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GNOSIS 4/2009
LA STORIA

DALL'ARCHIVIO

Un 'furto di identità' datato 1918


articolo redazionale


 
Il furto di identità, argomento già ampiamente trattato in questo numero e divenuto, ormai, un fenomeno crescente, mutevole, dai risvolti sempre più inquietanti, trova, nei documenti che presentiamo in Rubrica, un ‘precedente’ dalla indubbia storicità.
La vicenda, datata infatti 1918, vede nel rinnovo di un passaporto intestato a
persona deceduta, l’espediente criminoso grazie al quale un soggetto, già espulso dal territorio francese, tenta di farvi rientro sotto altra identità.

I protagonisti (1) , seguendo un iter che ad oggi può sembrare addirittura ‘puerile’, testimoniano quanto, anche in un passato non recente, il ‘furto di identità’ fosse già una realtà.

Nel primo documento la Prefettura di Torino trasmette al Ministero dell’Interno i risultati delle indagini condotte dalla locale Questura sul citato
tentativo di rinnovazione illecita di passaporto.
Nell’atto vengono riportate anche alcune dichiarazioni rilasciate dal presunto fruitore della nuova identità che, avuto sentore delle indagini avviate, tenta di sostenere la sua totale estraneità ai fatti.

Nel secondo documento la Relazione trasmessa dal Servizio Informazioni del Comando Supremo di Parigi alla locale Regia Ambasciata d’Italia.
Quest’ultima era stata interessata dal nostro Ministero dell’Interno, al fine di sollecitare ulteriori accertamenti nei confronti di alcuni cittadini italiani, residenti oltralpe, ritenuti i veri artefici della sospetta macchinazione.

Il carteggio, che per ragioni di spazio proponiamo in stralci, evidenzia la particolare attenzione che le Autorità, sia italiane che francesi, dedicarono a queste indagini, consapevoli che si trattasse non di una semplice falsificazione di documento bensì di un vero e proprio caso di
‘furto di identità’.




Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale di Pubblica Sicurezza
Polizia Giudiziaria, Div. IV, 1916-1918, b. 108.

 
 

 



(1) In rispetto della ‘privacy’, nei documenti nomi e cognomi sono riportati con le sole iniziali mentre altri specifici dati personali sono stati "coperti".

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