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editoriale 2/2017

Ancora una volta Gnosis conferma la propria vocazione alla geopolitica delle minacce e all’analisi dei nuovi fenomeni che interessano la sicurezza nazionale.
In tale ottica, il Punto di vista di Sergio Romano offre uno sguardo sull’ambiguità e sulla complessità dello scenario bellico siriano in cui si saldano le contraddittorie ambizioni delle Grandi Potenze e le diversificate tensioni politiche e religiose che alimentano conflitti civili ed escalation terroristiche, rendendo più difficile un uso efficace dello strumento diplomatico.
Un particolare focus è dedicato al tema dei Big Data, introdotto dal Prefetto Alessandro Pansa, Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che coglie nel balzo evolutivo del digitale la sfida prometeica che avvicina e non separa l’uomo dal suo ‘cielo stellato’, certo che in ogni ambito sociale, tecnico e culturale, non ultimo l’intelligence, possa fornire il necessario contributo di senso. Il tema, infatti, è ormai centrale nei dibattiti scientifici internazionali, dalle intuizioni visionarie dei pionieri della ricerca, dei quali sono riportate interessanti interviste (Dino Pedreschi), all’affermazione odierna della tecnologia, sempre più funzionale alla gestione competitiva dei mercati e della res publica, presentando inediti benefici ma anche cruciali implicazioni di ordine etico (Giovanni Buttarelli) e possibili effetti distorsivi della realtà e della conoscenza (Carlo Batini). A fronte di tali criticità, vanno sottolineate le ormai riconosciute opportunità previsionali legate alla Data Science, particolarmente apprezzate dal mondo dell’intelligence (Luca Catone Galli e Beatrice Portinari) e ritenute utili tanto per la gestione digitale dei dati testuali (Tommaso Grossi e Roberto Navigli) quanto nel settore economico e finanziario (Fabrizio Lillo). In tale ambito sarà necessario garantire la massima trasparenza delle procedure e un rapporto equilibrato tra la macchina e l’ineludibile figura dell’esperto.
Algoritmi sempre più efficaci e performanti costituiscono la base dello sviluppo tecnologico in ambito preventivo e di sicurezza attraverso la valorizzazione dell’intelligenza artificiale e dello sfruttamento di un più felice connubio tra sistemi di analisi Big Data e apprendimento automatico (Michele Colajanni), tra la ‘vision computerizzata’ e l’apprendimento profondo (Barbara Caputo) nonché tra le applicazioni d’intelligence e di security analytics (Giuseppe Italiano). Tali conquiste rivoluzioneranno il tessuto sociale tanto da indurre a soluzioni operative sempre più affinate come la Socmint, l’intelligence delle fitte reti sociali (Maurizio Tesconi); l’analisi predittiva, reticolare e integrata che possa sfruttare la multidimensionalità delle informazioni attraverso un ‘cruscotto’ polifunzionale, sperimentato nella medicina genomica (Cesare Furlanello), mediante l’esplorazione di grandi masse di dati e le tecniche analitiche massive come proposto, tra l’altro, dal Politecnico di Milano (Laura Sangalli e Letizia Tanca). L’esame del settore tanto fluido dei Big Data presenta, inoltre, sia la necessità di una strategia strutturata – anche per bilanciare sviluppo tecnologico e garanzie personali (Giuseppe Comella) – sia irrisolte questioni di diritto internazionale connesse ai ‘data center’ e alla loro localizzazione, soprattutto a seguito della diffusione del cloud computing (Antonino Alì).
Sul fronte dello spionaggio, verso cui la Rivista dimostra particolare sensibilità, lo sguardo storico su avvenimenti del passato offre spunti di riflessione per affrontare le moderne minacce. In particolare, Umberto Broccoli, riprendendo l’espressione di Tacito «fanno il deserto e lo chiamano pace», stigmatizza l’effetto distruttivo delle guerre e del terrorismo nel nome ipocrita di falsi idoli; Enrico Silverio analizza taluni aspetti dell’intelligence romana contro le derive eversive e criminali dei Baccanali; Luca Di Mauro evoca quel ‘segreto rivoluzionario’ che caratterizzò le strutture clandestine ribelliste sul finire del diciottesimo secolo in Italia; Filippo Aragona tratteggia l’evoluzione del fenomeno corruttivo e della sua percezione sociale, dal Medioevo ai giorni nostri. In ambito economico, sempre più significativo per una lettura compiuta degli scenari della sicurezza, Virgilio Ilari accusa il ritardo europeo continentale e soprattutto italiano sull’economic warfare, la cui rilevanza ha iniziato solo di recente a considerarsi strategica. Sul piano della prassi, invece, Michele Lo Re offre uno sguardo sui moderni strumenti d’intelligence che consentono l’adozione di un nuovo paradigma della sicurezza, sperimentando l’uso operativo della network analysis in ambito economico e finanziario così da individuare e ricombinare le variabili in gioco e intercettare nuove opportunità e minacce dei contesti informativi. Infine, Roberto Mugavero disegna l’evoluzione dell’intelligence scientifica e tecnica per cogliere i variegati e interdipendenti mutamenti degli scenari della minaccia.
Le tradizionali rubriche, appuntamento atteso dal nostro pubblico, regalano momenti d’intelligente intrattenimento sulle testimonianze numismatiche di Marco Polo (Roberto Ganganelli), sulla serie televisiva le Bureau – Sotto Copertura che entra sin nell’intimo del mondo dell’intelligence francese (Giancarlo Zappoli), sulla carica evocativa dell’ambientazione veneziana di certo spionaggio a fumetti (Giuseppe Pollicelli) e sul profilo umoristico di altre cinque voci del Dizionario del Perfetto Agente Segreto (Melanton).

Nell’approssimarsi delle vacanze estive, la Rivista augura ai lettori un meritato riposo, sperando che le pagine proposte possano accompagnare piacevolmente un otium riflessivo.

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