GNOSIS
Rivista italiana
diintelligence
Agenzia Informazioni
e Sicurezza Interna
» ABBONAMENTI

» CONTATTI

» DIREZIONE

» AISI



» INDICE AUTORI


Italiano Tutte le lingue Cerca i titoli o i testi con
Storie di chi si è dato coraggio

Nicola Calipari Nicola Calipari

MOTIVAZIONE
Medaglia d'Oro al Valor Militare

Capo Dipartimento del Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare – già distintosi per avere personalmente condotto molteplici, delicatissime azioni in zone ad altissimo rischio – assumeva il comando dell’operazione volta a liberare la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata da terroristi in Iraq. Prodigandosi con professionalità e generosità, sempre incurante del gravissimo rischio cui consapevolmente si esponeva, animato da altissimo senso del dovere, riusciva a conseguire l’obiettivo di restituire la libertà alla vittima del sequestro, mettendola in salvo. Poco prima di raggiungere l’aeroporto di Baghdad, nel momento in cui l’autovettura sulla quale viaggiava veniva fatta segno di colpi di arma da fuoco, con estremo slancio di altruismo, faceva scudo alla connazionale con il suo corpo, rimanendo mortalmente colpito. Altissima testimonianza di nobili qualità civili, di profondo senso dello Stato e di eroiche virtù militari, spinte fino al supremo sacrificio della vita.

Baghdad, 4 marzo 2005

Nato a Reggio Calabria il 23 giugno 1953. Arruolatosi in polizia nel settembre 1979, iniziò la vita professionale alla Squadra Mobile di Genova, per proseguirla in quella di Cosenza. Postosi rapidamente in luce per il rigore morale, la competenza e l’impegno appassionato, nel 1988 si trovò nella lontana Australia per collaborare con quelle autorità in indagini di contrasto alla ’ndrangheta. Trasferito alla Questura di Roma per motivi di sicurezza, a seguito di un attentato ricoprì vari incarichi prima di dirigere il centro criminalpol Lazio-Umbria-Abruzzo e una divisione del Servizio Centrale Operativo.
Destinatario di numerosissimi attestati di merito, unitamente allo svolgimento della prediletta attività investigativa assolse incarichi d’insegnamento e di consulenza in organismi deputati allo studio e approfondimento di problematiche di rilevante interesse sociale.
Al Servizio per le Informazioni e la Sicurezza militare (SISMi) giunse nell’agosto 2002 e immediatamente gli furono affidati quegli incarichi operativi ai quali era naturalmente portato. In particolare, al vertice della Struttura competente per le attività intelligence all’estero, si confermò professionista d’inesauribili risorse fornendo, tra l’altro, determinanti contributi per la soluzione di complesse vicende che avevano riguardato nostri connazionali.
Calipari fu un paladino di pacatezza e discrezione, qualità delle quali aveva fatto il proprio stile di vita e di lavoro, come rivelava anche il sorriso sereno e rassicurante.
Alla lucida capacità di decidere, univa una straordinaria sensibilità, una umanità e una generosità non comuni. di questo altruismo seppe fornire estrema prova l’ultimo giorno del suo tempo, con l’estremo omaggio reso al paese e al Servizio: quello della sua vita.
Capo Dipartimento del Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare – già distintosi per avere personalmente condotto molteplici, delicatissime azioni in zone ad altissimo rischio – assumeva il comando dell’operazione volta a liberare la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata da terroristi in Iraq. Prodigandosi con professionalità e generosità, sempre incurante del gravissimo rischio cui consapevolmente si esponeva, animato da altissimo senso del dovere, riusciva a conseguire l’obiettivo di restituire la libertà alla vittima del sequestro, mettendola in salvo. Poco prima di raggiungere l’aeroporto di Baghdad, nel momento in cui l’autovettura sulla quale viaggiava veniva fatta segno di colpi di arma da fuoco, con estremo slancio di altruismo, faceva scudo alla connazionale con il suo corpo, rimanendo mortalmente colpito. Altissima testimonianza di nobili qualità civili, di profondo senso dello Stato e di eroiche virtù militari, spinte fino al supremo sacrificio della vita.

© AGENZIA INFORMAZIONI E SICUREZZA INTERNA