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editoriale 3/2015

Con questo numero, Gnosis apre uno sguardo panoramico sulle complesse dinamiche che agitano lo scenario geopolitico globale e si riflettono sul piano della sicurezza anche nei più vicini scacchieri nazionale e comunitario.
Le strette interdipendenze dei fattori di crisi impongono oggi un comprehensive approach, aperto e flessibile, che consenta di valutare quanto le minacce e le scelte per contrastarle, ancorché localistiche e circoscritte in ambiti definiti, inneschino cambiamenti universali, spesso non preventivabili o auspicabili.
Il punto di vista di Sebastiano Maffettone e Domenico Melidoro azzarda una riflessione in quello spazio ambiguo e dibattuto degli arcana imperii in cui, con difficoltà, si cerca il bilanciamento tra gli interessi alla sicurezza collettiva e le libertà individuali. Di entrambi gli aspetti sono tracciati i riferimenti etico-filosofici e le possibili derive, con una particolare attenzione alle forme spinte di dissenso – tra cui il whistleblowing – nei casi in cui la segretezza travalichi quell’orizzonte etico della legalità ritenuto insuperabile da una società democratica. Del mito della trasparenza e dei suoi effetti sul piano delle relazioni internazionali continua a trattare Roberto Adriani che, nel valutare la nota vicenda WikiLeaks, considera come, nel moderno contesto tecnologicamente avanzato, l’empowerment degli utenti della rete e la comunicazione non lineare sviluppino possibilità informative incontrollabili, sino al c.d. epic fail.
Sulle vulnerabilità della rete insiste anche Giuseppe Arcangeli che, tracciando le diverse manifestazioni della cyber-minaccia, evidenzia, sul piano tattico, la permeabilità dell’Ixp e, su quello strategico, la necessità di una policy univoca e competitiva, soprattutto a difesa delle infrastrutture strategiche, prioritario target del terzo millennio.
In stretta connessione, il contributo di Raffaele Azzarone disegna una mappa per comprendere il prolifico excursus normativo italiano nel settore delle infrastrutture strategiche e del cyber, volto a individuare competenze politiche e tecniche, tra cui quelle centrali del Pcm, del Cisr e degli Oois.
Nel tradizionale à rebours, la Rivista offre approfondite analisi storiche: la prima, sulla crittografia, di Marco Baldi e Michele Elia, dalla cifratura polialfabetica alle macchine cifranti, con spunti sulle potenzialità di sviluppo dell’interazione tra crittografia, telecomunicazione e calcolatore elettronico; la seconda, di Alain Charbonnier, sull’attività durante la Seconda guerra mondiale del criptoanalista dell’intelligence navale Joseph Rochefort, cui si deve il successo americano alle Midway; la terza, di Matteo Marconi, sulla geopolitica e sull’apporto fondante di Kiellén e Haushofer, con incursioni nel contraddittorio accademico e politico della prima metà del secolo scorso, quando maturarono molte delle più robuste intuizioni nel settore.
Sul fronte della geopolitica, cui la Rivista è da sempre attenta, sono proposti spunti di riflessione sui temi più scottanti dell’attualità. Alessandro Pansa sonda come lo sviluppo tecnologico condizioni l’evoluzione delle relazioni internazionali innovando, a maggior ragione in un mondo globalizzato, i processi produttivi, economici e di dominanza, così consolidandosi il protagonismo ipercompetitivo degli Stati.
Dario Fabbri offre la sua suggestiva visione di come si sia destabilizzato lo scenario mediorientale, ‘quadrante laboratorio’ delle contraddizioni e delle ambizioni dei diversi attori in gioco, delle strategie politiche ed economiche, non sempre dirette, dei potentati globali e locali e delle opportunità risolutive conseguenti alla schaukelpolitik americana dell’era obamiana. A completare il quadro, la lucida analisi, firmata da Gianandrea Gaiani, delle condizioni economiche, sociali e identitarie che hanno favorito l’origine e lo sviluppo del Califfato, che oggi sembra capitalizzare errori strategici del recente passato che hanno portato alla decomposizione della Siria e dell’Iraq e persegue freddamente le sue efficaci progettualità, costituendo una delle minacce più significative alla stabilità dell’area e alla sicurezza globale.
Se, infine, Barbara Contini affronta l’impatto del fenomeno migratorio in Occidente e s’interroga sui possibili migliori modelli di integrazione, Corrado Maria Daclon allarga l’analisi mettendo in luce i chiaroscuri della globalizzazione, soprattutto in ambito geoeconomico e geopolitico, le nuove sfide eversive e terroristiche e la necessità di un più ampio e duttile approccio di sicurezza. Sul piano nazionale, dopo aver presentato nello scorso numero le tre matrici mafiose italiane, continua l’analisi delle fasi del loro consolidamento e dell’infiltrazione nel mondo legale, con i contributi di Filippo Aragona sulla ’ndrangheta, di Manoela Patti su ‘Cosa nostra’ e di Filippo D’Amato sulla camorra.
Infine, come ormai tradizione, le rubriche accompagnano i nostri lettori verso pagine più leggere, con gli articoli di Giuseppe Pollicelli sulla realizzazione negli anni Sessanta del fumetto di Tom Ficcanaso dal lapis di Jacovitti e del fotoromanzo «il re dell’F.B.I.» all’interno del noto settimanale «Grand Hotel»; di Melanton, sull’umoristico dizionario del perfetto agente segreto; di Giancarlo Zappoli, sulla filmografia che premia ancora il tema di ‘Enigma’ con la storia, tratta dal romanzo thriller di Robert Harris del 1995, del gruppo di Bletchley Park e di Roberto Ganganelli sul progetto numismatico – mai realizzato – del noto filosofo Leibniz di coniare una medaglia celebrativa che rendesse eterna la sua intuizione sul sistema binario, alla base della traduzione in calcolo delle informazioni.

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