GNOSIS 1/2012
LA CULTURA 'STUDI' DI INTELLIGENCE di Nicola Pedde Global Risks 2012 |
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Gennaio - Marzo 2012
Il World Economic Forum
I rischi globali del 2012, come sempre nella tradizione del rapporto redatto dal World Economic Forum, vengono individuati ed analizzati attraverso una metodologia di lavoro complessa. In particolar modo, 469 esperti provenienti dal settore governativo, accademico, industriale e della società civile, sono stati chiamati ad esprimere la propria valutazione su segmenti specifici di circa cinquanta differenti tipologie di rischio, suddivise in cinque macro-categorie. Nella parte iniziale del documento vengono riportare alcune tabelle grafiche, con una indicazione dei rischi attraverso una cartella a “costellazione”. I rischi, quindi, sono identificati ed inseriti su un piano complessivo e globale, con differente peso e importanza, ma nell’ambito di un sistema che ne rende immediatamente percepibile la rilevanza ed il peso nel sistema unitario. Questo strumento consente una agevole ed immediata percezione della combinazione dei rischi, valutandone in primo luogo la capacità di espressione in termini di possibilità e di capacità, fornendo al lettore visivamente e in modo diretto la sintesi dell’intero studio. Secondo il World Economic Forum, tre fenomeni rischiano di pregiudicare la sicurezza globale nel corso del 2012, sebbene con numerose variabili di sviluppo. Il primo è il fenomeno indicato come “Semi della Distopia”, cioè il contrario dell’utopia. Le crescenti difficoltà causate della crisi economica e l’insicurezza conseguentemente generata ad ogni livello della popolazione mondiale, ha scatenato un diffuso sentimento distopico in gran parte del pianeta. Alimentato da variabili di natura economica, fiscale, occupazionale e demografica, questo sentimento rischia di ingenerare effetti altamente negativi ad ogni livello della società umana, col progressivo declino dell’economia ed incentivando il riscorso al protezionismo, al nazionalismo e, non ultimo, al populismo. Il secondo fenomeno è quello della “Sicurezza delle Difese”, inteso come analisi sull’efficienza delle infrastrutture, delle norme e delle tecnologie atte a garantire il lineare e pacifico sviluppo dei nostri sistemi economici, dell’accesso alle fonti di energia, del nostro ecosistema e quant’altro di diretto interesse per la continuità di tutte le attività connesse allo sviluppo della società. Il terzo ed ultimo fenomeno è, invece, quello del “Lato Oscuro della Connettività”, dove viene evidenziato il rischio di un crescente, e sempre più poderoso, impatto delle attività criminali attraverso l’utilizzo delle reti informatiche. La vulnerabilità dell’odierna società, grazie allo sviluppo massiccio della connettività informatica, espone il sistema globale a rischi di nuova natura, potenzialmente devastanti e solo parzialmente ipotizzabili allo stato attuale. Lo studio individua, poi, una rosa di rischi potenziali, suddividendoli per possibilità di manifestazione e per impatto. La gran parte di questi, in entrambe le categorie, sono connessi in modo più o meno diretto con il sistema economico e finanziario, seguiti da quelli inerenti le attività criminali e terroristiche e da quelli ambientali. Sono presenti, con margini di probabilità e capacità di impatto sempre maggiori, anche i rischi legati alla scarsità dell’acqua e del cibo. Fenomeni, questi, in rapida ascesa nelle classificazioni del rischio di più Istituti in ogni angolo del pianeta. L’analisi del World Economic Forum approfondisce, poi, nel dettaglio cinque macro-categorie di rischio individuando, in ognuna di queste, più costellazioni di rischio specifico. La prima di queste macro-categorie è quella dei “Rischi Economici”, alimentati da sempre maggiori disparità di reddito a livello globale, squilibri fiscali cronici ed estrema volatilità dei prezzi. Segue la categoria dei “Rischi Ambientali”, dove gli elementi di maggiore timore riguardano la crescita delle emissioni di gas serra, i cambiamenti climatici e l’incapacità globale di generare ed adottare misure atte alla salvaguardia dell’ambiente. La terza categoria è, invece, quella dei “Rischi Geopolitici”, dove il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la fragilità dei sistemi politici e la corruzione alimentano le principali variabili di rischio. Seguono, poi, i “Rischi delle Società”, inerenti alla capacità di sviluppo delle moderne società e caratterizzati, in primo luogo, dalla sempre più evidente scarsità di acqua e dalla parimenti presente scarsità di cibo in larghe aree geografiche del pianeta. Questi fenomeni, abbinati a tassi demografici in costante crescita, delineano scenari di crisi di sempre maggiore portata e potenzialità. I “Rischi Tecnologici”, infine, sono dominati dalla minaccia del cyber terrorismo, ma anche dalla possibilità di collasso delle Reti e delle infrastrutture. Scenari, in ogni caso, dove il normale svolgimento delle attività umane sarebbe compromesso o fortemente pregiudicato per intervalli temporali potenzialmente ampi. Le conclusioni cercano di fornire alcune linee guida per il livello decisionale della politica, dell’economia e dell’industria, sottolineando la necessità di un approccio più concreto e condiviso alle questioni della sicurezza globale, una maggiore capacità di scambio e riflessione sulle tematiche aventi maggiori probabilità di accadimento e superiore capacità d’impatto e, soprattutto, l’adozione di una visione globale e sistemica dei fenomeni di rischio.
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