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editoriale 3/2014

Lo scenario internazionale muta così rapidamente da confondere e disperdere le tradizionali certezze e le aspettative previsionali che hanno sostenuto la geopolitica degli ultimi anni.
L’uomo nuovo è chiamato ad affrontare sfide inedite proprio in quello spazio della conoscenza che certo fideismo – anche tecnologico – del passato aveva illuso e circoscritto: Gnosis ha la sensibilità di cogliere tale bisogno senza inserire la pretesa di soluzioni ma con l’auspicio di stimolare interrogativi.
In questo numero tema centrale è il Mediterraneo, luogo geografico che da culla della civiltà assume le rotte di zattere migratorie e di correnti contraddittorie, contrastanti, spesso suicidiarie. Onde in cui si riflette l’abisso di conflitti etnici e religiosi che capovolgono gli orizzonti di un futuro sincretico oggi relegato in qualche ottimistico pamphlet. Il nostro intento è provare a raccontare il Mediterraneo che unisce e che divide, confine e abbraccio fatale, spazio economico attraversato da invisibili reti energetiche e comunicazionali – mai così strategico per il recupero di competitività – ma anche pervaso da diffidenze, pregiudizi e opposti sentimenti, dall’ottimismo non sostenibile al riduzionismo esasperato e accecante.
Il lettore potrà apprezzare il ‘punto di vista’ affidato alla visione politica di Franco Frattini, che pone in evidenza le vulnerabilità di un’azione nello scenario spesso incoerente da parte dell’Europa, attore ineludibile che deve maturare le sue scelte in chiave più predittiva e strategica. Anche Lucio Caracciolo offre uno spaccato critico delle dinamiche che si sovrappongono e si avvolgono, frantumando le rotte e le speranze di un contesto più sicuro. Sulla mancanza di sicurezza nella grande scacchiera mediterranea – per le linee interdipendenti che sfidano e stressano ogni razionale opzione risolutiva – si soffermano anche Carlo Jean e Stefano Dambruoso, convinti che la situazione si perda in una liquidità innovativa difficilmente contenibile per le eccessive variabili in gioco.
Le opportunità del Mediterraneo, sotto vari aspetti, sono colte da Paolo Sellari sui traffici marittimi e da Antonio Teti sulle complesse reti sottomarine, prefigurando una geografia complessa su cui dovrà scorrere il futuro competitivo dell’area.
Sono tre le voci dal ‘faro del Meridione’ che vivono direttamente le contraddizioni e le speranze del Mediterraneo, affrontando l’argomento con una sensibilità particolare: Donatella Romeo, Pietrangelo Buttafuoco ed Enrica Simonetti. La prima pone i riflettori sulla sicurezza sostenibile e sull’impegno che non può essere che europeo, strutturato e imperniato sulla conoscenza in fieri condivisa alla base di ogni consapevolezza e di ogni azione auspicata, per mediare cultura e sensibilità tra tutti i partner. Il secondo offre la speranza goethiana di un ‘Islam addolcito dal Mediterraneo’, di cui la Sicilia può offrire un modello, rivendicando quei possibili valori sociali, politici, economici e culturali verso cui tendere per il riscatto di un Islam ‘mite’, ben lontano dall’ordalia che ci appare, per un rinascimento del Mediterraneo ‘Al-Bahr Al-Abyad Al-Mutawassit’ centro di speranza e di futuro. L’utopia del Mediterraneo potrebbe rendere l’isola e l’Italia la metafora di una luna che sia ben oltre il dito che la punta, suggestiva sponda di uno sguardo nuovo in quella che è ‘una storia mai finita, quella dell’Islam in Sicilia’.
Infine, sulla risacca evocativa del Mediterraneo lumeggiano i fari di Enrica Simonetti, quale traslato della necessità dell’intelligence di orientare il processo decisionale del nocchiero moderno in un navigare verso approdi sicuri.
Scenario più trasparente e sfuggente è quello tratteggiato da Ranieri Razzante nell’approfondito saggio sui rischi sistemici delle transazioni finanziarie che oggi costituiscono una minaccia crescente per la loro spregiudicatezza e per le strette interdipendenze con i processi globali di sviluppo etici e sociali. Sempre esaustivi si confermano gli interventi di Corrado Maria Daclon sulla geopolitica, di Raffaele Azzarone sulle minacce cibernetiche e di Filippo Aragona sul diritto internazionale. Da ultimo, le rubriche avvalorano, anche attraverso spunti ‘goliardici’, il progetto di avvicinare il lettore allo spirito dell’intelligence con saggi ‘leggeri’ ma densi di coinvolgente curiosità.
Il riferimento al Mediterraneo non poteva esaurirsi se non con un breve frammento –che di seguito vi proponiamo – tratto da Ossi di seppia di Eugenio Montale, che al Mediterraneo dedica pagine di sempre viva attualità:

Noi non sappiamo quale sortiremo domani, oscuro o lieto; forse il nostro cammino a non tócche radure ci addurrà dove mormori eterna l’acqua di giovinezza; o sarà forse un discendere fino al vallo estremo, nel buio, perso il ricordo del mattino. Ancora terre straniere forse ci accoglieranno: smarriremo la memoria del sole, dalla mente ci cadrà il tintinnare delle rime… E un giorno queste parole senza rumore che teco educammo nutrite di stanchezze e di silenzi, parranno a un fraterno cuore sapide di sale greco.

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