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GNOSIS 1/2010
INTERVISTA

A colloquio con il Presidente


STEFANO BERRETTONI
Presidente del Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo



Prefetto e Direttore Centrale della Polizia di Prevenzione (DCPP), è laureato in Giurisprudenza, è stato Ufficiale di Marina e, nel 1972, è entrato nell'Amministrazione della Polizia di Stato. Dall'anno successivo, dopo una breve esperienza alla Sezione Volanti di Palermo, si è occupato sempre di settori vicini all'Antiterrorismo, sia in incarichi territoriali che a livello centrale. Fino alla nomina a Questore di Latina è stato Dirigente del Servizio Antiterrorismo della DCPP ricoprendone anche l'incarico di Vice Direttore. Quindi, ancora Questore a Brescia, Catania e Torino. Ha maturato un'esperienza Centrale ed internazionale alla guida della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dal 28 dicembre 2009 è tornato alla Polizia di Prevenzione come Direttore. Impegnato spesso in incarichi operativi, da Questore di Catania è stato insignito del premio "Rosario Livatino" per l'impegno nella lotta alla criminalità organizzata.




L’11 settembre due aerei abbattono le “Twin Towers”; il fumo, i crolli, l’odore della morte alimentano il “circuito della paura” nel mondo occidentale che, improvvisamente, scopre una debolezza inaspettata.
Da allora, la consapevolezza della “intangibilità” perduta ha suggerito ad ogni Paese l’incremento di tutte le misure di sicurezza a protezione del proprio territorio ed ha favorito la creazione di centri di coordinamento e sinergia tra gli organismi della security contro minacce nazionali ed internazionali.
In Italia è sorto il Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo (C.A.S.A.), di cui Gnosis ha ripercorso l’evoluzione e la crescita incontrando Stefano Berrettoni, Prefetto, Direttore della Polizia di Prevenzione, esperto di lotta al terrorismo e Presidente del Comitato.


Il C.A.S.A.

Il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo nasce, nel 2003, su iniziativa del Ministro dell’Interno, dopo l’attacco terroristico contro il contingente italiano impiegato a Nassirya, quando l’Italia avverte di dover fronteggiare strategicamente e tatticamente la minaccia condivisa del terrorismo jihadista.
Il C.A.S.A., ufficialmente istituzionalizzato nel 2004, è deputato a valorizzare la sinergia tra Istituzioni di Polizia e di Intelligence e a formare – con procedure snelle e deburocratizzate – la valutazione di flussi informativi relativi alle minacce terroristiche interne ed internazionali. Svolge, infatti, compiti di analisi delle notizie di rilievo inerenti progettualità terroristiche anche contro interessi italiani all’estero per consentire l’attivazione delle misure di prevenzione ritenute necessarie e provvede alla pianificazione e al coordinamento di attività finalizzate a prevenire eventi di natura terroristica.
Il Comitato opera in funzione di supporto all’Unità di Crisi del Ministero dell’Interno, organismo delineato per la gestione di emergenze a seguito di “eventi che coinvolgono i diversi aspetti di sicurezza” (1) cui fornisce gli elementi investigativi e informativi acquisiti nella circostanza.
Il CASA, originariamente composto da Ufficiali Superiori dell’Arma dei Carabinieri, da Alti Dirigenti della Polizia di Stato e da Rappresentanti delle Agenzie di Intelligence, nel corso degli anni ha conosciuto modifiche ed accoglie adesso anche Ufficiali della Guardia di Finanza (2) e rappresentanti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (D.A.P.) (3) .
Il Comitato si riunisce con cadenza settimanale (tutti i giovedì) salvo convocazioni straordinarie, in seguito ad eventi eccezionali, per il monitoraggio costante e l’aggiornamento della minaccia terroristica.

Le attività di analisi

L’analisi del CASA riguarda notizie su situazioni, spesso in fieri, che potrebbero produrre rischi nel panorama generale della sicurezza.
L’informazione analizzata può consentire la decrittazione di un fenomeno, così come la valutazione che ne consegue può motivare strategie di prevenzione.
La valutazione riguarda le informazioni provenienti da un circuito alimentato principalmente:
- da organi di Polizia ed Agenzie di informazioni per la Sicurezza, in relazione alle attività investigative ed informative svolte sul territorio;
- dall’Autorità Giudiziaria, in ottemperanza alle disposizioni del codice di procedura penale;
- da Organi di Polizia di altri Paesi, in contesti di collaborazione internazionale di polizia e di intelligence;
- dall’attività degli Ufficiali di collegamento, ( Europol, Interpol etc.);
- da relazioni e reports di Pubbliche Amministrazioni;
- da fonti aperte ed acquisizioni sul web, avvalendosi di elaborazioni OSINT.
Inoltre il Comitato:
- analizza la documentazione e la messaggistica proveniente da gruppi eversivi interni ed internazionali;
- valuta l’impatto, in termini di sicurezza, delle più significative manifestazioni di piazza;
- considera i rischi connessi allo svolgimento di grandi eventi sul territorio nazionale.


Le iniziative di prevenzione

Il C.A.S.A, sulla base della valutazione svolta, pianifica e coordina le attività per la prevenzione di eventi di natura terroristica da realizzarsi sul territorio nazionale.
In tale ambito dispone:
- il controllo di luoghi tradizionalmente deputati all’aggregazione di extracomunitari (call center, internet point, esercizi etnici etc) e talvolta frequentati con finalità di proselitismo da elementi radicali;
- il monitoraggio della messaggistica dei siti e dei blog, sia di ispirazione jihadista, utilizzati mediaticamente come espressione della diffusione fondamentalista, sia riferibili all’antagonismo estremo;
- gli approfondimenti informativi su soggetti pericolosi con finalità prodromiche a provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale;
- il monitoraggio del carcerario – effettuato in stretta collaborazione con il DAP – per individuare l’eventuale opera di proselitismo effettuata all’interno degli Istituti da soggetti detenuti per attività terroristiche;
- le verifiche, realizzate con gli apporti professionali della Guardia di Finanza, sulle rimesse di soggetti e associazioni sospettati di finanziare organizzazioni terroristiche.
Un Gruppo di lavoro tecnico – composto dai rappresentanti della strutture del Comitato – stabilisce le modalità attuative delle iniziative di carattere preventivo deliberate dal C.A.S.A. e affidate agli Organi di Polizia sul territorio nazionale.


I rapporti internazionali

Nel corso degli anni il Comitato ha intensificato i rapporti con omologhi organismi esteri, non solo a livello europeo.
In particolare con gli USA, alla fine del 2007, è stato stipulato un accordo tecnico di cooperazione bilaterale per il monitoraggio di soggetti coinvolti in attività di terrorismo.
L’accordo prevede che – nel rispetto delle proprie legislazioni – Italia e Stati Uniti possano scambiarsi informazioni concernenti soggetti ricercati, condannati o indagati per reati di terrorismo internazionale mediante un’interconnessione diretta tra banche dati: il data base comune viene gestito in ambito C.A.S.A. ed alimentato con notizie fornite dalle Forze di Polizia e dalle Agenzie di Intelligence partecipanti al Comitato.
Lo scorso anno rappresentanti del C.A.S.A. hanno partecipato, a Parigi, ad una riunione tra i Centri di Coordinamento per la lotta al terrorismo degli Stati membri UE, organizzata dall’Organismo francese UCLAT, e, a Madrid, ad un incontro presso il CNCA spagnolo sul tema “Globalizzazione dell’informazione e terrorismo: radicalizzazione, propaganda ed incitamento in Internet”.


La valutazione della minaccia

Affrontando sul piano generale la minaccia del terrorismo fondamentalista, il Prefetto Berrettoni ritiene che, dopo l’attentato di Milano dello scorso ottobre (4) , il nostro Paese non può più considerarsi snodo di passaggio verso i teatri di jihad o di supporto logistico dei mujhaddin, ponendosi piuttosto quale target nell’ottica shahid.
In Italia – in particolar modo al Nord – insistono comunità di immigrati radicate e strutturate, giunte ormai alla “seconda generazione” da cui possono svilupparsi fondamentalisti “home grown” che, utilizzando la comunicazione telematica e la manualistica web del martirio, potrebbero trasformarsi in self made terrorists.
L’emergere del “terrorismo fai da te” non può, comunque, escludere la minaccia proveniente da gruppi strutturati: non è semplice scindere l’apporto individuale da contesti organizzativi o da reti di connessione internazionale che coltivano l’obiettivo primario di “colpire l’infedele a casa sua”.
Sotto il profilo interno, l’espressione più significativa della minaccia proviene dalla galassia dell’anarchia insurrezionale che, nonostante il fondamentale individualismo ideologico, sembra articolarsi in gruppi che indirizzano l’azione contro i simboli dello Stato e del Capitale.
In ambito anarchico-insurrezionalista il Web trasmette i molteplici richiami alla coralità dell’azione di rivolta con particolare riferimento alle tematiche antirepressive, antisecuritarie ed ambientaliste.
Nella prospettiva ideologica marxista-leninista l’allarme è certamente meno evidente, tuttavia i gruppi brigatisti, pur duramente colpiti dagli esiti investigativi, esercitano un fascino residuo in alcuni ambienti estremisti che, peraltro – nonostante l’attuale difficile congiuntura economica – non riescono a trasmettere alla piazza il portato di aggressività.
Esiste una sorta di frazionamento del mondo antagonista evidenziato e moltiplicato dalla carenza di una leadership carismatica.
Prevale, allora, l’aggregazione trasversale che collega diverse componenti antagoniste (Centri sociali, anarchici, marxisti-leninisti) in una comune tendenza al ribellismo su temi di forte impatto sociale (difesa ambientale, antimilitarismo, antifascismo).
I social network (e più in generale il Web), moltiplicatori virtuali del dissenso, sembrano essere i nuovi strumenti di aggregazione, tuttavia la condivisione virtuale può frammentare la unitarietà della protesta delocalizzandola e polverizzandola sul territorio.
Infine, le ipotesi di interessi convergenti fra gruppi di ispirazione marxista-leninista e di matrice jihadista, al momento, si collocano sul piano di “integrazione filosofica” legata al comune denominatore dell’antimperialismo, scontando peraltro le incolmabili divergenze tra l’ideologia materialista degli uni e l’afflato religioso degli altri.


In conclusione

Le caratteristiche di organo tecnico e tavolo strategico di confronto investigativo e di intelligence, fanno del Comitato uno strumento duttile, efficace, non burocratico, caratterizzato dalla rapidità nell’acquisizione di informazioni, la loro verifica e la conseguente valutazione dei rischi.
L’intervento di AISE ed AISI – Agenzie di Intelligence con competenze differenti e diversificati canali informativi – a fianco dei principali organismi di polizia giudiziaria rende il C.A.S.A. una sorta di “circolo” di esperti sul piano delle strategie e della “reductio ad unum” delle informazioni a tutela della sicurezza nazionale.
Nel quadro di valutazione/prevenzione di progettualità offensive, il ruolo delle Agenzie di Intelligence diventa significativo sia per anticipare i meccanismi di prevenzione alla fase preinvestigativa, sia per delineare i contorni dello “scenario” in cui collocare un caso di matrice incerta o un’attività sospetta ma non definibile immediatamente.
Ritengo, conclude il Prefetto Berrettoni, che l’attività finora svolta abbia confermato la validità di un metodo di lavoro improntato alla intensa e continua collaborazione e consultazione tra Attori Istituzionali sul palcoscenico della sicurezza nazionale.


Il Consuntivo 2009

Lo scorso anno il Comitato ha valutato complessivamente 225 segnalazioni di minaccia, svolgendo 53 riunioni, di cui 2 straordinarie in relazione a:
- Attentato a Kabul del 17 settembre 2009 – esplosione di un’autobomba al passaggio di un convoglio militare italiano – sono rimasti uccisi sei militari ed altri quattro sono stati feriti gravemente;
- Attentato esplosivo a Milano il 12 ottobre 2009 – contro la Caserma dell’Esercito Santa Barbara – è rimasto gravemente ferito l’attentatore libico.
In ambito internazionale sono stati trattati soprattutto argomenti in relazione alle:
- condizioni di sicurezza in Afghanistan;
- situazione nei Paesi del Maghreb;
- conflitto israelo-palestinese;
- situazione di sicurezza in Libano;
- quadro di sicurezza in Somalia;
- attività del movimento estremista curdo PKK-Kongra/GEL;
- operazioni antiterrorismo in Paesi dell’Europa e del Nord Africa.

In riferimento alla situazione interna si sono evidenziati:
- il Vertice dei Capi di Stato G8 a L’Aquila dal 7 al 9 luglio (profili di valutazione di minaccia a livello nazionale ed internazionale);
- iniziative di solidarietà, in Italia e all’estero, per il processo a carico dei brigatisti arrestati nel corso dell’operazione “Tramonto”;
- esame di documenti di area;
- attentati a Roma (21 aprile 2009) rivendicati con la sigla “Cellule di Resistenza Proletaria”;
- inasprimento della conflittualità nel mondo del lavoro in relazione ai licenziamenti indotti dalla crisi economica;
- attivismo della componente anarchico-insurrezionalista sia in territorio nazionale che all’estero.




(1) legge n.133 del 2 luglio 2002.
(2) Dopo gli attentati terroristici di Londra, nel 2005.
(3) Dall’ottobre del 2008. Il contributo del DAP è circoscritto all’area del carcerario ove possono realizzarsi contatti tra detenuti per reati di terrorismo e gli altri reclusi.
(4) Il 12 ottobre il cittadino libico Mohamed GAME, con la complicità di altri due nordafricani, ha fatto esplodere con intento kamikaze un ordigno-detonato solo parzialmente- davanti all’ingresso della caserma Santa Barbara rimanendo gravemente ferito.

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