GNOSIS 1/2005
DALL'ARCHIVIO ALLA STORIA Rapporto da Torre Annunziata |
|
da www.carabinieri.it La Rivista propone in questa Rubrica un documento d’archivio che certifica uno spaccato della situazione socio-economica e criminale di Torre Annunziata, nei primi anni del Novecento, attraverso una relazione della Sottoprefettura di Castellamare di Stabia. In esso si individuano i rischi devianti dell’area e si ricercano soluzioni d’intervento adegauate alla prevenzione e repressione del fenomeno. Lo scritto, oltre che rappresentare una preziosa testimonianza delle locali dinamiche sociali ed economiche, analizza l’evoluzione del crimine camorristico e i possibili danni prodotti dall’attività parassitaria dei clan allo sviluppo competitivo di molte aree della Campania. La richiesta, poi, avanzata dalla Sottoprefettura all’“Onorevole Ministero”, per aumentare la presenza delle Forze di Polizia al fine di un più efficace controllo delle aree “strategiche” del comprensorio (quali il porto, la stazione ed il centro storico, in cui si concentravano e si concentrano, tuttora, le più qualificate attività socio-economiche e criminali), ripropone la sensibilità istituzionale nel cercare - allora come oggi- soluzioni, anche strutturali, per risolvere il problema camorristico, così da garantire sicurezza e libertà all’”industre città” Archivio Centrale dello Stato, Min. dell'Interno, Polizia Giudiziaria, 1907-1909, busta 188, pagina 1 di 4 Castel.Stab. lì, 23 novembre 1907 Sottoprefettura di Castellammare di Stabia Gabinetto N°1102 Oggetto: Torre Annunziata Condizioni della P.S. proposte Com’è noto Torre Annunziata è un centro industriale e commerciale molto importante. Nel suo porto approdano ogni anno oltre 400 piroscafi e 1000 velieri che trasportano grano, ferro, carbone, pasta crusca, carrubbe, patate ed altro con un movimento commerciale di circa 10 milioni e con 6 milioni di lire di riscossioni doganali. Il traffico nel porto è in continuo aumento ed esso dà lavoro a circa 2000 facchini in tempi di lavoro normale. Il commercio della città non è meno rilevante. Oltre sessanta stabilimenti industriali di paste e di sfarinati danno lavoro a migliaia di operai, vi sono inoltre la R.Fabbrica d’armi e le ferriere del Vesuvio, che impiegano oltre mille operai. Da Torre Annunziata transitano giornalmente circa 30 mila persone provenienti dai Comuni del Circondario, senza contare l’afflusso di forestieri diretti a Pompei e al Santuario di Valle di Pompei. Di tutti costoro una quarta parte si ferma a Torre per affari commerciali e per cercarvi lavoro, come avviene per quelli che provengono dai Comuni limitrofi di Boscoreale, Boscotrecase, Poggiomarino, e Scafati. A Torre la mano d’opera è insufficiente e vi è quindi molta richiesta fuori. Dato dunque tale movimento e tenuta presente la vicinanza di Torre a Napoli, insieme all’industria e al commercio si è andata sviluppando, parallelamente, la mala vita, la quale vi ha stabilito una larga organizzazione. A Torre si contano oltre 2000 pregiudicati, dei quali circa 80 fra sorvegliati e ammoniti. Sebbene l’ufficio di P.S. di quella città spieghi sempre la massima attività, e nei limiti dei mezzi di cui può disporre, e non è guari abbia assestato un buon colpo alla mala vita procedendo a numerosi arresti per associazione a delinquere, tuttavia devo riconoscere che molto ancora resta da fare e che urge, ogni giorno più, che sia provveduto in modo uniforme e continuo ad una maggiore e più efficace vigilanza, che gli attuali mezzi non consentono. E’ veramente un vivo desiderio di quella cittadinanza che si metta un argine valido a tutte le manifestazioni delittuose che giornalmente si deplorano colà. I Funzionari e gli agenti di pubblica sicurezza e l’Arma dei Carabinieri fanno del loro meglio per contenere nei limiti più ristretti tali manifestazioni, ma pur troppo, nel modo come sono attualmente organizzati i servizi, la loro azione riesce spesso inefficace, sopra tutto se si pensa a quello che dovrebbe essere. L’On. Ministero nel 1903, persuaso che la P.S. lasciasse alquanto a desiderare, si decise ad aggiungere a quello ufficio distaccato un altro funzionario. Ma la misura, che era allora necessaria e forse sufficiente ai cresciuti bisogni, si dimostra ora poco rispondente ai bisogni stessi in vista dell’aumentato traffico nel porto e dell’accresciuto movimento commerciale e indistriale della città. Nè riuscì di notevole vantaggio l’aumento portato di guardie in quella brigata, perchè mentre da una parte si aumentavano gli agenti di città la stazione dei Carabinieri vedeva continuamente ridotto il suo effettivo presente per le continue richieste di militari da inviarsi fuori giurisdizione. Ora è bene tenere presente che per la frequenza dei reati che si verificano in città, oltre i tanti di minore entità che non vengono denunziati, un solo funzionario addetto alla polizia giudiziaria è insufficiente. Lo stesso intanto deve attendere anche alle numerose conciliazioni che si fanno appunto per prevenire ulteriori reati. Sopratutto sono infinite le contestazioni che nascono fra i facchini del porto, fra le varie carovane, fra il personale di bordo e quello addetto al carico e scarico delle merci, per cui spesso si lamenta dalla numerosa classe dei commercianti l’assenza di apposito funzionario. L’altro funzionario deve sorvegliare il movimento operaio in tutti gli stabilimenti industriali, deve vigilare sull’azione, non sempre legale, della camera del lavoro e di altri sodalizi, sorvegliare i sovversivi e attendere al disbrigo giornaliero della corrispondenza ufficiale, delle richieste d’informazioni e di tutte quelle altre pratiche di secondaria importanza che nell’insieme costituiscono un lavoro non indifferente. Gli agenti poi sono adibiti alla vigilanza dei pregiudicati, alle indagini di polizia giudiziaria, alla sorveglianza dei duecento e più esercizi pubblici, delle agenzie di pegnorazione, delle case di meretricio ecc. Da parte sua l’Arma dei carabinieri fa tutto il possibile per corrispondere a tutte le esigenze di servizio, ma i militari presenti sono, ordinariamente, così pochi, e d’altronde sono così pressanti i servizi d’istituto, come quelli della traduzione dei detenuti e della sorveglianza degli stradali nelle campagne che l’azione sua riesce poco sentita in città. Io non mancai di far presente a codesto On.Ufficio altre considerazioni, per le quali a me pareva che si dovesse provvedere senza indugio all’impianto di una seconda stazione di carabinieri a Torre Annunziata centrale, dove vi è una stazione ferroviaria importantissima nella quale spesso avvengono furti di merci e dove affluiscono i principali stradali del circondario da e per i Comuni vesuviani. Ma se l’On.Ministero dichiarò allora di prendere nota della proposta per attuarla appena fosse stato possibile, come la S.V. ILL-ma mi comunicò colla lettera del 15 Marzo ultimo, N°2439, gabinetto, a tutt’oggi le cose sono rimaste com’erano, e i furti alla stazione centrale sono continui, perchè l’attuale caserma di carabinieri distando di circa tre chilometri dalla stazione non è possibile una vigilanza permanente ed efficace. Premesso quanto sopra, io mi vedo costretto ad insistere perchè sieno adottati dei provvedimenti atti a migliorare le condicioni della pubblica sicurezza in quella industre città, riconoscendo giuste le lagnanze della cittadinanza e sopra tutto della classe dei commercianti e industriali. A mio avviso i provvedimenti da adottarsi dovrebbero essere i seguenti: 1° Impianto di una delegazione distaccata al porto, con propria giurisdizione da assegnarsi; aumento di un funzionario all’ufficio centrale dove avrebbe l’incarico di vigilare sul movimento del porto; 2° Destinazione all’ufficio centrale di un ufficiale d’ordine, per disimpegnare gli altri funzionari dai servizi d’ordine; 3° Sollecito impianto di una seconda stazione di carabinieri a Torre centrale. per copia conforme - Il Segretario |