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GNOSIS 1/2011
LA CULTURA

'STUDI' DI INTELLIGENCE

Letteratura e storiografia italiana sull'Intelligence dall'Unità ad oggi


Nicola Pedde

La produzione e la divulgazione di letteratura sull’Intelligence, intesa sia come generale attività di informazione e sicurezza dello Stato, sia più specificamente come Servizio segreto nazionale ha, in Italia, trovato scarso sviluppo e successo se non in tempi recenti.
Mentre la storiografia militare ha saputo ritagliarsi nel tempo una sua nicchia sia nel contesto accademico che nel mercato editoriale – sebbene con dimensioni modeste, nonostante la presenza di autori di primissimo ordine come Virgilio Ilari – lo studio degli apparati di informazione e sicurezza e delle loro metodologie è invece stato pressoché ignorato sino alla fine degli anni Settanta.
Quali sono le ragioni di un così prolungato disinteresse e, soprattutto, è stata una lacuna solamente italiana?
Sono molte le cause che hanno concorso a penalizzare in modo così cospicuo lo sviluppo di una cultura dell’Intelligence. Nel periodo antecedente alla Seconda Guerra Mondiale le principali ragioni sono certamente da individuarsi in due fattori. Il primo è relativo alla cultura del segreto e alla riservatezza che – invero sino a tempi recentissimi – ha caratterizzato ogni ambito delle attività militari e delle sue manifestazioni pubbliche. Una tradizione che, sin dai tempi preunitari ha, di fatto, separato la vita pubblica e civile da quella militare, imponendo la riservatezza su ogni aspetto di quest’ultima ed impedendo, quindi, la produzione di letteratura o semplice divulgazione che non fosse quella ufficiale ed autorizzata. Il fascismo, al contrario, comprese la necessità di divulgare copiosamente e creare un’epica della guerra e del soldato, che servisse gli interessi dello Stato e delle sue ambizioni. Ma la sconfitta militare ed il trauma della guerra civile, determinarono un brusco quanto prolungato arresto della letteratura di settore.
La seconda ragione è, invece, da ricercarsi nel fatto che l’Intelligence, come funzione e metodologia, si sviluppa nella sua moderna ed attuale concezione durante la Seconda Guerra Mondiale, avendo in precedenza un connotato alquanto generico e limitato il più delle volte alla sola sussistenza di un conflitto. Non esisteva, quindi, una concezione dell’intelligence così precisa ed articolata, limitandosi il panorama il più delle volte alla figura della “spia”, intesa come pericolo per gli interessi bellici della nazione.
La produzione letteraria su temi in qualche modo riconducibili all’intelligence è quindi estremamente limitata sino alla Prima Guerra Mondiale e perlopiù circoscritta a qualche opera dei geografi – soprattutto quelli impegnati nell’allora recente espansione coloniale – o alle memorie degli ex combattenti, soprattutto nell’ambito delle loro esperienze di studio del nemico e del campo di battaglia.
Seguì una limitata produzione di testi di argomento militare con qualche accenno ad attività di spionaggio tra gli anni ’20 e ’30, ma anche in questo caso si trattò in larga misura di scritti prodotti da ex combattenti della Grande Guerra, perlopiù incentrati sugli aspetti della raccolta di informazioni strategiche sul campo di battaglia o sulla natura e composizione delle forze nemiche. A questi si aggiunsero alcuni testi biografici su figure di particolare rilievo dell’epoca, spesso legate soprattutto all’irredentismo, come nel caso di Fabio Filzi e Cesare Battisti.
Tra le pochissime eccezioni nel panorama letterario dell’epoca si segnala il volume del 1937 “Il Servizio informazioni dell’Esercito italiano nella Grande Guerra”, di Odoardo Marchetti, che assunse il comando del Servizio nell’ottobre del 1917.
Venne prodotta, quindi, sino alla Seconda Guerra Mondiale, una modesta letteratura sull’argomento, limitandosi la produzione libraria a qualche testo di propaganda e ad alcune opere di fatto miranti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo derivante dall’azione dello spionaggio. Durante la guerra fu invece attivissima la propaganda per segnalare ai cittadini i pericoli dello spionaggio e, soprattutto, della comunicazione involontaria di informazioni al nemico, ma tale attività non venne accompagnata da alcuna vera e propria produzione scientifica o storiografica sull’argomento, limitandosi il più delle volte ad opuscoli o manifesti informativi.
Né contribuirono ad ampliare la conoscenza sulla materia i molti volumi che, subito dopo il termine del conflitto, trattarono invece con sistematicità le vicende belliche sui diversi fronti di guerra.
Verso la metà degli anni Cinquanta iniziarono invece a proliferare un gran numero di testi sulle vicende della guerra appena conclusa e, timidamente, si fece largo qualche testo caratterizzato da riferimenti più o meno corposi al ruolo del Servizio informazioni militari italiano. Si trattò perlopiù di opere autobiografiche o storiografiche, con l’intento non già di fornire indicazioni circa l’operato e le modalità dell’intelligence, quanto per illustrare le dinamiche di alcuni episodi salienti della guerra. Opere quindi, tutto sommato, da ascrivere più nel grande filone della produzione storiografica sulla Seconda Guerra Mondiale che non nella specifica categoria delle opere sull’intelligence.
Fu proprio il SIFAR, curiosamente, a pubblicare quello che è probabilmente il primo libro organico sulla storia dei Servizi segreti italiani, con “Il Servizio informazioni militare italiano dalla sua costituzione alla fine della seconda guerra mondiale”, edito a Roma a cura dello Stato Maggiore della Difesa nel 1957. Volume certamente interessante, ma limitato alle vicende belliche del primo e secondo conflitto mondiale e con uno scarso sviluppo sullo studio della disciplina e delle metodologie di settore.
Bisognerà, quindi, aspettare la fine del decennio successivo per assistere alla divulgazione delle prime opere dedicate specificamente all’intelligence. Complici le notizie dei primi scandali relativi alla questione del SIFAR, appaiono nelle librerie italiane una serie di volumi dedicati ai fatti di cronaca ed, in particolar modo, al Generale De Lorenzo. Si tratta in massima parte di volumi scritti da giornalisti e dedicati alle indagini giudiziarie sull’operato dei Servizi segreti, e continueranno per buona parte degli anni Settanta con volumi dedicati questa volta al SID.
Sarà il clima dei cosiddetti “anni di piombo” e della “strategia della tensione” ad alimentare la gran parte della pubblicistica sino ai primi anni Ottanta, con volumi dedicati essenzialmente ai fatti di cronaca ed alle indagini giudiziarie e parlamentari. Non ancora, quindi, testi di studio sulla materia, ma opere divulgative scritte il più delle volte da giornalisti e nell’ambito di un clima politico particolarmente teso, caratterizzato da forti contrapposizioni e da un dilagante disagio sociale, secondo un modello narrativo che individuava assai spesso nello Stato il responsabile di ogni complotto o mistero relativo ai fatti di cronaca nazionale. Senza alcuna replica istituzionale ed in tal modo ingenerando la generale sensazione di un’ammissione di colpevolezza da parte degli Apparati di informazione e sicurezza.
Complice il generale clima di tensione generato dalla Guerra Fredda, ma anche lo scalpore del caso De Lorenzo e la prima grande legge di riforma sui Servizi segreti, iniziò quindi un proliferare di testi e saggi di varia natura e dall’eterogeneo rigore storico e scientifico.
La gran parte della produzione libraria in materia a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta fu prodotta da giornalisti, mentre completamente assenti risultarono essere gli accademici. Eccezion fatta per i volumi di commento giuridico alla nuova normativa sui Servizi di informazione e sicurezza promulgata nel 1977.
L’argomento intelligence divenne, quindi, scottante ed appannaggio esclusivo di chi investigava sulle deviazioni o sui fatti di cronaca del terrorismo nazionale ed estero nel nostro Paese. Non si registrò alcun tentativo di analisi sul settore, la sua funzione e le sue modalità operative, venendo in tal modo a mancare in modo pressoché assoluto una vera e propria disamina sui compiti dei Servizi segreti e sul loro modus operandi, vanificando ancora una volta l’opportunità per un sereno ed approfondito dibattito sull’argomento.
I Servizi segreti erano per l’opinione pubblica, e rimasero a lungo, solo un coacervo di pericolosi cospiratori – e spesso anche peggio – e questo scoraggiò i molti che avrebbero potuto offrire un contributo scientifico di spessore sull’argomento, che avrebbe peraltro aiutato a far luce sulle tante indagini che riguardavano le strutture dell’intelligence nazionale.
I Servizi segreti, impossibilitati dalla loro stessa legge istitutiva al contatto ed al confronto con l’esterno ed alla divulgazione, vennero perciò progressivamente relegati in termini di percezione alla stregua di una sorta di società occulta, alimentando in tal modo, per larga parte degli anni Ottanta, un circolo vizioso di pubblicazioni dal nullo valore scientifico e storiografico, ma dall’indubbio deleterio effetto in termini di percezione e collocazione delle strutture nell’ambito dell’opinione pubblica nazionale.
Gli “anni di piombo” e quelli della “strategia della tensione” saranno altrettanti serbatoi per la produzione di molte opere di non facile classificazione, e di poche serie disamine storiche ed investigative – perlopiù estremamente negative sull’operato delle strutture di informazione e sicurezza – il cui valore sarà tuttavia diluito nel generale scarso valore della produzione dell’epoca.
Il primo, considerevole, sforzo per superare l’impasse degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta deve certamente essere riconosciuto a Giuseppe De Lutiis e Gianni Flamini, storico indipendente il primo e giornalista il secondo che, con i loro volumi sulla storia dell’intelligence italiana e sulle dinamiche dell’eversione, fornirono un valido contributo per ricondurre in termini storiografici il fenomeno.
Quasi completamente assente, se non in termini di storiografia militare grazie al contributo di Virgilio Ilari, il ruolo dell’Università sull’argomento, almeno sino agli anni Novanta, quando si cimenterà tuttavia più sul versante della formazione di settore che non sulla produzione scientifica, di fatto abdicando completamente in materia e lasciando lo sviluppo del tema alla sola componente giornalistica. Che continuerà, però, a trattare l’intelligence sotto l’aspetto dell’investigazione e dell’attualità piuttosto che della disciplina.
Non altrettanto desolante il panorama nel resto del mondo dove, al contrario, fioriva già dagli anni Sessanta una ricca e sempre più scientificamente consistente letteratura sull’argomento, almeno negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed in Francia. Alimentata dalle crescenti capacità dei think tank e da un rapporto tra accademia ed istituzioni dello Stato praticamente mai realizzato in Italia, la produzione scientifica straniera diventava in tal modo inesorabilmente la bibliografia di riferimento in materia, grazie anche al fatto che sempre più spesso i centri di ricerca e le università venivano popolati da ex funzionari delle strutture di intelligence e delle Forze armate, grazie a sistemi normativi meno farraginosi di quello italiano.
È invece con la fine della Guerra Fredda e con l’inizio delle crisi in Medio Oriente che, sebbene lentamente e con non poche cautele, iniziarono a prendere corpo anche in Italia studi a carattere scientifico sull’intelligence e sulle sue metodologie. Perlopiù espressione degli studi strategici, perlomeno in fase iniziale, questi contributi assumono progressivamente la fisionomia di un genere, andandosi a perfezionare in modo crescente nel corso di tutti gli anni Novanta ed esplodendo definitivamente, come categoria di studi, successivamente ai fatti dell’11 settembre del 2001.
Un tributo deve certamente essere riconosciuto in materia all’opera del Generale Carlo Jean, primo e certamente tra i più profondi conoscitori degli studi strategici, ed al tempo stesso abile e prolifico divulgatore. La geopolitica, le relazioni internazionali e l’analisi delle crisi diventeranno quindi un argomento di ampia divulgazione, dove l’intelligence, le sue strutture e le sue modalità operative e d’impiego troveranno finalmente una collocazione scientifica idonea e pacificamente accettata. Transitando dopo lungo tempo al di fuori dell’angusto tunnel che l’aveva connotata per quasi trent’anni.
Nell’ultimo decennio, infine, abbiamo assistito anche in Italia allo sviluppo di una produzione scientifica slegata dalla storiografia e dall’indagine giornalistica, ed al consolidamento di un genere autonomo ben delineato e strutturato. Grazie anche, soprattutto, ad una mutata percezione da parte dell’opinione pubblica sul settore e sulle Agenzie, il venir meno della produzione banalmente scandalistica ed il consolidamento anche in ambito storiografico di autori dalla solida preparazione e dal più spiccato rigore scientifico.
Un traguardo, ancora ai suoi esordi, raggiunto in Italia praticamente nell’anniversario dei centocinquanta anni dall’Unità. Con un ritardo ingiustificabile ed un danno complessivo ancora tangibile.


Per la Bibliografia di seguito riportata
si ringraziano l’autore e la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.


- Servizio segreto Cronache e documenti dei delitti di Stato di Clara Conti - Ed. Donatello De Luigi, Roma 1945
- Guerra segreta in Italia di Cesare Amè - Ed. Casini, Roma 1954
- Sciacalli addosso al S.I.M. di Mario Roatta - Ed.Corso, Roma 1955
- Il Servizio Informazioni Militare italiano dalla sua costituzione alla fine della Seconda Guerra Mondiale Autore: AA.VV. Editore: Stato Maggiore della Difesa, Roma 1957
- L'OVRA Autore: Franco Martinelli Editore: De Vecchi, Milano 1967
- SIFAR. Gli atti del processo De Lorenzo - L'Espresso Autore: Roberto Martinelli Editore: Mursia, Milano 1968
- Inchiesta sul SIFAR Autore: Di Ruggero Zangrandi Editore: Editori Riuniti, Roma 1970
- Le stragi del S.I.D. I generali sotto accusa Autore: Roberto Pesent Editore: Mazzotta, Milano 1974
- Catanzaro Processo al SID Autore: Carla Mosca Editore: Editori Riuniti, Roma 1978
- Il partito del golpe. La strategia della tensione e del terrore dal primo centrosinistra organico al sequestro Moro Autore: Gianni Flamini Editore: Bovolenta, Ferrara 1981, 4 volumi
- I Servizi Segreti in Italia Dal fascismo all'intelligence del XXI secolo Autore: Giuseppe De Lutiis Editore: Sperling & Kupfer, Milano 1984
- Servizi segreti italiani 1815-1985 Vol. 1 e 2 Autore: Ambrogio Viviani Editore: adnkronos, Roma 1985
- Le Spie imperfette Autore: Giorgio Boatti Editore: Rizzoli, Milano 1987
- Enciclopedia delle spie. Da Yalta ad oggi Autore: Giorgio Boatti Editore: Rizzoli, Milano 1989
- La notte della Repubblica Autore: Sergio Zavoli Editore: Mondadori-Nuova-ERI, Milano 1992
- Storia militare della prima Repubblica 1943-1993 Autore: Virgilio Ilari Editore: Nuove Ricerche, Ancona 1994
- I segreti del Viminale Autore: Cesare Paloscia Editore: Newton & Compton, Roma 1994
- Geopolitica Autore: Carlo Jean Editore: Laterza, Bari 1995
- Gladio. La verità negata Autore: Paolo Inzerilli Editore: Analisi, Bologna 1995
- Lo spionaggio politico in Italia 1989-1991 Autore: Gianni Cipriani Editore: Editori Riuniti, Roma 1998
- Nome in codice Ulisse Autore: Fulvio Martini Editore: Rizzoli, Milano 1999
- Lo Stato invisibile Autore: Gianni Cipriani Editore: Sperling & Kupfer, Milano 2002
- L'atlante delle spie. Dall'antichità al "Grande Gioco" di oggi Autore: Umberto Rapetto e Roberto di Nunzio Editore: Rizzoli, Milano 2002
- Abecedarioper principianti, politici e militari, civili e gente comune Autore: Francesco Cossiga Editore: Rubbettino, Soveria Mannelli 2002
- La Guerra Fredda delle spie. L'Ufficio affari riservati Autore: Aldo Giannuli Editore: Nuova iniziativa editoriale, Roma 2005
- Carte segrete dell'intelligence italiana 1861-1918 Autore: Maria Gabriella Pasqualini Editore: Ministero della Difesa RUD, 2007
- Carte segrete dell'intelligence italiana 1919-1949 Autore: Maria Gabriella Pasqualini Editore: Ministero della Difesa RUD, 2007
- I servizi di informazione e il segreto di Stato Autore: Carlo Mosca, Stefano Gambacurta, Giuseppe Scandone e Marco Valentini Editore: Giuffrè, Milano 2008
- Il grande vecchio Autore: Gianni Barbacetto Editore: Rizzoli, Milano 2009
- Come funzionano i servizi segreti. Dalla tradizione dello spionaggio alle guerre non convenzionali del prossimo futuro Autore: Aldo Giannuli Editore: Ponte alle Grazie, Firenze, 2009
- I Servizi Segreti nella Repubblica Sociale Italiana Autore: Daniele Lembo Editore: Grafica Maro, Pavia, 2009
- Il Piano Solo Autore: Mimmo Franzinelli Editore: Mondadori, Milano, 2010
- In silenzio gioite e soffrite. Storia dei servizi segreti italiani dal Risorgimento alla Guerra fredda Autore: Andrea Vento Editore: Il Saggiatore, Milano, 2010
- L’intelligence militare dopo la riforma del 2007 Autore: Domenico Libertini Editore: Grupposkystudio.com, Roma, 2010
- Il cuore occulto del potere.Storia dell’Ufficio Affari riservati del Viminale (1919-1984) Autore: Giacomo Pacini Editore: Nutrimenti, Roma, 2010
- Conoscere il nemico. Apparati di intelligence e modelli culturali nella storia contemporanea Autore: Paolo Ferrari e Alessandro Massignani Editore: Franco Angeli, Milano, 2010



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