GNOSIS 2/2012
LA STORIA DALL'ARCHIVIO Spending review anni Trenta’ |
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Nel primo documento, datato ottobre 1928, a firma dell’allora Ministro delle Finanze Mosconi, indirizzato ai Direttori Capi delle Ragionerie Centrali, ed avente ad oggetto:Spese di bilancio, èscritto in aperturaL’attuale difficile situazione del bilancio rende necessaria assidua cura affinché le spese siano rigorosamente contenute’ e più avanti ‘…è necessario che i Direttori Capi di Ragioneria si assicurino che dagli uffici amministrativi vengano fatte prontamente le segnalazioni di tutti gli impegni’ così da ‘…facilitare, con efficacia e tempestività, la valutazione delle spese’ e, infine, vengono sollecitate le SS.LL. ‘ad aver cura di segnalare, senza indugio, a questo Ministero, i casi in cui… si renda opportuno il suo diretto intervento”. Nel secondo documento, datato giugno 1930, a firma, anch’esso, dell’allora Ministro delle Finanze Mosconi, indirizzato ai Signori Ministri, ed avente ad oggetto:Gestione bilancio esercizio 1930-31,viene sottolineato ‘…numerose sono le voci sulle quali le economie possono conseguirsi, e che, a qualunque costo, è da evitare l’impostazione di nuove spese…’ ed ancora viene stabilito che ‘… siano sottoposti a severa revisione gli stanziamenti autorizzati per introdurvi ogni possibile riduzione, riprendendo anche in esame tutte le spese autorizzate con leggi speciali, allo scopo di rinviare o di contenere quelle che ne offrano la possibilità’. Non secondario, poi, anche se ritenuto superfluo, il richiamo a soprassedere da ogni iniziativa dalla quale possano derivare nuovi oneri, giacché, nell’attuale momento, ad ogni finalità va anteposta quella della saldezza finanziaria dello Stato, che tutte le altre sovrasta’. Nel terzo documento, datato dicembre 1930, a firma di Mussolini e indirizzato a tutti i Ministri (compreso quello delle Finanze) l’allora Capo di Governo scrive: ‘Ho esaminato col Ministro delle Finanze il bilancio preventivo 1931-1932 che si annuncia con un deficit non riducibile allo stato degli atti di ben 700 milioni di lire…’ e prosegue ‘… Invito V.E. a prendere in esame col Ministro delle Finanze, la situazione del proprio bilancio, rendendosi in primo luogo conto delle dure necessità che impongono alla Finanza la sua linea di condotta…’. Nel quarto ed ultimo documento, datato giugno 1931, sempre a firma dell'allora Ministro delle Finanze, avente ad oggetto: Gestione del bilancio per l’esercizio 1931-1932 e indirizzato ai Signori Ministri si prende atto che ‘… Dopo una serie di gestioni chiuse in avanzo, il bilancio dello Stato ha subìto le dure conseguenze della crisi mondiale, tuttora in atto…’ e che ‘… In attesa, quindi, della auspicata ripresa economica, la quale potrà consentire di rivedere la complessa materia del bilancio, è, frattanto, per tutte le Amministrazioni e per tutti i servizi dello Stato obbligo preciso di: - segnare il passo nelle spese; - dedicare ogni sforzo ad alleviare le difficoltà presenti, mediante le più severe economie sulle somme autorizzate per quei titoli sui quali le determinazioni dell’amministrazione hanno più diretta influenza; - rinunciare, in ogni caso, a qualsiasi iniziativa che rechi comunque nuovi oneri all’erario’. In chiusura, poi, l’ammonizione della Giunta generale del Bilancio che: ‘… raccomanda a tutti, senza eccezione, la eliminazione di tutte le spese che non rivestano il carattere della assoluta e inderogabile urgenza…’. Siamo in presenza, dunque, delle linee guida che hanno segnato la ‘spending review’ degli inizi del secolo scorso. Linee guida che ancor oggi ritroviamo in molti degli interventi di contenimento della spesa pubblica adottate da diversi Stati europei nel comune intento di evitare un drammatico default collettivo.
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