Il simbolo della National Police Agency (Npa) giapponese è il Nissho, stilizzazione pentagonale del sole levante. Realizzato nel 1877, è stato inizialmente impiegato come ornamento cerimoniale da parte degli ufficiali anziani e, sottoposto a interventi di rinnovamento grafico, ha assunto la forma attuale nel 1946. Il logo riproduce l’energia della giovane luce del sole che, in un cielo terso, sorge da Est, ed evoca il crisantemo dorato, insegna della dinastia imperiale.
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Il complesso Sistema d’intelligence giapponese è costituito da cinque Agenzie:
1) Johohonbu o Defence Intelligence Headquarter (Dih), facente capo al ministero della Difesa e preposta alla raccolta dei dati provenienti dalle intercettazioni di diversi sistemi di comunicazione e dalle trasmissioni elettroniche (signal intelligence);
2) Koanchosacho o Public Security Intelligence Agency (Psia), dipendente dal ministero di Giustizia con il compito di controllare i gruppi estremisti e sovversivi (i suoi agenti non hanno però poteri di polizia giudiziaria). Dopo la riorganizzazione intervenuta nel 1996, è stata aperta una Sezione che si occupa della raccolta informativa in territorio straniero; 3) Naikaku Joho Chosashitsu (Naicho), meglio nota con la definizione inglese Cabinet Intelligence Research Office (Ciro), che raccoglie dati open source e geoint; 4) Intelligence Analysis Service, un ufficio interno al ministero degli Affari esteri, con il compito di acquisire ed elaborare le informazioni provenienti da Ambasciate e Consolati; 5) Keisatsucho o National Police Agency (Npa). Quest’ultima, nel secondo dopoguerra, nel quadro della profonda ristrutturazione del sistema di polizia recata dal Police Act del 1954, ha assunto il ruolo di Istituzione centrale di coordinamento del sistema di polizia e di intelligence interno del Giappone, con il potere di determinarne, in tale veste, gli standard organizzativi e gli orientamenti generali.
La Npa opera sotto la direzione politica e la supervisione della National Public Safety Commission (Npsc), presieduta da un ministro e formata da altri cinque membri designati, secondo criteri di neutralità politica, dal Primo ministro d’intesa con entrambe le Camere parlamentari. Al Premier è precluso ogni intervento di indirizzo e controllo nei confronti della Commissione, a garanzia dell’indipendenza della stessa. La Npsc ha il potere di nominare (e revocare) il Commissario Generale della Npa, di concerto con il Primo ministro, nonché gli ufficiali apicali delle forze locali di polizia organizzate nelle prefetture, che indirettamente supervisiona attraverso la Npa. La mission di quest’ultima (i cui agenti sono muniti di poteri di polizia giudiziaria) si declina in un ampio spettro di funzioni, afferenti alla prevenzione e al contrasto di: criminalità organizzata, spionaggio, proliferazione, terrorismo internazionale e minaccia cibernetica. A essa fa capo, altresì, la responsabilità in materia di scambio e cooperazione con i Servizi esteri collegati.
Costituiscono componenti importanti della sua struttura organizzativa l’Accademia di Polizia Nazionale, che assicura la formazione e l’addestramento dei funzionari oltre a specifica attività di ricerca, e la Direzione della Guardia Imperiale, deputata ai servizi di tutela dell’imperatore, del principe ereditario e degli altri membri della famiglia reale, nonché alla sicurezza del palazzo e delle altre proprietà imperiali.
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