GNOSIS 4/2011
INTERVISTA Michele LO RE L'Intelligence Economica e la cultura della sicurezza |
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È un giovane ricercatore universitario che questa volta ci parla del nesso tra Intelligence Economica e cultura della sicurezza, ormai indispensabile nella società di oggi e di domani. Quale definizione è possibile dare dell'Intelligence Economica? L’Intelligence Economica (IE), a parer mio, è la disciplina che - tramite strumenti ed azioni di ricerca, acquisizione, analisi, elaborazione, conservazione, interpretazione e comunicazione delle informazioni - è in grado di rilevare i fattori critici del contesto competitivo economico globale, con l'obiettivo di scoprire le opportunità, di anticipare le minacce emergenti e di ridurre i rischi legati alla sicurezza e alla solidità del patrimonio nazionale. Quindi, la capacità di analizzare un contesto economico-finanziario complesso rappresenta un fattore di vantaggio per uno Stato? In un contesto globalizzato sempre più flessibile e competitivo, in cui i sistemi di comunicazione hanno aumentato il volume e la velocità di trasmissione delle informazioni, in cui le multinazionali e le transnazionali rinforzano il processo di globalizzazione senza eliminare completamente i fattori negativi come il crimine o la corruzione, avere a disposizione un efficace apparato informativo, in grado di sostenere, promuovere e difendere le attività specifiche degli attori economici nazionali, rappresenta una risorsa determinante per il successo e l'autonomia di uno Stato. I risultati di tali cambiamenti hanno portato all'attenzione dei policy maker, tematiche legate alla competitività economica e al vantaggio distintivo di un determinato Paese. Pertanto, la capacità di rilevare anomalie dall'analisi di dati economico-finanziari aiuta a: • comprendere in maniera approfondita le dinamiche economico-finanziarie internazionali; • tutelare gli interessi economici strategici del Paese; • sviluppare e difendere le strutture critiche nazionali e il patrimonio tecnologico industriale; • monitorare le attività e le operazioni della criminalità organizzata radicate e ramificate nel campo economico, quali; riciclaggio di denaro, traffici illeciti e commercio di prodotti ad alto contenuto tecnologico. Nella realtà operativa qual è la effettiva funzione dell’IE? Sapere per anticipare: fare intelligence è, innanzitutto, intelligere, imparare ad analizzare le questioni civili, economiche nazionali e internazionali che investono un Paese, affinché tutte le azioni (pubbliche e private) sui mercati esteri possano avere un ritorno utile per gli attori economici e per lo sviluppo dello Stato con il supporto delle funzioni proprie a sostegno alla competitività delle imprese nazionali con: • attività di ricerca informativa finalizzata a evidenziare il quadro della concorrenza estera (anche con specifiche operazioni a sostegno dell'innovazione tecnologica nazionale, come viene fatto in Giappone, Germania e Francia) sulla base di dati e informazioni derivanti dalle industrie, in condivisione con le amministrazioni pubbliche; • attività di analisi degli scenari geo-economici dei Paesi esteri, valutazione del rischio a tutela delle ipotesi di insolvenza, e delle nazioni in cui sono effettuati i principali investimenti nazionali. Gli analisti si trovano ad approfondire ricerche in merito alle modalità di esecuzione di tali investimenti (es. esportazioni indirette, accordi strategici, joint venture, acquisizioni, brownfield, greenfield) e di scoperta dei canali di accesso utilizzati. L’ingresso in un Paese estero - ad esempio - è determinato da cinque condizioni essenziali: - l’intensità delle relazioni con gli attori che operano nel contesto geografico; - il grado di controllo sulle variabili competitive nel mercato target; - l’appropriabilità dei risultati economici e strategici delle operazioni stesse; - il grado di radicamento nel mercato; - l’impiego di risorse umane e finanziarie. È fondamentale, allora, la protezione degli interessi strategici come asse portante della solidità di uno Stato? È certamente un aspetto funzionale importantissimo proprio la protezione dalla penetrazione di interessi stranieri in settori strategici nazionali, segnalando i casi dietro i quali si potrebbero celare interessi occulti in operazioni di acquisizione di importanti quote di equity di imprese operanti in settori rilevanti, quali energy, bancario, telco e gdo. Tale funzione di tutela è coadiuvata dalle seguenti attività: • controllo contestuale delle attività di operatori finanziari (principalmente banche di investimento, hedge fund, special investment vehicle, money market fund e società di rating) che, per il volume di denaro che sono in grado di movimentare e controllare, potrebbero causare ai decisori e agli amministratori pubblici difficoltà legate alla perdita di controllabilità di parametri chiave per le proprie scelte di politica economica; • monitoraggio delle variabili finanziarie internazionali, come ad esempio i trend inflazionistici, con l'obiettivo di evitare che, isterismi finanziari non previsti, colgano di sorpresa i responsabili della politica economica monetaria e gli utenti in generale. Che rilevanza ha il controllo della pervasività criminale? Il controllo delle operazioni della criminalità economica mediante la individuazione di attività illegali che penalizzano gli investitori nazionali e rendono più difficile l'attività di controllo dei mercati può essere reso più efficace con: - monitoraggio delle transazioni non contabilizzate che avvengono tramite canali non ufficiali, come gli scambi di beni preziosi e immobili, comunemente impiegati per praticare operazioni di riciclaggio e, in genere, il controllo dei circuiti tramite i quali avviene il trasferimento di fondi "anonimi" che circolano grazie all'attività di piccole realtà private (in particolare dei circuiti di money transfer o anche di corrieri), molto diffuse tra le comunità di migranti all'estero per trasferire fondi alle famiglie. La caratteristica della "difficile rintracciabilità" di questi fondi, li rende particolarmente utili alle finalità di gruppi organizzati intenzionati ad attuare condotte illecite o criminali; - controllo degli andamenti delle materie prime e dei prodotti industriali - focalizzandosi sul settore energetico - per il quale sarebbe opportuno stabilire delle sinergie con le Autorità e i rappresentanti competenti, al fine di determinare il fabbisogno informativo a supporto delle scelte di accordi internazionali, piuttosto che la costruzione di infrastrutture; - vigilanza nei confronti di "realtà attraenti" per l'esercizio di attività illecite: paradisi finanziari e zone off-shore, le quali - per il tipo di regime che offrono sul piano fiscale e legale - servono controlli specifici contro operazioni di riciclaggio di denaro e altri illeciti finanziari. L'Intelligence Economica è fatta anche di raccolta e verifica dei dati, di analisi e di decisioni concrete, quali sono le attività che compongono questo processo e quali gli strumenti di supporto? La complessa attività del processo analitico di IE, richiede la raccolta di informazioni e dati grezzi che vengono valutati,verificati e analizzati al fine di creare intelligence. L’IE si avvale sia di informazioni riservate derivanti per lo più dall'acquisizione di documenti e dalla classica Humint, sia dell'ausilio dell'OSINT di Fonti Aperte, utilizzando il processo analitico di notizie disponibili tramite i canali normali di comunicazione in forma cartacea e telematica. Ad esempio, il ritiro immediato di capitali da parte degli investitori, in seguito ad una minaccia di espropriazione dei beni in una determinata Nazione o altre ragioni di instabilità del sistema economico, rappresentano un chiaro segnale, nel lungo periodo, di rivoluzioni politiche, conflitti o crisi di liquidità che colpiscono l'economia statale e i mercati internazionali. Allora le esigenze di informazione e le priorità della conoscenza cambiano, si sviluppano nel tempo e variano a seconda della natura dell'organizzazione (pubblica o privata), del settore di appartenenza e delle precipuità target. Il processo di IE - a parer mio - potrebbe essere suddiviso in nove steps e per ciascuno di essi è possibile declinare gli attori coinvolti, le attività operative eseguite, le metodologie e gli strumenti di supporto di cui avvalersi. Ovviamente ogni Stato è responsabile della scelta della strategia di intelligence e del conseguente processo di realizzazione scelto, tenendo conto del fatto che molti fattori possono influenzare la potenziale scelta: - l'organizzazione socio-politica; - la cultura della sicurezza; - la base giuridica; - i valori economici di ogni singolo Paese. Il processo di IE: ruoli e responsabilità, attività, metodologie e strumenti di supporto. Fonte: elaborazione propria in riferimento Briciu S., Vrincianu M., Mihai F, 2010 Towards a New Approach of the Economic Intelligence Process: Basic Concepts, Analysis Methods and Informational Tools , The Bucharest Academy of Economic Studies 2010 from Cetisme Project (2002). Ad oggi la Germania (1) e la Francia utilizzano una forma intensa di IE a causa degli aspetti socioculturali, della formazione e del momento storico relativo alle connessioni tra capitale, forza lavoro, risorse naturali e tecnologiche. Tradizionalmente anche il Giappone mobilita molte energie a favore dello sviluppo tecnologico a sostegno dell'economia, utilizzando strategie tipiche della formazione militare nipponica. Si è accennato alla ipotesi della suddivisione in nove steps del processo di Intelligence Economica, quali potrebbero essere? Sarebbe possibile una suddivisione in nove fasi: 1- identificazione del problema da risolvere, in termini di minaccia, rischio e/o pericolo; 2- definizione degli obiettivi; 3- identificazione delle fonti di informazione pertinenti; 4- validazione delle fonti di informazione; 5- raccolta delle informazioni; 6- elaborazione delle informazioni raccolte per il calcolo di indicatori; 7- interpretazione degli indicatori; 8- definizione del processo decisionale per la risoluzione del problema; 9- tutela del patrimonio informativo durante l'intero processo. Gli attori del processo svolgono, nella adeguata riservatezza, attività di ricerca, selezione e di studio dei fenomeni di minaccia che interessano la sicurezza nazionale (terrorismo, eversione, proliferazione, criminalità, immigrazione clandestina, ecc.). In particolare: • analizzano le informazioni ed elaborano report con riferimento alle insidie e ai dettagli insiti nelle singole minacce; • formulano analisi previsionali sui potenziali profili evolutivi dei fattori di rischio connessi alle minacce; • forniscono supporto informativo ai settori operativi, effettuando "scambi informativi" con strutture esterne facendo riferimento al processo iterativo articolato che presenta i vari step collegati tra loro in maniera lineare e ciclica. La gestione ottimale delle attività di processo prevede la combinazione di know how specifico e l'utilizzo di strumenti informativi connessi ed alimentati anche dalle precedenti esperienze di ricerca e analisi. Inoltre la gestione dell'IE dovrebbe tendere ad incrementare un approccio di comunicazione tra i diversi attori del processo, al fine di trasformare la conoscenza sommersa o implicita, in esplicita e intellegibile stabilendo di volta in volta le operazioni di fine tuning da eseguire in ogni momento dell'intero processo di raccolta dati, analisi e diffusione. Molti dati economici finanziari e di informazioni aziendali sono disponibili mediante ricerche specifiche sul Web, piuttosto che attraverso l'utilizzo di banche dati in grado di valutare le attività di M&A delle società, di delineare il profilo di un determinato Paese (es. indicatori macroeconomici e demografici) e di monitorare i settori di mercato. Grazie a sistemi automatici anche di text e data mining, tali dati possono essere organizzati, confrontati e valutati con massicce tipologie di informazioni non strutturate, plurinazionali, pluritematiche, al fine di identificare e anticipare un evento o un cambiamento. Esistono indicatori specifici di un trend? Ad esempio, un insolito aumento, al di sopra della soglia di fabbisogno medio, dell'andamento dell' importazione delle merci e delle componenti ad alto contenuto tecnologico di una determinata nazione, unito a informazioni di sospetto trasporto di terra, potrebbe essere valutato come una potenziale minaccia di proliferazione di armi. Un altro esempio può derivare dai dati provenienti dai mercati finanziari e dalle attività delle istituzioni finanziarie. Gli analisti monitorano continuamente le strategie di portafoglio dei fondi sovrani di ricchezza creati dai paesi emergenti tra i quali Brasile ed Emirati Arabi Uniti (es. Abu Dhabi Investment Authority e Investment Corporation of Dubai, Mudabala Development Company). Tali operazioni possono destare preoccupazioni per le possibili interferenze da parte di governi stranieri nella gestione delle imprese, al fine di controllare infrastrutture critiche (telecomunicazioni, energia ecc.) o di accedere alle risorse naturali, considerate strategiche per l'economia nazionale. Le informazioni acquisite nel processo di IE che circuito seguono? Il trasferimento e la tutela della conoscenza tacita o implicita rappresentano gli aspetti critici legati ad ogni processo di apprendimento e di conseguenza necessitano di particolare attenzione e - secondo alcuni esperti (2) di Knowledge Management - questo può avvenire seguendo un iter suddiviso in quattro fasi: 1- socializzazione: in un contesto informale gli esperti di IE e gli analisti condividono le esperienze e gli approcci utilizzati su progetti inerenti tematiche affini a quelle trattate; 2- esternalizzazione: in questa fase si creano dei progetti/casi di studio che consentono di attingere alla conoscenza tacita degli individui, favorendone l'esplicitazione, la comunicazione e la condivisione selettiva all'interno del gruppo; 3- combinazione: consente di combinare le conoscenze esternalizzate degli individui tramite il passaggio di informazioni, al fine di maturare le metodologie e gli approcci corretti; 4- internalizzazione che consente di interiorizzare le conoscenze apprese mettendole in pratica tramite sessioni di learning by doing, per entrare a far parte del bagaglio professionale di ciascuno. L’approccio proposto, crea questo ciclo di condivisione, sviluppo e tutela delle informazioni, permettendo di diffondere e trasferire in maniera selettiva il know-how implicito ed esplicito tra i partecipanti del gruppo di lavoro, favorendo il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutte le risorse, anche quelle di livello più operativo. Come si può sviluppare la cultura dell'intelligence e incrementare il concetto di sicurezza strategica di un Paese? Il contributo dell'IE consiste sostanzialmente nel comprendere e anticipare le cause, le logiche delle azioni e delle operazioni potenzialmente nocive al sistema-Paese, fornendo l'informazione giusta alla persona giusta, nel momento giusto, al fine di prendere la giusta decisione.
Uno degli aspetti più significanti è, quindi, quello di sviluppare una cultura della sicurezza, che permetta agli addetti ai lavori di creare un sistema e un network informativo valido sia per i semplici cittadini che per i decisori. Le attività di Intelligence Economica sono divenute imprescindibili per la sicurezza nazionale, soprattutto in relazione ai settori strategici considerati irrinunciabili per la crescita economica dell'intero sistema-Paese. Lo Stato, inteso come sistema autopoietico (3) , ha il compito di sapere come essere in grado di rendere le comunità e le economie immuni agli attacchi caratterizzanti di questo periodo storico dominato dall'ipercompetizione, dalla finanziarizzazione e dall'informatizzazione, utilizzando tutti gli strumenti adeguati ed efficaci: dal “lobbismo” alla disinformazione, alle più sofisticate operazioni di politica economica. Pertanto, per incrementare la base informativa, può essere utile ottenere la collaborazione di tutte le istituzioni, delle Università, dei centri di ricerca pubblici e privati e acquisire il consenso diffuso sull'attività di Intelligence Economica. Sono passi importanti verso il riconoscimento di un rinnovato ruolo dell'intelligence, propedeutico allo sviluppo della cultura dell'intelligence che consideri le imprese non solo beneficiarie, ma anche collettori di informazione per condividere notizie e consolidare posizioni economiche incrementando la percezione della sicurezza percepita/fornita. Il concetto stesso di cultura della sicurezza non può prescindere dalla assimilazione della indispensabilità dell'intelligence nel settore economico finanziario, oggi come non mai, motore della solidità di un Paese.
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(1) Kundnani H., Germany as a Geo-economic Power, Center for Strategic and International Studies The Washington Quarterly o 34:3, 2011, p. 3145.
(2) Nonaka I, Takeuchi H. The Knowledge Creating Company, University Press, Oxford, 1995. (3) Termine utilizzato per l'impresa privata. Essa possiede due proprietà apparentemente contrastanti: è "aperta", poiché scambia risorse con l'ambiente in cui è parte; è "chiusa", poiché è in grado di mantenere relativamente stabile la propria organizzazione rendendola impermeabile alle spinte provenienti dall'esterno. Fontana F., Caroli M., Economia e Gestione delle imprese, McGraw-Hill, 2008 - Università LUISS Guido Carli. |