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GNOSIS 1/2012
UN RACCONTO
 articolo redazionale
La passeggiata milanese





Gaetano ha il fiato corto per un'asma che lo tortura da tempo. Dicono, i medici, essere di natura allergica ma forse è solo un disperato conato d'ansia che spesso colpisce i boss e che, per pudore o per paura, nessun medico s'azzarda a diagnosticare, come per evitare di rimaner impigliato in possibili reazioni di cotanto lignaggio, capace - eh si! - nella malattia di tramutar la violenza del carattere in terrore del cuore e tale terrore in ancor più grave e rancorosa violenza.
(Foto da http://blog.studenti.it)



I boss sono capaci di atrocità perché si nutrono di morte e con essa hanno quella selvaggia dimestichezza che annienta ogni umanità.

L’asma abbrevia le parole e rende ancor più profondo il discorso del capo a suo figlio. Tanto ribelle che per uscire dal bozzolo dovrebbe arrendersi alla somiglianza con il padre, eppure cerca di opporvisi.... È un rampollo, ed ogni rampollo ha bisogno di urgente spazio vitale nonostante la scarsa esperienza e il tutoraggio degli affiliati che mai permetterebbero una sovraesposizione del figlio del capo.

"Io ritorno al Paese. Per un po'. Alla mia età ci si stupisce di ritrovarsi bambino, con quelle paure irrazionali, con il bisogno di tornare alla tana da cui si è partiti.
Gaetano non avrebbe voluto. A settant'anni si sentiva ancora un leone, nessuna gabbia avrebbe potuto trattenere la sua voglia di vivere e comandare, attività che riteneva indissolubilmente legate, quasi la stessa cosa…. Eppure, un medico, un fottutissimo medico gli aveva piantato due colpi di lupara nello stomaco, colpi invisibili, dalla "rosa" indecifrabile, di quel tipo che invade il corpo senza che te ne accorgi se non fosse per una minuta lacrima di sangue mentre tossisci. Tumore.
Ha visto molti morire. Amici, nemici e gente qualsiasi di cui nemmeno conosce il torto per cui morivano e di cui non ricorda più il nome, nonostante siano stati spesso il frutto della sua caccia giovanile di assassino.
Un attimo, una vertigine, lo stupore rappreso e violento che ti strappa alla vita.
Un boss così muore, così vede morire, così pensa di morire.
Invece puoi agonizzare ogni giorno non con il timore eventuale che qualcuno ti colpisca ma con la certezza che si sta esaurendo la cera della tua vita e tu, testimone del tuo sfiorire, mentre respiri, mangi, dormi e ti curi, nutri anche il tuo male, il tuo killer gemello che paziente vive dentro di te.

Pensava questo il boss e gli pareva che la gente per strada lo deridesse, perché a tutti il boss calabrese voleva dare l'impressione di essere eterno, incrollabile… come quel pesante giogo - ancorchè milanesizzato - che a loro aveva imposto.
Invece era un uomo come tanti altri, con i limiti, l'orgia di umanità, di vanità e di malattia che colpisce tanta, se non tutta, l'umanità.

"Ninuzzu, figlio mio, senti a me… dobbiamo camminare un poco, voglio prendere aria…".
Per l'asma, pensava e, chissà, anche per quegli sbirri che sembrano ormai essere ovunque, nell'aria, nelle mura di casa, tra le parole consumate nel filo immaginario del telefono…. Meglio passeggiare un poco, magari mica il satellite ti puntano addosso 'sti fetusi di sbirri!

"Sono passati cinquant'anni da quando mi hanno buttato fuori dal Paese e mi sono rifugiato tra i navigli di questa città nebbiosa. Nebbia che a te è stata risparmiata. Non ce n'è più come un tempo. Oggi anche Milano è diversa. Prima era … come dire … milanese…. Oggi è come il mondo, c'è posto per tutti, niuvri, gialli, alti, bassi, buoni e cattivi….".

Gaetano si passa il fazzoletto sulla fronte, segue il perimetro della sua calvizie ed approda sulla nuda cervicale….
"Si suda, anche a Milano si suda, hanno imparato anche i santi a sudare qui…" e nella testa pensava alla "santa", grado elevato nella gerarchia mafiosa distribuito a tanti di quei picciotti così che nell'esercito 'ndranghetista sembravano di più i generali dei soldati…. E chi minchia combatte? In Calabria il fenomeno era avvenuto prima, si era esteso poi anche nel Nord. I vizi si diffondono meglio e più rapidamente delle virtù….
Tutti vogliono comandare, senza aver ubbidito il necessario… la fretta dei giovani, maledetti!
"Quando sono arrivato, all'uscita della stazione, nessuno è venuto a prendermi. Per fortuna la società aveva già scavato la sua rete sotto terra, in silenzio. Come i parrini di tutta Italia fungono da mediatori e si riconoscono, si fidano e si appoggiano, così noi abbiamo potuto godere di quella fratellanza opportunistica della 'ndrangheta che ha sostenuto le nostre solitudini e ci ha salvato. La rete che era un soffio, "bastevole" solo alla sopravvivenza, poi è diventata vuci e grida macari…. La rete si è ispessita e tra i vuoti e i pieni, chiaroscuro della realtà, molti pesci sono stati catturati…. Non tutti sono stati "manciati", alcuni sono stati liberati dietro eterna riconoscenza, altri sono stati "conservati", tenuti in una sorta di allevamento dove erano convinti di essere liberi ma noi li guardavamo a vista…. Li guardavamo… si, li abbiamo visti crescere e pochi non sono stati all'altezza, perché quasi tutti sono rimasti attaccati alla mammella di mamma 'ndrangheta come agnellini avidi di crescere…".

"U' sacciu, siete stati bravi!" pensa il figlio, tediato di quel sermone celebrativo ormai troppo consueto anche solo per suscitare curiosità.
Il padre fa finta di non avvedersi del disturbo del figlio.

"No, Ninuzzo, no! Noi non siamo stati bravi per qualche merito…. Siamo stati solo pazienti, abbiamo saputo attendere, senza cedere all'onta del tempo…. Noi siamo stati il germoglio lento ed inesorabile che conquista il campo… noi abbiamo fatto società, chiusa all'interno per salvare l'intimità, ma elastica e aperta all'esterno, per coltivare le nuove semenze…".
Gaetano si fa serio…
"Tu hai studiato, hai anche studiato, perché la vera scuola l'hai appresa al cantiere, da me e dai tuoi zii, l'hai appresa a casa…. L'hai appresa nella famiglia e… in società…. Tutto quello che trovi, sappilo, l'abbiamo fatto noi vecchi, noi che con le mani vuote siamo arrivati e oggi con le mani piene vi lasciamo… perché un po' del nostro Paisi, forse, c'è anche tra i navigli…".

Camminava a fatica tra i ciottoli del nuovo marciapiede che la sua ditta aveva costruito su mandato del comune…. Erano lavori studiati, cercati e realizzati ad opera d'arte… perché devi essere un uomo, i lavori puoi anche ottenerli con qualche "miracolo", ma poi devono essere come vuole dominiddio….

"Ninuzzo, devi avere "il sangue", quella corrente che ti spinge a ribollire anche nella pentola più stretta e fredda, a scavare con pazienza i pertugi che alimentino la quercia della vita e la fanno fiorire…. L'albero della vita, promessa di forza, di sopravvivenza e di potere…. La forza della società è nel sangue…. Il sangue…. Oggi il sangue uno non solo deve averlo, deve anche farlo scorrere, che dico, correre! Il sangue ha salvato le vecchie generazioni che andavano a passo lento… oggi salva le nuove che vanno di fretta…. Quando gli sbirri erano a cavallo, quando ci si spostava sulle corriere arrotondate e, ancora poi, quando l'autostrada ti sembrava l'accesso al Paradiso, anche allora potevi governare u' Paisi mettendoti con la sedia girata a capo piazza. Potevi metterti ad occhi socchiusi e perdevi il tempo a leggere il coraggio e la paura di chi ti passava vicino…. Oggi, questa minchia di globalizzazione ha portato rumore, tanto rumore… ha cambiato la vita anche della società… ci ha reso ricchi, internazionali… ma ha reso forti anche li sbirri… ed ha allentato quella rete di sentimenti e di fede che ci ha allevato e salvato per tutto questo tempo…".
L'asma s'aggrava e stringe il petto alla gola….
"Oggi tutti corrono e vogliono correre, ma per conto loro. Non lo sentono il sangue che cerca altro sangue… no, acqua fresca scorre nelle vene e tutti pretendono non per sé ma paragonandosi agli altri, medaglie e meriti…. Poco se mi considero, molto se mi paragono, minchia con questo sistema tutti vogliono e c'è rancore, invidia, perenne frustazione… tutti vogliono i "fiori", subito, già ieri, prima ancora di piantare i semi… oggi tutti vogliono macchine, viaggi, tutte cose belle ma che non rendono una vita giusta… no… u' travagliu, u' silenziu, picca picca, piano piano, non esistono più… non sanno che con le scarpe strette non si cammina ma anche le scarpe larghe piagano il passo e t'azzoppano!".

Il figlio spazientisce…. Con l'indolente, apatica compassione che i giovani rampanti hanno verso i vecchi capi….
"Grande uomo di rispetto" pensa Ninuzzo "ma ora!… parla, parla, perché i vecchi, perdendo il futuro, te lo vogliono imporre, vogliono entrarci, per non morire, forse, avvelenando di stanchezza la speranza dei giovani…. La saggezza è vestita di paura, pensano che la vita si ripeta ad oltranza senza immaginare che un'esperienza spesso, troppo spesso, si esaurisce nel suo inverarsi… poi, tutto scorre e muta… come dice l'antico saggio, non ci si bagna mai nella stessa acqua…!".
"I vecchi sono depositari della Legge, della Tradizione, ma i tempi nuovi fanno loro paura e sembrano smarriti davanti a quella complessità che per loro è solo caos. Per giunta pericoloso…".

Ninuzzo ha studiato nei migliori collegi e nelle più valide università, poi ha deciso di tornare a Milano a gestire le aziende di famiglia….
Si accorge spesso che il passato… non solo il proprio ma quello più distante del casato, chiama, chiama e non puoi negarti…. Manager sì, ma non per stare dietro una scrivania…. Lui si muove, si relaziona, conosce il potere dell'amicizia, non più frutto della cortesia di un risparmio, di un lavoro fatto bene, ma di credenziali….
Come in un monòpoli, mischia le carte, azzarda, investe e tratta amicizie che possono favorirlo e verso cui anche lui potrebbe essere importante….
Ha sposato una compaesana, con gli occhi azzurri come di svedese, quando il sole abbaglia tutto il giorno… non bastano, però, gli occhi azzurri a far dimenticare l'origine calabrese di un cognome che la stampa ha reso celebre…. Suocero, cognati, troppi affini erano stati arrestati per mafia perché gli sbirri non volgessero lo sguardo su di lui….
Così, rientrato in Patria, nella sua Milano calabrese, Ninuzzo aveva sperimentato gli sguardi languidi degli investigatori quando entrava a casa dei parenti e solo ciò li faceva persuasi che anche lui fosse attivo nel "giro".
Giro di droga, s'intende. I parenti così sono diventati ricchi, con la droga. Lui, invece, non l'aveva mai toccata e, a parer suo, nemmeno il padre.
Certo, quando ricapitalizza la sua azienda e acquista mezzi che nemmeno ditte nazionali hanno, con l'aiuto del suocero che per lui ha aperto i rubinetti dei suoi floridi conti, beh, il pensiero che profumino di Colombia ce l'ha, ma è brivido di un attimo e pensa al suo lavoro, ai suoi studi di successo….

"Ad essere bravi a fare soldi, certo sono bravi", continuava a pensare distratto Ninuzzo mentre in silenzio passeggiava con il padre prigioniero dell'asma e perciò indispettito "ma che ne avrebbero fatto oggi se io non avessi loro presentato fior di professionisti che trattano a livello internazionale giri di affari stupefacenti, altro che droga! Loro sono il futuro! Sono una piattaforma che si muove rapida e ti porta in Paesi sconosciuti, ti offre conoscenze invidiabili, ti mischia i denari con quelli di altri truffaldini, magari dei piani alti di quei Palazzi che sono covi di briganti anche se, spesso, hanno vetri blindati e guardiania all'esterno! Professionisti dell'intermediazione, del Nulla che diventa Tutto, in questa società di finanza tarocca!".

Gaetano si ferma, rapito da una fitta di dolore al pensiero che il figlio era esposto alla furia della polizia. Troppi cani sciolti, questi sbirri, non mollano la presa… ora Milano non è più una piazza sicura, troppo rumore….
Sinora il figlio non ha conosciuto il rigore del carcere, quella nera esperienza che diventa la tua ombra… che ti macchia lo spirito….

Chi nasce figlio di mafioso, tuttavia, anche se cerca di annegare quel peso in pozzi infiniti, alla fine paga il senso di una colpa lontana… paga perché non si sente di abbandonare il senso di un casato che rivitalizza ma anche perché gli sbirri, per esperienza e statistica, troppo poco credono nella redenzione - pure astrattamente possibile - delle nuove generazioni… e, dopo aver fermato i vecchi cervi, cercano i cerbiatti, prima che diventino a loro volta cervi con tanto di corna!

Insegue questi pensieri senza una trama… è la vecchiaia… non è più tanto lucido, deve lasciare il campo…. Vuole tornare al suo Paese, quest'anno sarebbe andato anche alla Madonna di Polsi, per una preghiera, per una speranza da dare all'anima sua….

"Vedi, ora che hanno seguito la scia, gli sbirri chi può fermarli? Per troppo tempo abbiamo vissuto nell'ombra e nell'ombra siamo cresciuti…. Abbiamo lavorato. Abbiamo imparato. Abbiamo subìto quell'emarginazione non violenta, talvolta gentile, spesso falsa…. Abbiamo resistito, imponendo un modello generoso, altruista, aperto, diventando come un vento leggero che penetra dagli spifferi della finestra e s'appropria delle mura chiuse a chiave… Non abbiamo messo le bombe…. Non subito, almeno…. Se siamo diventati come siamo lo dobbiamo alla fatica, all'assenza di orari, a quel lasciarsi sfruttare che è diventato accesso utile e poi necessario alle loro vite e all'economia del luogo…. La verità, figliuzzu, è che noi abbiamo risposto ad un'esigenza che era del luogo…. Esigenza di un'intermediazione, di un favore, di una competizione illegale…. Quel favore che abbiamo dato, abbassando i prezzi, assicurando lo smaltimento, non dicendo mai un pur doveroso "no", ha consentito che ci radicassimo, che guadagnassimo, che potessimo costruire un fronte che il traffico di droga ha provveduto a rinforzare con fondi freschi…. A poco a poco siamo rimasti noi… solo noi a disporre di mezzi grandi e potenti così che in qualsiasi lavoro impegnativo a don Gaetano dovevi chiedere! Anzi a Gaaeeetann, come dicono qui. Forse, che ti debbo dire? Abbiamo risposto ad un bisogno di mafia!".
Sorrise della battuta che in cuor suo pensava contenesse un fragile bagliore di verità, sufficiente però a farlo convinto di una condivisa responsabilità dello scempio fatto dei luoghi - annegati in una disordinata risacca di cemento - anche con i vecchi residenti.

"Andate sicuro, riposatevi, qui alle cose ci penso io" il giovane irrequieto aspettava il momento di librarsi libero nella società, di dimostrare quanto valesse!

"Ninuzzo, sentimi bene…. Hanno arrestato tutti, perché si sono fatti riprendere dalla telecamera… tutti, pari pari…! Tu lo sai, io non c'ero in quelle riunioni solo perché malato a letto…. Riunioni che erano necessarie… il motivo di farle è ancora valido…. Da Reggio dicono basta esporsi, come quei fiumi carsici dell'Aspromonte, ora dobbiamo stare sotto terra… non morti… ma sotto terra, a cercare il pertuso giusto per uscire in un campo migliore e più sicuro…. Così dicono a Reggio e dicono che va bene a fare le riunioni ma non dobbiamo dimenticare che noi siamo calabresi e non lombardi e che non possiamo fare i comodi nostri…. Ora, siamo tanti e dobbiamo trovare sempre l'accordo e per farlo dobbiamo sederci intorno ad un tavolino… ma per tutti posto non ce n'è. Te lo immagini una sala piena di cristiani? Che miracolo per gli sbirri, chiudono le porte e ci cementano come noi facciamo con i cadaveri che puzzano…. Allora servono persone equilibrate che decidano per tutti e per tutti si decide solo appellandosi alla Legge…. E intorno al tavolino non ci vanno i capi, perché ognuno è capo a casa sua, ma ci vanno quelli che tutti ritengono saggi ed esperti, insomma, i malati di 'ndrangheta!... Rispettali, ma non seguire quegli stolti che vorrebbero essere una cosa straniera a Reggio…. C'è un solo Dio e una sola Chiesa, ricordalo!".
"Non ti preoccupare, tu riposati, io intanto vedo di capire se e come possiamo sfruttare questo momento per sistemare tutta la liquidità che sta marcendo sotto terra! Ti riporto a casa...".

Bravo ragazzo, Ninuzzo, è però da sempre irrequieto, pensa il Padre, ma che società gli stava lasciando? Tutto di corsa, tutto scombinato… oggi, in ogni campo, in ogni ambiente puoi avere un amico e un'apertura ma nessuna amicizia e nessuna apertura è poi così stabile, così affidabile, così sicura come lo erano le poche e rare del passato.
Mentre si ritira, lo guarda… guarda suo figlio, come il futuro della sua società… con la cravatta, con le competenze giuste, con il telefonino pieno di numeri e di messaggi, con il sorriso e il dopo barba all'ultima moda, con la barca e la macchina su cui ospitare l'invidiosa amicizia di chi conta senza avere i soldi… così che la cosa unica da fare per essere competitivo è unire soldi, potere e commerci per un nuovo controllo del territorio… dove le lupare, quelle che colpiscono più lontano, hanno colpi invisibili, traiettorie virtuali che fanno spesso il giro del mondo in molto meno di ottanta secondi….



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