologico dell’innovazione Scuola di Palo Alto Srl, 2016 pp. 297 - euro 24,00
Leader mondiale della sicurezza informatica, tra i pionieri dell’aviazione senza pilota, della radiodiagnostica e della microirrigazione, Israele è un paese in cui le startup e l’innovazione prosperano. Numerose multinazionali, da Intel a Ibm passando per Microsoft, Cisco, Google e Johnson & Johnson, vi hanno inaugurato centri di ricerca e sviluppo. Il dinamismo di questo singolare paese è forse legato alle sue caratteristiche peculiari, ovvero di essere giovane, povero di risorse naturali e di vivere in una fragile situazione geopolitica? Quali utili insegnamenti possono trarre le altre nazioni e le loro aziende dall’esperienza israeliana? Il modello dello ‘scudo tecnologico dell’innovazione’, il cui compito originario era quello di proteggere il paese, è successivamente diventato l’origine del passaggio all’ambito civile di molti cambiamenti. Eppure, riflette allo stesso tempo un atteggiamento mentale di cui la capacità di adattamento, il multiculturalismo, l’assunzione del rischio e lo sviluppo di partnership costituiscono i principi chiave. Ricco di numerosi esempi di aziende e di testimonianze da parte di dirigenti di successo, questo libro stimola l’interesse non solo di futuri imprenditori, ma anche di manager affermati e investitori (dalla IV di copertina).
Guido M. Rey (a cura di)
La Mafia come impresa.
Analisi del sistema economico criminale e delle politiche di contrasto Franco Angeli, 2017 pp. 304 - euro 35,00
di Akinari
Analisi del sistema economico criminale e delle politiche di contrasto Franco Angeli, 2017 pp. 304 - euro 35,00
di Akinari
Le statistiche ufficiali sui reati e sui processi documentano l’azione delle amministrazioni pubbliche ma non forniscono informazioni sull’operatività delle attività criminali e neanche sulle difese adottate dai privati. Dalle analisi non emergono gli investimenti reali e finanziari effettuati da appartenenti ad associazioni criminali italiane e/o straniere, la distribuzione dei guadagni, la forza lavoro impiegata, l’organizzazione, l’amministrazione, le relazioni al loro interno e verso l’esterno. I sequestri di attività reali e finanziarie della criminalità non consentono di risalire al loro valore operativo. Non si conoscono le spese a carico d’imprese e famiglie per difendere le loro attività, oppure per coprirsi dai rischi di azioni illegali.
Le banche dati pubbliche registrano e tutelano la privacy ma le informazioni associabili all’attività illecita potrebbero aiutare nell’interpretazione e nella stima delle interazioni fra economia legale, sommersa e criminale. In particolare, le aziende legali-criminali forniscono servizi alla criminalità oppure operano nei mercati legali dove investono i profitti leciti e illeciti. Di solito sono piccole e medie imprese, assistite da professionisti, e i loro settori di attività riguardano: agricoltura, rifiuti pericolosi, costruzioni, commercio e pubblici esercizi, incluse le sale giochi, i trasporti, raramente le manifatture. Investimenti consistenti sono destinati alle grandi imprese, in Italia e all’estero, dove in genere sono protetti nei confronti dell’azione di sequestro prevista dalla legge 13 settembre 1982, n. 646. Queste informazioni si mescolano con le fughe di capitali all’estero e trovano involontari alleati nelle reti tecnologiche e nei depositi in bitcoin. Le recenti tecnologie consentono di estrarre informazioni (soggetti, reati, luoghi, date, importi) da molteplici banche dati amministrative, incluse le sentenze. Sono carenti i modelli di analisi dei dati e delle attività di repressione e di prevenzione e non è sufficiente un generico richiamo al rispetto della legalità. Questi argomenti sono l’oggetto delle ricerche pubblicate nel volume.
Barbara Frale
I sotterranei di Notre Dame
Newton Compton, 2018
pp. 384 - euro 9,90
di Akihiko
di Akihiko
Salvare la Patria; è questa la mission di re Filippo IV il Bello, quando agli inizi del Trecento la crisi economica stringe la Francia in una morsa soffocante mentre i vassalli vogliono emergere spezzando l’unità del regno e creare un mosaico di particolarismi. Patriota e nazionalista, il re salva i propri sudditi (20 milioni di persone) sacrificando i Templari, che a parte pochi eroi idealisti, erano allora solo 2000 frati guerrieri arricchiti, smilitarizzati e indeboliti quanto a disciplina. Anche in Italia, benché terra divisa in tanti stati diversi, ci sono patrioti: Dante Alighieri, noto soprattutto come letterato, fu inviato a Roma nel 1301 presso Bonifacio VIII per investigare – ma diciamo pure ‘spiare’ – le vere intenzioni di Sua Santità quanto al destino di Firenze. Dante circolò nei corridoi dei Sacri Palazzi, osservò i movimenti delle persone, orecchiò discorsi, mezze frasi e allusioni: tutto il materiale confluito nella Divina Commedia era stato da lui raccolto durante questa missione di ‘osservatore’, dunque acquisito per scopi più alti che non scrivere un poema. Si trattava, appunto, di salvare la sua patria mentre l’esercito francese guidato da Carlo di Valois, fratello di re Filippo IV il Bello, sostava nei pressi di Firenze facendo pressioni sulla libertà della Repubblica e Bonifacio VIII covava la segreta intenzione di asservire la Toscana alle brame di potere dei suoi familiari.
Difendere la patria era un arduo compito anche nei secoli andati, quando le regole non mancavano, pur essendo diverse da quelle attuali, e benché il ricorso ai metodi violenti (veleno o pugnale) fosse forse più frequente di oggi, era pur sempre la potenza dell’informazione a giocare il ruolo-chiave in ogni strategia politica. Così Dante indagò e raggiunse la sua mèta: salvare Firenze. La Storia al netto di truffaldine invenzioni si riprende il suo spazio in un romanzo storico autentico, scritto da una medievista e costruito interamente sui documenti. Un romanzo nel quale Dante, oltre che poeta, appare come fu realmente: membro dell’intelligence della Repubblica di Firenze, quella che a breve avrebbe visto sorgere la Signoria dei Medici e dare inizio al Rinascimento