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GNOSIS 1/2011
LA CULTURA

RECENSIONI

Il 150° nell'editoria: novità e rivisitazioni


Alain Charbonnier

Per ogni grande anniversario, le case editrici sono solite dare alle stampe saggi, memoriali, rievocazioni. Alcune del tutto inedite, altre “rivisitate” e “ringiovanite”, collocate in una collana diversa da quella della prima edizione, con una nuova copertina e una nuova grafica, talvolta aggiornate dall’autore con nuova documentazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di veri e propri “instant book”, non legati al verificarsi repentino di un avvenimento, bensì proprio al fatto storico che si intende commemorare o celebrare. Soprattutto se accompagnato da un adeguato “lancio” istituzionale con seguito di polemiche fra intellettuali, partiti politici, enti pubblici, associazioni culturali.
La celebrazione del 150° anniversario della trasformazione dal Regno di Piemonte in Regno d’Italia, quindi della nascita dello Stato italiano, oggi Repubblica, è una di queste occasioni.
L’editoria ha sfornato volumi su volumi già dalla seconda metà del 2010 per non farsi cogliere impreparata dalla sicura richiesta di un pubblico stimolato da trasmissioni televisive, (La Contessa di Castiglione), film (Noi credevamo), trasmissioni storico-culturali (La storia siamo noi), pagine e pagine di giornali, con più o meno puntuali rivelazioni e sapide polemiche.
A ben vedere, due elementi risaltano in modo particolare: buona parte delle pubblicazioni sono dedicate al cosiddetto “revisionismo risorgimentale”, e sono le maggiori novità; un’altra parte cospicua è fatta di ristampe graficamente aggiornate e ripresentate per l’occasione (“Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo, “Le mie prigioni” di Silvio Pellico, “Memorie autobiografiche” di Giuseppe Garibaldi); infine una terza parte è costituita da novità vere e proprie.
Sta al lettore accorgersi della differenza fra nuovo e vecchio, fra una prima edizione e una ristampa. Non sempre è facile, anche perchè certe opere non hanno perso di attualità, anche se hanno visto la luce trent’anni fa, come nel caso di Sergio Romano “Storia d’Italia dal Risorgimento ai nostri giorni”, pagine 494, Tea, Milano. Un bel libro, piacevole da leggere, come del resto tutti i libri dell’ambasciatore-storico, editorialista del Corriere della Sera. Aggiornato veramente ai nostri giorni, corredato da note biografiche dei protagonisti e da una puntuale cronologia dal 17 marzo 1861, proclamazione del Regno d’Italia, al 13 giugno 2004, elezioni europee. Mancano gli ultimi otto anni. Ma potremmo dire che questi anni sono ancora cronaca e non storia. Tanto che Romano conclude: “La storia dell’italia risorgimentale si è conclusa. Quella degli anni ’80 e della crisi presente appartiene a un libro nuovo che potremmo chiamare, per meglio marcare la cesura col passato, dell’Italia postrisorgimentale”.
Dicevamo delle “rivisitazioni” del Risorgimento in chiave revisionista o, come si pretende da più parti, di “giustizia storica”. Alcuni best sellers sono vecchi di almeno un anno. Qui interessa citare Giovanni Fasanella - Antonella Crippo “1861 – La storia del Risorgimento che non c’è sui libri di storia”, pagine 263, Sperling & Kupfer, Milano. Nove capitoli che vanno da Cavour al Risorgimento “tradito”, fra battaglie, agenti segreti, “operazioni coperte” e talvolta “sporche”, briganti e brigantesse. Un libro scritto con il piglio giornalistico al quale Fasanella ci ha abituato con altre sue opere e non certo superficiale, come dimostrano note, fonti archivistiche e, cosa che non guasta, una buona filmografia dalla quale manca appunto il recentissimo “Noi credevamo”.
Il 150° del Regno d’Italia è stata anche l’occasione per “rivisitare “ la morte del suo artefice, Camillo Benso Conte di Cavour, avvenuta il 6 giugno 1861, a meno di tre mesi dal suo più grande successo. è uno di quei casi di verità ufficiale in contrasto con la verità popolare. La malaria contro il veleno. La versione ufficiale afferma che Cavour morì di un attacco violentissimo di malaria che s’era preso fin da giovane nelle risaie del vercellese. Lo attestarono all’epoca i medici accorsi al suo capezzale, nonostante i sintomi fossero alquanto strani e non proprio riconducibili a un attacco malarico.
La voce popolare, e non soltanto popolare, parlava di veleno. Veleno per un delitto di Stato, ordito da Napoleone III che dopo la pace separata con gli Austriaci a Villafranca, nel 1859, era diventato la bestia nera del Tessitore, puntualmente ricambiato. Qualcuno ancora più cattivo e malizioso, insinua che Napoleone III si sia vendicato così per il comportamento di Cavour avuto prima a Monzambano e poi in Sicilia (unione all’Italia con un improvviso plebiscito) compromettendo l’indipendenza che invece Garibaldi (appoggiato dagli inglesi) voleva offrire ai siciliani. L’Imperatore pochi mesi dopo l’avrebbe ripagato tramite “una giovane donna, d’un viso piacevole”, moglie di un commissario di Polizia di Parigi, che in cambio di un sostanzioso premio (500.000 lire) si sarebbe prestata allo “scellerato progetto” di avvicinare Cavour e avvelenarlo.
La vicenda è ripresa da Eugenio Fracassetti “Dossier Cavour – La morte di un Primo Ministro”, pagine 189, collana Quaderni Padani, Il Cerchio, Novara, con una buona documentazione e interessanti “considerazioni finali” che comunque lasciano tuttora aperta la questione del primo delitto di stato d’Italia.
Del tutto nuovo poi, a carattere generale, ma interessante per il collegamento fra Risorgimento e Resistenza, sicuramente contrario a ogni revisionismo, è il lavoro di Aldo Cazzullo “Viva l’Italia - Risorgimento e Resistenza: perché dobbiamo essere orgogliosi della nostra nazione”, pagine 168, Mondadori, Milano.
La tesi di Cazzullo è che come la Resistenza anche il Risorgimento, a 150 anni dall’Unità d’Italia, è negato. In un’epoca in cui è messa in dubbio perfino la sopravvivenza stessa della nazione, stemperata nell’Europa e nel mondo globale, frammentata dai particolarismi e dai campanili. Fra storia e politica, il libro di Cazzullo si presenta ricco di curiosità attraverso un secolo e mezzo. Dai patrioti che cadevano al grido di “Viva l’Italia” e avevano una loro idea di Patria, ai morti della Resistenza, caduti con lo stesso grido sulle labbra, ma con una nuova e diversa idea della Patria.
Con passione, Cazzullo si lancia nella difesa dell’unità nazionale, ben oltre l’interessata retorica quotidiana. Con una considerazione finale che dovrebbe indurre alla riflessione: in epoche diverse gli italiani hanno dimostrato di saper combattere per un’idea di Italia che non fosse solo quella del Belpaese e del “tengo famiglia”.
Fra i libri dedicati alle donne del Risorgimento, abbiamo preso in considerazione Bruna Bertolo “Donne del Risorgimento – Le eroine invisibili dell’unità d’Italia”, pagine 430, Ananke, Torino.Il libro della piemontesissima Bertolo conduce chi legge dagli ovattati salotti ai campi di battaglia, sulle orme delle protagoniste della storia d’Italia. Spesso sfortunate protagoniste, come Anita Garibaldi, Giuditta Tavani Arquati; madri dolorose come Adelaide Cairoli e Anna Bandiera. Altre volte donne di grande statura intellettuale e di elevata cultura, che seppero indirizzare politicamente gli avvenimenti come Teresa Casati Confalonieri, Giuditta Bellerio Sidoli, Cristina di Belgioiso, la “rivoluzionaria intellettuale”, la grande attrice friulana Adelaide Ristori, Giuseppina Perlasca Bonizzoni la “cospiratrice di estrazione borghese che non esita ad abbracciare la causa patriottica e a mettere a rischio la sua tranquilla condizione di signora agiata”, come scrive l’autrice. Chissà se in quel nome Perlasca c’è l’origine di un altro Perlasca, Giorgio, il fascista “giusto fra i giusti d’Israele”, un altro che abbracciò la giusta causa e mise a rischio la sua esistenza, salvando migliaia di ebrei ungheresi.
è un libro, questo di Bruna Bertolo, che “racconta il periodo risorgimentale visto dalla parte delle donne che in modo diverso hanno contribuito a scrivere di quel lungo, faticoso e controverso periodo che portò all’unità d’Italia”, come è annotato nel risvolto di copertina.
A una di queste protagoniste in particolare, ha dedicato un volume Marta Boneschi “La donna segreta. Storia di Metilde Viscontini Dembowski”, pagine 258, Marsilio, Venezia. Il libro rende giustizia a una figura poco nota dell’Ottocento italiano, protagonista del primo Risorgimento, dei moti del 1821. Fu amica di Ugo Foscolo, di Silvio Pellico, di Teresa e Federico Confalonieri, era adorata da Stendhal. “Le vicende di Metilde Viscontini – scrive la Boneschi nella premessa – sono raccontate in questo libro nel miglior rispetto della verità storica, per quanto questa verità possa essere nota e certa, e sono basate sui documenti che la riguardano… .Poiché nessuno fino ad ora ha ricostruito per intero la storia di Metilde, questa poteva essere un’impresa davvero impossibile. Affascinata dalla sua integrità e fermezza di carattere, velate da un riserbo a da una grazia invidiabili, ho voluto tuttavia raccogliere l’auspicio espresso oltre mezzo secolo fa da Pietro Paolo Trompeo, uno dei più fini studiosi di Stendhal: annodare i tre fili che si intrecciano nella vita di Metilde, quello foscoliano, quello stendhaliano e quello patriottico, per rendere il dovuto omaggio a questa donna straordinaria nella sua discreta e quasi opaca normalità”.
Marta Boneschi riesce bene nell’impresa, con un mix giusto di documentazione storica, ricostruzione documentaristica e un pizzico d’invenzione, vera e propria “licenza poetica” che rende “La donna segreta” un libro capace di catturare l’attenzione del lettore, arricchendone le conoscenze del primo percorso unitario, senza la spocchia accademica e senza annoiarlo.


L'autore consiglia:


- Storia d’Italia dal Risorgimento ai nostri giorni Autore: Sergio Romano Editore: Tea, Milano, 2001
-Viva l’Italia! Risorgimento e Resistenza: perchè dobbiamo essere orgogliosi della nostra nazione Autore: Aldo Cazzullo Editore: Mondadori, Milano, 2010
- La donna segreta. Storia di Metilde Viscontini Dembowski Autore: Marta Boneschi Editore: Marsilio, Venezia, 2010
- Dossier Cavour La morte di un Primo Ministro Autore: Eugenio Fracassetti Editore: Il Cerchio, Novara, 2010 (Collana Quaderni Padani)
- 1861- La storia del Risorgimento che non c’è sui libri di storia L’Italia di ieri che racconta l’Italia di oggi Autore: Giovanni Fasanella, Antonella Grippo Editore: Sperling&Kupfer, Milano, 2010
- Donne del Risorgimento Le eroine invisibili dell’unità d’Italia Autore: Bruna Bertolo Editore: Ananke, Torino, 2011



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