GNOSIS 4/2008
STORIE VERE, ANEDDOTI E LEGGENDE Un paziente tedesco contro la 'Home Fleet' |
Alain Charbonnier |
“Basta trovarsi all’imbocco del Kirk Sound, quando la corrente spinge da est. è come se andassi a tutto motore. E invece fili via in silenzio che è una bellezza e sei subito dentro Scapa Flow.” “E come no? Basta saltare le reti e gli sbarramenti. E poi quelle due navi affondate apposta che ti lasciano un canale si e no di venti metri. E lui si fa spingere dal flusso senza neppure governare. Non ci credo”. “è così ti dico: il canale è stretto, ma tu fili dritto sparato sul filo del flusso. Quanto agli sbarramenti, a Kirk Sound non hanno bisogno di reti antisommergibili: fondali bassi e appunto il canale. Un sommergibile non ci passa. A chiudere il passaggio ci sono soltanto pontoni galleggianti mobili. Ogni notte li aprono per lasciare entrare bettoline e piroscafi con i rifornimenti per la flotta. Ti metti dietro e sei dentro. Poi peschi alla grande, fai bottino e aspetti l’uscita dei piroscafi per andartene. è un giochetto, una volta che hai imparato.” “Lei ci crede signor Oertel?” L’orologiaio si tolse le spesse lenti da miope, le pulì con calma, posò lo sguardo sulle persone sedute nel piccolo negozio con in mano boccali di birra tiepida e scura, e sospirò: “Non è facile, non credo sia facile. Bisognerebbe vedere il posto, vedere com’è il Kirk Sound. Certo! Uno deve avere un gran coraggio per fare una cosa del genere, perché oltre al pericolo del naufragio, c’è il rischio di essere pescati dai posti di guardia lungo la costa.” Il pescatore scoppiò a ridere. “Come no? Quelli non si accorgono neppure di una corazzata che gli passa davanti, figuratevi di un peschereccio. E poi caro signor Oertel, io la porto dentro e fuori da Scapa Flow quando vuole.” S’era fatto tardi e l’orologiaio Albert Oertel salutò i suoi amici pescatori che si persero nelle vie di Kirkwall, il capoluogo di Pomona, l’isola maggiore delle Orcadi, diretti alle loro case per un meritato riposo. Era l’inizio di ottobre del 1939. Da poco più di un mese la Gran Bretagna e la Francia erano in guerra con la Germania governata da Adolf Hitler. Sul fronte terrestre la Polonia aveva cessato di esistere. Sul mare erano cominciate le scorrerie delle navi corsare e dei sottomarini tedeschi contro le navi di Sua Maestà britannica e della Repubblica francese.
Nell’ancoraggio di Scapa Flow, la Home Fleet era pronta a uscire in mare aperto, alla prima minaccia della flotta tedesca. L’Ammiragliato si sentiva tranquillo, si cullava nel ricordo della battaglia dello Jutland, della resa della flotta imperiale germanica, arrivata nella grande base delle Orcadi con le bandiere a riva. Ma ricordava anche lo schiaffo dell’autoaffondamento, ultimo gesto d’orgoglio dei marinai e degli ufficiali della Kriegsmarine. Era il 1919. Erano trascosi appena sei anni, quando l’ex capitano della marina imperiale Alfred Wehering si trasferisce in Svizzera per imparare l’arte dell’orologeria. La Germania era distrutta economicamente e politicamente, i tentativi di putsch, i sussulti comunisti e l’inflazione devastante, avevano partorito l’inetta Repubblica di Weimar. Impiega due anni per diventare un provetto orologiaio, l’ex capitano Wehering. Ma anche per cambiare nome in Albert Oertel, orologiaio costretto a portare occhiali da vista, con spesse lenti colorate, a causa di un inspiegabile incidente. Albert Oertel nel 1928 approda in Inghilterra, abita a Londra per un certo periodo, poi si trasferisce nella tranquilla Kirkwall, nelle Orcadi, appunto. Carattere affabile, orologiaio provetto, prezzi onesti, Albert Oertel si fa apprezzare dalla gente, soprattutto dai pescatori che prendono l’abitudine di ritrovarsi la sera nel suo negozio per chiacchierare e raccontare le loro scorrerie all’interno della base di Scapa Flow. Oertel/Wehering ascolta e prende nota. Sera dopo sera, tira fuori da un cassetto una carta delle Orcadi, con la base di Scapa Flow, e segna i passaggi, i fondali, i valichi, i “cancelli” subacquei, le mine, i posti di sentinella a terra. Ogni tanto s’avventura fino all’alta costa che circonda la baia e, poiché purtroppo la vista gli fa difetto, si fa “descrivere” dai suoi accompagnatori tutto quello che c’è lì sotto. Ma Oertel/Wehering ci vede benissimo. E memorizza tutto. Ogni tanto fa un viaggio sul Continente, in Olanda, per incontrare l’anziana madre. In realtà incontra soltanto una persona alla quale consegna una busta chiusa. Poi torna a Kirkwall e riprende la vita di tutti i giorni. La busta arriva direttamente nelle mani di Wilhelm Canaris, il capo dell’Abwher, il Servizio di spionaggio tedesco. è stato proprio Canaris nel 1925 a creare la “leggenda Oertel” per il kapitan Alfred Wehering. Canaris vuole vendicare l’umiliazione imposta dalla Regina dei Mari alla Marina Imperiale. E vuole farlo colpendola al cuore, dentro Scapa Flow. Mette a punto l’Operazione Baldur. Canaris non ama Hitler e il Nazismo, ma il desiderio di vendicare l’onore perduto prevale sulla politica. Allo scoppio della guerra, sono undici anni che Oertel/Wehering vive a Kirkwall e ha ottenuto addirittura la cittadinanza inglese. L’ora della vendetta si avvicina. La sua pazienza sta per essere premiata. Dopo qualche giorno dalla sera del racconto del forzamento del Kirk Sound, l’orologiaio annuncia agli amici pescatori che deve partire perché l’anziana madre è gravemente malata. Raggiunge l’Olanda, incontra l’inviato da Berlino al quale consegna le carte aggiornate di Scapa Flow e le ultime strabilianti notizie apprese sul Kirk Sound. Oertel/Wehering torna a Kirkwall una settimana dopo. Al braccio una vistosa fascia nera: il lutto per la madre scomparsa. Una settimana che Canaris e l’ammiraglio Karl Doenitz impiegano per programmare l’attacco a Scapa Flow. Sarà un sommergibile a penetrare nella base e a colpire tutte le navi a portata dei suoi siluri. La scelta cade sull’U47, comandato dal Kapitanleutnant Gunther Prien. Un ricognitore a lungo raggio della Luftwaffe porta foto aggiornate di Scapa Flow, con le navi alla fonda. La decisione è presa. L’8 ottobre 1939 l’U47, con un toro dipinto sulla torretta, prende il mare e cinque giorni dopo è all’imbocco del Kirk Sound, sembra, dopo aver preso a bordo l’orologiaio. Gunther Prien manovra con abilità e pazienza, aggira gli ostacoli, naviga a pelo d’acqua, aspetta che i pontoni si aprano e sfrutta il varco. Un’incredibile aurora boreale illumina la baia e Prien, spavaldo, naviga in emersione alla ricerca dei bersagli. Tre siluri danneggiano le prime due navi che gli capitano a tiro. Poi individua due navi da battaglia. Si avvicina lentamente, sceglie la posizione ottimale per il tiro e lancia. La vecchia corazzata Royal Oak cola a picco in tredici minuti, trascinando con sé 800 uomini, fra marinai e ufficiali. La Repulse riporta gravi danni, ma rimane a galla. Mentre al comando della base cercano di raccapezzarsi nell’inferno di esplosioni e di fiamme, Gunther Prien segue il profilo costiero, seguendo i racconti dei pescatori, elude i posti di guardia, evita le mine e gli sbarramenti, fila via sotto il naso delle postazoni di artiglieria e guadagna il mare aperto in meno di mezz’ora. Il 17 ottobre, con i suoi quarantacinque uomini di equipaggio, l’U47 approda a Wilhelmshaven. Gunther Prien entra nella leggenda. E l’orologiaio? Se ne ricordano dopo qualche giorno a Kirkwall. Il negozio è chiuso, la casa è vuota. Un mese dopo l’impresa di Prien, il capo della polizia della cittadina rompe gli indugi ed entra nell’abitazione deserta. Su un tavolo c’è un orario ferroviario e uno navale con segnate partenze e coincidenze. C’è anche una somma di denaro con un biglietto indirizzato alla donna delle pulizie. Il poliziotto ne deduce che l’orologiaio prima o poi sarebbe tornato in città. Non lo videro più. Nel 1942 il giornalista e scrittore americano Curt Riess pubblica sul Saturday Evening un articolo nel quale racconta la storia completa della spia tedesca che aiutò Prien a entrare a Scapa Flow. Nessuno si chiese come era venuto in possesso di quelle informazioni nel 1942, quando anche gli Stati Uniti erano in guerra. Gunther Prien non poteva dire niente: si era inabissato misteriosamente con il suo equipaggio nel Mare del Nord. L’Abwher e la Kriegsmarine ovviamente non aprirono bocca e si godettero i vantaggi propagandistici prodotti dall’articolo. Un’inchiesta successivamente condotta a Kirkwall rivelò che nessuno si rammentava del mite orologiaio. A guerra finita, negli archivi del Servizio tedesco e in quelli della marina da guerra, sia imperiale sia nazista, i ricercatori non trovarono alcun Alfred Wehering. Alcune domande ancora oggi rimangono senza risposte: chi era veramente ed è mai esistito “l’orologiaio di Scapa Floow”? Chi era l’informatore di Curt Riess? Forse, segreto nel segreto, proprio il Psicological War Office creò e fece trapelare la “leggenda dell’orologiaio”. Giustificava così il clamoroso scacco delle Orcadi, copriva la mancata protezione della flotta e sminuiva la leggenda degli U Boote, in un anno cruciale come il 1942 quando, almeno fino al tardo autunno, l’Asse aveva inanellato una lunga serie di vittorie su tutti i fronti. da www.atschool.eduweb.co.uk |