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GNOSIS 3/2011
LA STORIA

DALL'ARCHIVIO

La lunga marcia del debito pubblico italiano


 articolo redazionale


Foto da http://oneblood.tumbler.com/post/
 
È alla proclamazione del Regno d’Italia che si fa risalire l’origine del debito pubblico nazionale. Fu infatti, proprio con la Legge n.94 del 10 luglio 1861, che l’allora Ministro delle Finanze, Conte Pietro Bastogi, istituì il Gran libro del debito pubblico del Regno d’Italia, nel quale vennero iscritti ed unificati tutti i debiti contratti dagli Stati preunitari. Il riconoscimento da parte del ‘nuovo Stato’ dei debiti dei ‘cessati Stati’ portò il primo ‘debito pubblico unificato’ ad una quota pari a circa tre milioni di Lire.
Sarà l’avvio, questo, di un percorso dall’andamento fortemente altalenante che farà registrare un valzer di cifre davvero impressionante, come evidenziato nella Tabella 1, relativa agli anni che vanno dal 1861 al 1961.In questo arco temporale, di ben 100 anni, si sono susseguite numerose vicende storiche i cui sviluppi hanno inesorabilmente influenzato lo stato finanziario del nostro Paese, con pesanti ricadute sulla consistenza del debito pubblico e del PIL.
Di seguito, alcuni passaggi estrapolati dal testo di Domenicantonio Fausto1, che ben evidenziano questa stretta connessione tra storia ed economia. Infatti:

-- nel periodo post unitario
‘…il forte aumento del debito pubblico… si verificò nonostante il rilevante aumento dell’imposizione e l’alienazione di…beni patrimoniali e di beni ecclesiastici. La differenza tra aumento del debito pubblico e disavanzo trova spiegazione nell’assunzione da parte del nuovo Stato italiano dei debiti dei vecchi Stati e nella differenza tra prezzo di emissione e ricavo dei prestiti…’.
Il debito pubblico raggiunse quasi il 100% del PIL sospinto dagli ingenti investimenti effettuati per la realizzazione delle grandi infrastrutture nazionali;

- negli anni del primo conflitto mondiale
‘…le spese dello Stato aumentarono rapidamente e le entrate, pur crescendo, non riuscirono a farvi fronte….La guerra comportò un enorme sforzo finanziario alla cui copertura si provvide facendo ricorso alle imposte, al debito pubblico e alla emissione di carta moneta…’.
L’impegno bellico aveva assorbito quasi la metà del prodotto nazionale e portato il debito pubblico, a fine conflitto, ad un tetto pari al 150% del PIL;

- nel periodo fascista
‘…il debito pubblico oltre a diminuire…modificò la sua composizione…riacquistò un ruolo di preminenza per effetto della conversione obbligatoria dei buoni ordinari del Tesoro nel prestito del Littorio…’.
Ridisceso a livelli normali, non molto al di sopra del 50% del PIL, con lo scoppio del secondo conflitto mondiale subirà una forte accelerazione tornando a superare il 100% del PIL;

- nel periodo post bellico
‘…la situazione del debito pubblico, però, non era preoccupante per diversi motivi. Data la forte svalutazione monetaria, la spesa per interessi si era quasi annullata e il debito aveva subìto un sostanziale ammortamento…’.
La fase di stabilizzazione post bellica, contraddistinta da un’austera politica di bilancio, portò il debito pubblico al di sotto del 50% del PIL;

- negli anni dello sviluppo economico
’…l’opera di ricostruzione si compì nei primi anni del 1950 … ma il bilancio dello Stato continuò ad essere in disavanzo con entrate e spese che si dilatavano di anno in anno…’.
Il debito ricominciò a crescere per effetto di una politica volta a stimolare lo sviluppo economico attraverso ingenti investimenti che porterà al grande ‘miracolo economico italiano’.

‘…Facendo un confronto tra la consistenza del debito pubblico nel 1861 e nel 1961 si nota che nell’arco di un secolo il debito si moltiplicò di circa 1885 volte passando da 3.131 milioni a 5.901 miliardi di Lire… Un incremento notevole che fu sopportato dal sistema economico grazie alla falcidia subita dal potere di acquisto della Lira soprattutto nel corso della prima e della seconda Guerra mondiale…La struttura del debito nell’arco di un secolo aveva subìto una profonda trasformazione…’.

La storia ancora una volta è maestra di vita e come ebbe a dire il filosofo spagnolo George Santayana:

‘CHI NON RICORDA IL PASSATO È CONDANNATO A RIPETERLO’






Tabella andamento debito pubblico interno dal 1861 al 1961



 



Archivio Centrale dello Stato, Ministero delle Finanze
Documento del Ministero delle Finanze, Segretariato Generale, datato 25 aprile 1861, relativo al progetto di legge e regolamento per la creazione del Gran Libro del debito pubblico del Regno d’Italia
 



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