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editoriale 3/2013

di Arturo Esposito

Con questo numero diamo avvio a un nuovo progetto editoriale che ridisegna, sia sul piano dei contenuti che della veste stilistica, la Rivista GNOSIS.

L’innovazione operata vuole essere la risposta all’ineludibile esigenza di stare al passo con i tempi e con un’aggiornata visione delle relazioni tra l’intelligence e i cittadini, improntata a un dialogo aperto e scevro da preconcetti. Ciò nell’alveo di quella specifica strategia di promozione della cultura della sicurezza così tenacemente perseguita dal Direttore generale del DIS, Ambasciatore Giampiero Massolo.
Per troppo tempo l’intelligence nazionale, complice anche l’epilogo drammatico della Seconda guerra mondiale, si è arroccata nel suo fortilizio, generalmente avulsa dal tessuto vivo della società che è chiamata a difendere con le armi del pensiero e con la forza dell’abnegazione, rimanendo a lungo un campo di interesse per pochi studiosi.
Oggi, invece, in coerenza con il dettato evolutivo della riforma del 2007 in tema di promozione e diffusione della cultura della sicurezza, essa va assumendo, anche in Italia, una propria consistenza scientifica e dottrinale, testimoniata dall’avvio nel mondo accademico di specifiche attività di ricerca e dalla messa a punto di un crescente numero di prodotti formativi dedicati alle esigenze del settore.
Anche la ‘nuova’ GNOSIS, in linea di continuità nel solco già tracciato, sposa tale approccio di apertura, per ribadire che un ponte levatoio è calato da tempo con i suoi lettori, nella prospettiva di favorire un sereno dibattito e una sensibile crescita nel rapporto tra Stato e cittadino, di consolidare un legame di confidence, di comprensione e di solidarietà, sfatando luoghi comuni e valutazioni stereotipate che, negli anni, hanno ingenerato una diffusa forma di pregiudizio nei confronti dell’intelligence e dei suoi operatori.
Soltanto una nuova alleanza, una continua ricerca di interazione, uno scambio mutualistico Società-Servizi veicolato dalla giusta conoscenza, potranno consentire ai cittadini di entrare in un mondo affascinante, ancorché protetto dagli schermi dell’indeclinabile riservatezza, e conoscerne i parametri di riferimento, gli ‘equilibri dinamici’ che lo vitalizzano e anche i sacrifici dei suoi agenti, chiamati a vivere nell’anonimato più assoluto sul piano professionale e relazionale. E, con loro, le rispettive famiglie che condividono, nell’ombra e con discrezione, i limiti del vivere in comune.
GNOSIS vuole entrare con leggerezza nell’Io dei suoi lettori e, se possibile, nei loro cuori attraverso una progressione cognitiva del tema, ricercando il coinvolgimento dei cittadini che, in via mediata, dettano la policy dell’intelligence.
Giustappunto intelligence, che trae la sua nobiltà di intenti dall’intellegere dei nostri antenati, che in un solo termine hanno inteso compendiare, nel suo significato di rilevare e percepire, lo stretto legame con l’elaborazione concettuale, con l’intelligenza.
Non a caso la lingua inglese ha accolto nel proprio lessico tale vocabolo, limandolo in quell’intelligence che tanti ‘eroi’ d’Oltre Manica ha letterariamente prodotto. Non si può, in proposito, non rilevare che proprio storici e scrittori anglosassoni hanno dato, sovente, evidenza al meritato riconoscimento all’azione dei nostri Organismi di sicurezza.
La temuta efficienza del Servizio italiano, riguardato nelle sue attività nel corso della Seconda guerra mondiale, ha trovato significativa testimonianza, tra gli altri, nel libro The Deceivers, dove l’autore, Thadeus Holt, non ha esitato ad affermare che fra le potenze dell’Asse gli Italiani sono stati di «gran lunga i più competenti», capaci di «raggiungere giudizi e valutazioni con alto indice di correttezza».
Il Servizio di allora non si distinse solo nelle attività classiche, quali operazioni-acquisizioni-analisi, ma colse ‘successi straordinari’ anche in quelle pur fondamentali di natura tecnica, come ‘rompere’, con opportuni algoritmi, le gabbie matematiche – note come codici – in cui gli avversari avevano custodito in- formazioni sensibili.
Sull’abbrivio di queste note introduttive, coltiviamo l’auspicio, tra i molti che accompagnano l’avvio del nuovo progetto editoriale, di dare luce sin da questo numero alla filosofia dell’intelligence, ad aspetti delle sue attività informative, a temi e scenari di pertinenza, nonché quello di tributare il dovuto riconoscimento a coloro che, non solo ieri, hanno dedicato la propria vita per dare sicurezza alla vita degli Italiani.
In questo itinerario volto alla scoperta del pianeta intelligence si è scelto un approccio ampio e diversificato, in cui si è dato spazio, affianco alla presentazione di tematiche strettamente istituzionali, al linguaggio delle immagini – la filatelia, il cinema e la fumettistica – consapevoli della sua straordinaria capacità di stimolare suggestioni, pensieri ed emozioni in direzione di questo spesso vituperato ‘mondo delle spie’. Nei numeri che seguiranno sarà dunque sempre più presente l’intelligence e tutto ciò che le gravita attorno: il suo mondo di specchi, il suo manto di mistero e l’obiettivo fondamentale di produrre sicurezza. Un prodotto forgiato nel silenzio, che non può essere disvelato, ma che contribuisce in maniera significativa a dare continuità alla vita democratica e sicura del Paese.
Nel momento in cui ci incamminiamo lungo questo sentiero, l’augurio che sentiamo di rivolgere a noi stessi e a tutti coloro che vorranno accordarci la loro attenzione, seguendo con interesse il nostro lavoro, è proprio quello di accompagnarci in questo viaggio con i loro suggerimenti, le loro riflessioni, anche con eventuali proposte di approfondimento su temi di interesse, per crescere insieme, convinti come siamo che nel confronto delle idee risieda l’essenza più genuina che contribuisce ad arricchire ogni persona.
Un sentito grazie a tutti coloro che hanno creduto e contribuito all’avvio di questo ambizioso progetto.

Buona lettura!

Arturo Esposito

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