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editoriale 2/2016

Gentili lettori,

la mia esperienza di direttore dell’Agenzia e, quindi, di Gnosis, è giunta alla sua naturale conclusione: serenamente, e con piena soddisfazione, posso volgere lo sguardo all’arco della mia cinquantennale attività professionale. Durante la mia direzione, ho fortemente creduto nell’importanza della Rivista, così da accettare la sfida di innovare un prodotto già di elevato livello e forte di un credito consolidato, promuovendo più ambiziose progettualità editoriali e una veste grafica che comunicasse lo sforzo di originalità, nonché di profondità speculativa e ricercatezza culturale.
Viviamo tempi di incisivi e mutevoli cambiamenti che aumentano e diversificano i rischi alla sicurezza e la percezione sociale delle minacce: diventa ancor più importante la sensibilità culturale a cogliere opportunità e vulnerabilità del mutamento, con una visione che valorizzi il passato e guardi con fiducia al futuro. In tal senso Gnosis, grazie all’impegno del direttore responsabile, della redazione, dell’editore e dei collaboratori esterni, cui va la mia gratitudine, ha offerto nuove chiavi interpretative, strumenti integrati di lettura e nuove prospettive dell’intelligence e che possano lumeggiare gli scenari in fieri e favorire un più equilibrato spirito critico.
Un merito particolare attribuisco sia ai numeri monografici, come quelli che hanno affrontato i temi dell’alimentazione in occasione di Expo 2015, degli Oceani e della crescente rilevanza delle strategie marittime globali e della cyber intelligence quale nuovo strumento per comprendere le minacce e le opportunità dell’era digitale, sia ai volumi di piccolo formato e agevole lettura – pubblicati ormai in linea parallela a quella della Rivista – per penetrare i diversi aspetti del mondo dell’intelligence con quell’ironia e quello spirito ‘laico’, congeniale a rendere più umana e familiare l’icona dell’agente segreto, i cui poliedrici profili ben sintetizza il testo I colori dell’intelligence edito il dicembre scorso.
Ritengo che la Rivista, oggi, rappresenti lo spazio di un confronto sereno per affrontare e costruire un’idea di futuro della sicurezza nazionale: futuro che, riguardando il sistema Paese, è valore partecipato e concreto che coinvolge anche i lettori, cui rivolgo il ringraziamento per la costante vicinanza alla linea editoriale e per la sensibilità al tema dell’intelligence.
Al Generale Mario Parente, nuovo direttore dell’Agenzia e della Rivista, porgo calorosi auguri di un ottimo lavoro.
Infine, un pensiero ai giovani, perché la mia generazione affida loro il seme del futuro, come direbbe il poeta libanese Khalil Gibran: «Siamo i semi della tenace pianta, ed è nella nostra maturità e pienezza di cuore che veniamo consegnati al vento e dispersi».
Non è un caso, pertanto, che questo mio ultimo numero di Gnosis ponga al centro delle sue riflessioni i molteplici aspetti legati al cyber e al ‘mondo che abita dentro la rete’, a quell’insieme di azioni che permeano la nostra civiltà ormai digitalizzata e costituiscono il più potente motore del cambiamento, da cui dipenderà il nostro futuro, come saremo e come vivremo.
È uno spazio di connessioni fitte e interdipendenti che, a trent’anni dall’attivazione del primo nodo italiano di internet, ormai costituiscono l’architettura centrale di infrastrutture pubbliche e private, in cui si declinano e si ampliano opportunità relazionali e informative, di cui i nostri autori colgono taluni aspetti, tra cui la diffusione dei social media, il coinvolgimento degli utenti come sensori sociali, l’affinamento di tecniche di intelligenza artificiale, di simulazione e di sperimentazione ai fini di difesa e di ricerca tecnologica. L’ampliamento delle opportunità cibernetiche, tuttavia, espone la società a nuove e più aggressive forme di minaccia, potenziando le spinte competitive per il dominio politico, finanziario e criminale, rendendo urgente l’adozione di nuovi approcci d’intelligence e la promozione di più onerosi investimenti economici e culturali. Sempre più importante, dunque, appare quella sicurezza ‘partecipata’ e consapevole che, coinvolgendo pubblico e privato, stabilizzi il ciberspazio, protegga i processi di business e di informazione tecnologica, prevenga i danni anche economici prodotti dagli attacchi e adegui i sistemi di difesa ai rapidi processi di digitalizzazione delle imprese. Infine, la sofisticazione digitale delle minacce terroristiche e criminali e l’esigenza di interventi repressivi altrettanto tecnologicamente avanzati impongono la continua armonizzazione tra tutela della comunicazione e livello della sicurezza.
Come d’abitudine, la Rivista non manca di offrire un proprio, personale sguardo ai temi dell’intelligence e della geopolitica, con i contributi sul ruolo dei Servizi russi nello scacchiere siriano anche in chiave anti Isis, sugli effetti sul pensiero politico dominante della fine della Guerra fredda, sull’importanza della nuova Via della Seta per una Cina sempre più rule maker e sulle conflittualità commerciali, finanziarie e valutarie acuitesi nella nostra era globalizzata, che aumentano asimmetrie e crisi sistemiche verso cui è auspicata un’azione congiunta di tutti i governi. Da ultimo, le tradizionali rubriche concedono un più leggero sguardo sull’esperienza numismatica delle Am-lire del dopoguerra, sulla vita avventurosa di Martin Rauch, della nuova serie televisiva Deutschland 83, sul fumetto Martin Mystère e sulle curiosità umoristiche sull’intelligence. Insieme a tutti i collaboratori, ringrazio i lettori per la fiducia, che sono certo Gnosis continuerà sempre più a meritare.

Arturo Esposito

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