Tra le pubblicazioni riguardanti il settore dei beni culturali, l'opera di Vito Andrea Iannizzotto merita certamente un posto di particolare rilievo. L'Autore, attraverso una intelligente ed approfondita ricerca, offre un quadro conoscitivo degli accresciuti interessi della criminalità organizzata, specie mafiosa, nei confronti dei beni culturali. Questo fenomeno si inserisce di fatto tra quelli che sono stati da sempre gli obiettivi dei poteri criminali in generale, mafiosi in particolare, vale a dire colpire i valori emergenti della società. Il patrimonio culturale, artistico e storico non solo del nostro Paese (secondo una stima dell'UNESCO l'Italia detiene il 45% del patrimonio storico culturale mondiale) rappresenta pertanto non soltanto una ricchezza inestimabile che identifica e qualifica la peculiarità della nazione stessa ma anche un importante obiettivo per realizzare strategie di tipo terroristico-eversivo e per soddisfare importanti interessi economici con finalità illecite.
L'opera di V.A. Iannizzotto è composta da due parti e una appendice. Nella prima parte l'Autore fornisce una visione d'insieme di quali e quanti possono essere gli interessi della malavita organizzata, nonché le svariate attività illegali che sono connesse al settore dei beni culturali. In particolare viene fatto riferimento agli attacchi di tipo terroristico-eversivo che possono essere perpetrati ai danni di obiettivi di interesse artistico e storico (come quelli avvenuti nella notte fra il 26 e il 27 luglio del 1993 su opere monumentali come la Chiesa di S. Giorgio al Velabro e la Basilica di S. Giovanni in Laterano) che suggeriscono una diversa chiave di lettura che va oltre l'immediatezza dell'azione in quanto tale e vede invece il fine ultimo in una più sofisticata strategia di risposta e di contrasto alle scelte politiche del Paese. L'interesse per importanti beni artistici da parte della criminalità organizzata può inoltre derivare anche dalla possibilità di utilizzare i beni culturali come mezzo di pressione sullo Stato al fine di ottenere benefici o vantaggi di varia natura con la promessa del recupero del bene. L'Autore si sofferma infine sugli intrecci della criminalità organizzata e sul fenomeno dei traffici illeciti di opere d'arte rubate e dei reperti archeologici, mettendo in evidenza le implicazioni internazionali che derivano da questo importante business. Gli enormi profitti servono infatti non solo per finanziare e investire in altre lucrose attività illecite ma anche come mezzo e merce di scambio che consente attività di riciclaggio, momento essenziale della esistenza e sopravvivenza delle organizzazioni criminali.
La seconda parte dell'opera è dedicata al problema della tutela del patrimonio storico e artistico nazionale e internazionale e agli organi preposti alla sua tutela. Per quanto concerne la legislazione nazionale viene fornito un quadro di riferimento normativo comprensivo delle ultime innovazioni e modifiche. In ambito internazionale la questione riveste grande importanza se si considera che il traffico illecito di opere d'arte è divenuto un'attività criminale che interessa ormai tutti i paesi comunitari ed extracomunitari soprattutto a seguito dell'accresciuta facilità con cui si attraversano le frontiere. Nel testo vengono ricordate la
Convenzione dell'UNESCO del 14.11.1970, il Regolamento CEE del '92, la Direttiva CEE del ‘93 la Convenzione dell'UNIDROIT sui beni culturali rubati o illecitamente esportati del 24 giugno 1995 - parte delle quali pubblicate nel presente numero - e molte altre disposizioni imperniate sul reciproco obbligo di assistenza e tutela del patrimonio culturale degli Stati aderenti.
L'Autore conclude il testo con un'appendice dedicata alle principali leggi e convenzioni citate nel testo e agli organi deputati alla tutela del patrimonio culturale: il Ministero per i beni e le Attività culturali e il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico, delineandone le origini, le funzioni i compiti e le articolazioni.
In conclusione il testo si rivela particolarmente utile non solo per gli studiosi e operatori del settore ma anche per tutti coloro che sono interessati ad avvicinarsi alla complessa e articolata problematica della tutela del patrimonio storico, artistico, culturale. Esso costituisce inoltre un contributo valido al processo di valorizzazione dei beni culturali sensibilizzando il lettore sull'inestimabile ricchezza che possiede il nostro Paese, bene che come ha detto Federico Zeri rappresenta il più vasto "giacimento artistico del mondo" e che quindi va salvaguardato mediante adeguati strumenti giuridici e attraverso l'impegno congiunto di tutte le forze attive della società.