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editoriale 2/2015

Gnosis, grata del favore accordato dai lettori al precedente numero interamente dedicato alla sicurezza alimentare, quale contributo offerto in concomitanza con l’inaugurazione di Expo 2015 e raccogliendo l’interesse per gli studi monografici proposti in occasione delle celebrazioni del bicentenario dell’Arma (L’Arma e l’intelligence) e del centesimo anniversario della Prima guerra mondiale (Il Servizio informazioni dell’Esercito italiano nella Grande guerra), valuterà in prospettiva altre simili iniziative, con più ampie ricerche storiche e approfondimenti tematici.
Con questo numero, la Rivista torna alla tradizionale veste di offerta multidimensionale, con un più ampio ventaglio di riflessioni sui temi di stretta attualità e rilevanza anche al fine della promozione e condivisione della cultura d’intelligence. Apriamo, quindi, con il ‘punto di vista’ a firma di Alessandro Pansa che si addentra nel fitto ordito di opportunità e vulnerabilità legate agli effetti dell’internazionalizzazione della finanza, tra liberalizzazione di capitali, deregolamentazione dei sistemi finanziari, crescente ruolo degli intermediari e della tecnologia di settore, poste alla base del progresso degli ultimi anni ma anche di certe derive, non prive di criticità, che ombreggiano il nostro futuro e renderanno più difficile il confronto con i modelli adottati dai Paesi emergenti. Lo sguardo si sposta sull’evoluzione dello scenario geopolitico europeo e sui focolai di tensione ai confini meridionali, nel Mediterraneo e, a est, nell’area ucraina. In particolare, spunti di interesse emergono dalla rappresentazione della complessa situazione libica che fuoriesce dai canoni retorici dello scontro religioso e sonda il molteplice ruolo dei più importanti attori esterni che incidono sulle variabili in gioco nello scacchiere.
Di particolare interesse appare la concezione di ‘profondità strategica’ elaborata e poi sperimentata dagli ambienti intellettuali politici turchi sempre più engagé nella politica estera. A est, l’analisi riguarda le insolute questioni geostrategiche di una Guerra fredda che sembra aver ‘ibernato’ semi di tensione pronti a germogliare, in un complesso nodo di rivendicazioni, nazionalismi, percezione di accerchiamento, mire espansionistiche e minore disponibilità a riconoscere le ragioni psicosociali di tutti gli attori in gioco.
Sul fronte del terrorismo internazionale, risultano originali le riflessioni offerte, da una parte, sul ‘danno conseguenza’ degli atti terroristici, che hanno prodotto cambiamenti radicali del nostro vivere quotidiano e coinvolto in uno sforzo ‘titanico e assorbente’ preziose energie e crescenti risorse, in quella che il premio Nobel Krugman ha definito «economia della paura»; dall’altra, sul ‘cyber califfato’, che ha sofisticato la sua comunicazione sia in termini di proselitismo e di propaganda sia di attacco e di potenziamento del messaggio intimidatorio, anche attraverso una maggiore e diffusa competenza del suo capitale umano.
Alla minaccia cyber sono dedicati, altresì, gli interventi che si interrogano sulle nuove priorità dell’intelligence, sul necessario aggiornamento tecnico-scientifico degli operatori e degli analisti, sul know-how e sulle capacità differenziate degli Stati e degli organismi a vario titolo impegnati nella cyber security.
Sul rapporto tra comunicazione e sicurezza si incentrano i primi due articoli, inizio di una serie in materia di crittografia, che espongono una panoramica storico-scientifica dello strumento, testimoniandone la rilevanza strategica anche nell’esercizio quotidiano del vivere nelle società digitali. In una temperie storico-culturale sempre più caratterizzata da interdipendenza e interconnessione, un ruolo decisivo sarà giocato dalla capacità di saper cogliere le sfide inedite della sicurezza globale, arricchita anche di fattori ambientali quali la deforestazione, la questione climatica, idrica e criminale. In tale contesto, si sottolinea l’importanza di dotarsi di adeguati strumenti normativi in ambito penale sia a livello nazionale che sovranazionale. La rassegna prosegue con una trilogia dedicata alla minaccia mafiosa, fattore pervasivo sulla crescita civile. Infatti, abbiamo in animo di pubblicare uno studio strutturato che analizzerà in tre numeri sequenziali i fenomeni nazionali più aggressivi quali: Cosa nostra, ’ndrangheta e camorra. In questa fase iniziale è affrontata la genesi dell’organizzazione mafiosa siciliana, di quella calabrese e, da ultimo, di quella campana.
Un omaggio alla cultura d’intelligence è l’analisi ex post sulle attività informative del Servizio segreto della ex Germania dell’Est (Stasi) in ordine alla rete Gladio e alle filiere anticomuniste clandestine contrapposte a quelle del Patto di Varsavia. Infine, il dessert leggero delle consuete rubriche ci regala curiosità filateliche sull’operazione di disinformazione e provocazione tra i nazisti e la Gran Bretagna, un ulteriore riferimento cinefilo sulla vita di Alan Turing e, per le spie a fumetti, l’indimenticabile Alan Ford, tra i pochi superstiti della gloriosa stagione dei tascabili. Non ultimo, il Dizionario del Perfetto agente segreto per il lato umoristico ‘top secret’.

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